sabato 10 agosto 2019

Recensione di Carla Magnani per "Viaggi di nuvole e terra" di Tiziana Viganò

fotografia di Irene Vitrano
«Mi godo l’ignoto» scrive riguardo alle sue impressioni l’autrice e noi dobbiamo essergliene grati perché il godimento condiviso del non conosciuto, attraverso la sua scrittura, si è trasformato in conoscenza. (Carla Magnani)

Occorre fare un distinguo tra la figura del turista e quella del viaggiatore: la prima antepone lo svago e il riposo riconducendo il tutto a vacanza, a via di fuga dallo stress quotidiano, la seconda si immerge nei luoghi, nelle tradizioni, negli animi delle persone incontrate per confondersi con essi fino a sentirsene parte integrante.
       Tiziana Viganò, autrice di “Viaggi di nuvole e terra” che, solo a una valutazione superficiale, può essere ridotto a semplice taccuino di viaggi, appartiene senza alcun dubbio a questa ultima categoria. Non si accontenta di vedere con gli occhi, di memorizzare e ragionare con la mente, vuole che il cuore partecipi così da dare completezza alle emozioni. Tra tutti i Paesi da lei visitati nell’arco di una vita non a caso ha scelto di raccontarcene tre, così lontani tra loro eppure non dissimili: il Sud Sudan, la Repubblica Dominicana e la Grecia. 
Se la Bellezza della Natura contraddistingue i loro paesaggi, la durezza della vita dovuta a guerre, povertà, razzismo, schiavitù avvicina ancora di più l’Africa ai Tropici. Là il dolore è una presenza costante, insieme alla mitezza della gente e alla volontà di persone che ogni giorno lavorano con convinzione perché credono nel raggiungimento di miglioramenti possibili. Dopo aver descritto la realtà di quei luoghi, con una scrittura che rende anche noi partecipi di quel suo sentire, di quel vivere insieme e per quelle genti, l’autrice avverte la necessità di un rifugio nella bellezza millenaria della Grecia dove il fascino dei miti, della poesia e degli dei è stato preservato con cura dall’uomo.
       Il libro è corredato da  fotografie scattate dalla stessa Viganò che ben accompagnano il testo e un altro pregio di questa opera è la scelta di aver interposto degli anni tra il compimento dei viaggi e la narrazione che ne viene fatta. Tutto ciò ha permesso alla scrittrice di rivivere le emozioni di allora arricchite dal trascorrere del tempo, di confrontare realtà passate con quelle attuali, vederne i cambiamenti e riflettere su quanto è avvenuto e su quanto ancora dovrebbe avvenire.
       «Mi godo l’ignoto» scrive riguardo alle sue impressioni l’autrice e noi dobbiamo essergliene grati perché il godimento condiviso del non conosciuto, attraverso la sua scrittura, si è trasformato in conoscenza.

link all'acquisto Amazon     d