"L'onda lunga del Titanic": a pag 40 vi invito a leggere il capitolo
"Denis
Lennon e Mary Mullin"
il molo di Queenstown, con i migranti di terza classe in attesa dei rimorchiatori che li porteranno a bordo del Titanic |
Con gli occhi
aperti nel buio poteva solo pensare, mentre le altre dormivano ancora: il
futuro le si apriva davanti e ne aveva paura, il passato, appena lasciato a
terra il giorno prima, sembrava incombere ancora su di lei.
Era una giornata
limpida e dalle banchine di Queenstown aveva potuto immaginare la costa del
Galles, non troppo lontana, in attesa che la nave arrivasse: era partita da
Southampton e aveva fatto scalo a Cherbourg sulla costa francese. Rivedeva il
profilo della città con le sue file ordinate di case strette, una vicino
all’altra, dominate dall’imponente mole della cattedrale gotica, le botteghe i
pub e le pensioni affacciate sulla banchina, il molo della White Star Lines
affollato di gente.
I passeggeri di
terza classe aspettavano la partenza, con addosso il vestito buono e le valigie,
che contenevano tutti i loro averi, incredibilmente piccole per un viaggio così
lungo e incognito…lei aveva a stento potuto portare uno scialle e una coperta del
letto, perché era fuggita così in fretta per non farsi notare dalla famiglia…
Ripensò al
fratello Joe. Un passeggero le aveva riferito che sulla banchina di Queenstown
era successa una scenata terribile, un uomo con in mano una pistola gridava
come un ossesso alla volta di un rimorchiatore che portava un carico di
passeggeri al Titanic. Su quell’imbarcazione c’era sua sorella e lui l’aveva
mancata per pochi minuti: la sgualdrina si era accoppiata con un bastardo morto
di fame, magari si era fatta mettere incinta! Ed era fuggita.
A Galway aveva
scoperto la tresca e si era precipitato con l’intenzione di uccidere l’uomo, ma
i due erano già scappati, li aveva inseguiti in treno fino alla banchina per
mancarli di un soffio: per la rabbia terribile aveva scaricato in aria la
pistola puntata contro il rimorchiatore lontano finché era stato bloccato dalla
polizia e portato in galera.
Come possiamo immaginarci Mary Mullin la protagonista del libro veramente esistita (ma di cui non abbiamo fotografie) |
Possibile che i
suoi non volessero riconoscere in alcun modo il suo amore per Denis, possibile
che non pensassero alla sua felicità, ma solo alle convenzioni sociali e al
loro interesse materiale? Le lacrime cominciarono a bagnarle il volto.
La fuga
disperata verso la libertà era stata l’ultima occasione che rimaneva per vivere
insieme: si sentiva in colpa perché Denis aveva voluto forzare la cassa del
negozio e rubare i soldi per comprare il biglietto per la lontana America, del
resto avevano bisogno di un po’ di sterline per partire e per vivere, almeno
per i primi tempi.
Il biglietto
della nave era già costato quindici sterline e dieci scellini, avevano speso
altri soldi per il viaggio in treno da Galway a Queenstown, avevano
attraversato da ovest a est l’Irlanda, rimanevano davvero pochi spiccioli. A
New York, dopo lo sbarco, avrebbero dovuto darsi da fare per incominciare la
nuova vita, insieme.
Insieme…un
languore tra cuore e stomaco, ma anche più in basso, le fece dimenticare le
preoccupazioni per visualizzare il volto di Denis, il suo Denis: lo amava da
morire, senza di lui non avrebbe potuto vivere.
come possiamo immaginare Denis Lennon, mentre aspetta tra la folla sul molo la partenza. Come per Mary, non ha lasciato fotografie |
Denis era il
nuovo garzone del padre, proprietario di una drogheria a Clarinbridge, un
villaggio rurale nella contea di Galway: Mary aveva il divieto assoluto di
avvicinarsi al locale, per evitare la gente di basso rango e gli ubriachi che frequentavano
il pub lì accanto, un vero luogo di perdizione. Era una signorina educata dalle
suore cattoliche e la sua classe sociale, pur modesta, era ben superiore a
quella di un povero inserviente o degli operai che andavano al pub per annegare
la miseria nell’alcool.
Aveva ormai
diciotto anni e il padre le aveva trovato un fidanzato che riteneva essere un
buon partito: un commerciante di lana, un uomo sufficientemente ricco da poter
mantenere la moglie negli agi…aveva più di quarant’anni, un vecchio. Lo odiava,
era brutto, le faceva schifo, ma avrebbe chinato il capo ai voleri del padre e
del fratello, da brava ragazza qual era.
Finché non aveva
conosciuto Denis.
Il giorno che
l’aveva visto per la prima volta, Mary aveva cominciato a gironzolare vicino al
negozio, sperando di rivederlo: alla fine si erano incontrati, parlati, amati
fin dai primi sguardi.
Il loro idillio
era tenuto segretissimo, guai se la famiglia Mullin ne fosse venuta a
conoscenza.
Ma, proprio
l’impossibilità di manifestarla rendeva questa unione ancora più forte e
struggente: i due ragazzi smaniavano per incontrarsi e inventare sempre nuovi
modi per sfuggire allo sguardo acuto e severissimo del padre e del fratello di
lei.
la lista dei passeggeri della nave con, segnati in rosso i nomi dei due ragazzi |
Ventitrè anni
lui, diciotto lei, facevano l’amore con una passione quasi dolorosa,
travolgente, come se fosse sempre la prima o l’ultima volta, incerti ed
esperti, ma sempre con un senso di ineluttabilità, come se il Destino stesso
avesse provveduto a farli incontrare e innamorare, predestinati da sempre a
stare insieme.
Un giorno non
avevano resistito e si erano avvinghiati in un bacio appassionato, nell’
anfratto di una casa. Un vicino era corso a dirlo al padre che aveva inscenato
un vero processo sommario e li aveva condannati subito.
Denis si era
preso anche una bastonata in testa che l’aveva tramortito per alcune ore ed era
stato licenziato in tronco. Mary era stata trascinata urlante fino a casa, dove
era stata chiusa in soffitta, senza cibo e acqua, in attesa della punizione
che, lo sapeva, sarebbe arrivata feroce.
Qualche giorno
dopo il padre entrò nel sottotetto e le comunicò che sarebbe stata chiusa nella
clausura del convento non lontano da lì fino al giorno delle nozze: alle sue
proteste ricevette due ceffoni che la fecero cadere a terra con la faccia
sanguinante.
Quella stessa
notte però, sentì passi furtivi sul tetto e Denis apparve alla finestra
dell’abbaino: silenziosamente, con uno speciale attrezzo, tagliò il vetro senza
rumore e liberò Mary portandosela via, cautamente, sulle tegole sconnesse.
Camminarono
tutta la notte e la mattina presto trovarono un carretto che li portò a Galway:
salirono subito sul treno diretto a Queenstown e si dileguarono.
Mary fu subito
informata che i soldi, maneggiati da Denis così disinvoltamente, provenivano
dalla cassa del negozio: non poté che rabbrividire di paura, ma ormai era
fatta, la disperazione li spingeva a fuggire sempre più lontano, ma dove? Denis
invece aveva le idee chiarissime: si sarebbero imbarcati su un transatlantico
per raggiungere l’America e cominciare una nuova vita.
L'onda lunga del Titanic
di Tiziana Viganò | Macchione Editore | Romanzo storico
ISBN 978-8865703953 | cartaceo 12,75€
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