Pescatori al tramonto a Bayahibe |
un capitolo di "Viaggi di nuvole e terra" - dalla terza parte dedicata alla Repubblica Dominicana
"SOGNO" pag. 112-118
Prendere
tempo, vagare con la mente, o semplicemente non fare nulla, uscire da una
cultura dove fare è l’unica
possibilità, al di là di ogni desiderabile essere:
la cosa più bella che può capitare in un posto come la Dominicana e in mille
altri posti simili è riprendere il diritto al proprio tempo, dilatarlo,
rallentarlo fino al fermo totale. Perfino il cervello, stranamente vuoto,
sembra galleggiare nel suo liquido, caldo come il mondo esterno. Perché è
questo il ritmo del paese, lentissimo.
Non ci
sono scuse, non posso più dire «Sono di
corsa», «Non ho tempo», «Ho tanto da fare», assurdi e ridicoli
ritornelli della nostra civiltà, che mi suonano sempre così falsi e insensati:
qui, almeno io, mi posso prendere il lusso di non avere niente da fare.
Posso
ascoltare i suoni della natura, i profumi e gli odori forti, vedere tutti i
particolari di quello che mi circonda; posso far pace con tutta la gente che
vedo, perché la lentezza del tempo predispone al sorriso e alla calma, anche
quando dal mio punto di vista di europea non ci sarebbe niente di cui
sorridere; posso camminare lentamente (e
perché dovrei correre?); posso perdere l’orologio, guardare solo la posizione
del sole, fermarmi ad aspettare qualcuno o qualcosa senza innervosirmi;
smettere di pormi obiettivi da raggiungere.
E’ un
tempo dove il vuoto può essere riempito di contenuti spirituali e ideali, che
leniscono le ferite dell’anima e guariscono il cuore e il corpo.
Ormai
nessuno ha più tempo per nulla.
Neppure
di meravigliarsi, inorridirsi,
commuoversi,
innamorarsi, stare con se stessi.
Le
scuse per non fermarci a chiedere se
questo
correre ci rende felici sono migliaia, e se non ci sono,
siamo
bravissimi a inventarle.
(Tiziano
Terzani)
Samanà
mi ha dato un senso d’incantamento. Una zona stupenda, così diversa sia dalla
zona turistica orientale, con Punta Cana e Bayahibe, con la foresta rada e il
terreno pianeggiante, le spiagge affollate di resort, sia da quella
sconfortante di San Pedro de Macorìs, così misera.
Caratteristiche case di legno a Samanà |
Il
cielo è di un azzurro molto intenso nella stagione del nostro inverno e della
loro estate, sembra in movimento, percorso com’è da nuvole enormi, bianche, in
moto continuo, veloce: in alcuni momenti si accumulano, in altri si stracciano
col vento fortissimo come immensi e infiniti veli. Poi all’improvviso il cielo
si oscura, scarica acqua e muta di nuovo. Nella stagione umida, da giugno a
novembre, quando lo rivedo è molto diverso, con una cappa di nuvoloni grigi che
esplode poi in pioggia torrenziale, è un cielo pesante che persiste tutti i
giorni, dalle spiagge alle montagne, violento come la Natura di questi luoghi.
Quando
il paesaggio improvvisamente cambia, compaiono file di casette e baracche, con
i souvenir e il solito cibo fritto, esposto al sole nelle botteghe lungo la
strada: ecco arrivare la zona turistica, all’imbocco della penisola di Samanà.
Pittoreschi, colorati, ma sempre poverissimi, questi insediamenti denunciano
che la situazione è ovunque abbastanza precaria, ma almeno lungo la strada
principale, non ho visto situazioni di degrado estremo come nella zona sud.
Dopo
tutto il turismo porta soldi e un certo benessere, l’agricoltura è fiorente: in
campagna le case dei contadini hanno un certo decoro, nella cittadina di Samanà
ci sono casette nuove costruite secondo l’architettura tradizionale, in legno
dipinto a colori pastello, graziosi residence, alberghi e nel porto ci sono
molte barche e motoscafi. E quando, in marzo, nella baia arrivano le balene a
partorire, c’è molto movimento di turisti che arrivano a vederle, uno spettacolo
sempre grandioso.
Playa Galera |
Proprio
alla fine della strada, a Las Galeras, ci sono le spiagge più belle, quelle che
tutti sogniamo pensando alle immagini dei Caraibi: anche in alta stagione sono
quasi deserte, lunghissime, con un mare da urlo e la sabbia candida che
contrasta con i colori della vegetazione.
Playa Rincòn |
Ho una
gran voglia di lasciarmi catturare, ma quando ritorno una seconda volta nella
bassa stagione, con occhio più critico, vedo che non è così facile adattarsi
alla mancanza di tutto quello cui sono abituata: la stagione delle piogge rende
tutto molto meno affascinante e perfino la meravigliosa Playa Rincon ora non è
più bianca e pulita, ma ricoperta di alghe nere putrefatte che mi lasciano una
cocente delusione. Bisogna raggiungere la fine della spiaggia, dove c’è la
piccola zona attrezzata con il solito ristorantino e le sdraio per ritrovare la
sabbia pulita, ma anche la gente che nell’alta stagione era completamente
dispersa.
Fine
del sogno selvaggio, la Naturaleza non
è sempre perfetta come nei nostri sogni.
Il
posto più frequentato della penisola di Samanà è Las Terrenas: c’è molta gente,
negozi e attività, la spiaggia è grande, bella; qui si concentrano resort,
ville, arrivano anche le navi da crociera, yacht lussuosi, per le strade jeep
costosissime e traffico: è tutto un altro mondo, ma mi piace, ha una bella
atmosfera, mi attrae decisamente, mi fermerei volentieri. Non ho tempo di
proseguire l’esplorazione della costa nord che mi dicono molto bella, ma la
prossima volta non mancherò.
l’Alcàzar de Colòn a Santo Domingo |
Mi
raccontano che le attività culturali sono attivissime e l’aspetto dei quartieri
centrali è molto piacevole, elegante e pulito: gli edifici cinquecenteschi, la Fortaleza Ozama, la Cattedrale, l’Alcàzarde Colòn, la casa del figlio di Cristoforo Colombo, la Calle de las Damas hanno un fascino particolare, le antichità sono
rare in America e qui è stato tutto ristrutturato di recente.
Sulla
costa sud, a pochi chilometri dalla grande metropoli cominciano gli
insediamenti turistici famosi, Boca
Chica, Guayacanes, Juan Dolio: li
trovo molto brutti, con edilizia speculativa ovunque, scheletri di palazzi
enormi che non sono mai stati terminati (denaro riciclato?). Perfino le spiagge
non mi piacciono per niente: ho avuto la sventura di andare di sabato e
domenica, quando sono affollatissime, piene di spazzatura, con un chiasso
incredibile, ma sono le spiagge della capitale, dove i dominicani si riversano
in massa nel week end a fare il picnic e riposarsi. Il mio ideale è un po’
diverso, ma sicuramente si può osservare la gente e percepire il colore del
luogo.
Erboristeria a San Pedro de Macorìs |
Importante
città industriale un tempo, dopo il tracollo delle imprese negli anni Ottanta è
diventata una grande città fatiscente, un agglomerato di baracche, dove le case
in muratura in buono stato sono poche e si alternano a posti sporchi puzzolenti
e un po’ inquietanti. Tornandoci molte altre volte mi sono in parte ricreduta e
tranquillizzata, ma rimane una città veramente orrenda, con un lungomare da
brivido, dove la sera scorrono birra, rum a fiumi e droga con il sottofondo a
tutto volume della musica caribeña.
L’unico
posto davvero interessante è il mercato, in parte coperto come un suq arabo,
dove nella miriade di botteghe diverse mi hanno colpito soprattutto le numerose
erboristerie con un miscuglio
incredibile di erbe, filtri magici, candele, incensi, immagini religiose
cattoliche e stregonerie di vario tipo: è il sincretismo del vudù, religione che tantissimi nativi
praticano.
Filtri magici per tutti i gusti |
Sono
curiosa, faccio domande ma nessuno ne parla chiaramente, dato che ha cattiva
fama e incute paura: spiriti dei morti, magia bianca e magia nera…e che cosa
sono quelle strane boccette colorate con le etichette che dicono “perché mi ami”, “perché mi chiami”, “per
trovare clienti”, “per avere successo”…
sono filtri magici buoni, molto divertenti (ma che ci sarà dentro?). Però ce ne
sono anche con l’etichetta nera, il teschio e le ossa incrociate, dentro c’è un
liquido nero: e qui mi sento un po’ inquieta, anche se non ci credo, non sono
certo souvenir da comprare..
Più a
est l’importante città di La Romana, ben centotrentamila abitanti, deve il suo
nome alla massiccia emigrazione d’italiani fin dall’Ottocento e fu costruita
dall’industria zuccheriera della famiglia italiana Vicini: è caotica,
disordinata, piena di negozi, attività e centri commerciali all’americana dove
si può trovare di tutto, anche il cibo italiano spagnolo e francese delle
grandi marche presenti nei nostri supermercati, dal prosciutto al salame di
marca, dal parmigiano alla mozzarella di bufala ai biscotti del Mulino bianco,
al latte all’acqua minerale, alla polenta: basta pagare tantissimo e si può
mangiare proprio come a casa in Italia, con le stesse marche. Per le vie della
città si alternano case belle o abbastanza belle con edifici pericolanti o
decadenti: quel miscuglio di ricchezza e povertà che è la realtà di questo
paese. Fuori città c’è il famoso Casa de
Campo, resort lussuoso per
golfisti internazionali servito da un aeroporto costruito apposta per loro.
Il tramonto a Bayahibe |
Più
avanti c’è Bayahibe: un tempo era un villaggio di pescatori, di cui restano
ancora le casette di legno colorato, azzurre e verdi, e tuttora è un luogo
grazioso e accogliente.
Ci
sono un po’ troppe case in muratura cresciute dissennatamente, senza
pianificazione, per opera dei costruttori italiani, attratti dalla possibilità
di speculare a costi bassissimi con il favore del governo e del fisco: hanno
riprodotto un modello edilizio e urbanistico che in Italia conosciamo molto bene
perché ha determinato lo snaturamento e la cementificazione delle nostre coste.
Peccato.
come rubare l'elettricità |
ponteggi di sicurezza |
I
negozi aprono e chiudono nel giro di una stagione, ma c’è chi fa affari d’oro
con i turisti, mentre nello scalcinato mercatino fatto di baracche ci sono
articoli da vendere tutti uguali, spesso cineserie: a parte i quadri dipinti a
mano, belli, colorati e pittoreschi, le pietre dure turchesi di larimar, e
l’ambra blu (ma quanta falsa!) non c’è molto…che cosa strana… ma dov’è
l’artigianato tipico in questo paese?
Stella marina nelle piscine naturali al largo dell'isola Saona |
Però,
grazie alle masse di turisti che arrivano ogni giorno, l’aspetto del paese
migliora continuamente grazie alla febbre edilizia: aiuole nuove, marciapiedi,
muri ridipinti, piano piano Bayahibe diventerà sempre più carina e ordinata, è
certo, e il riciclo degli esercizi commerciali crea nuovi negozi e attività interessanti.
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"Viaggi di nuvole e terra"
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