Dalla quarta di copertina
Edigiò Edizioni (2014)
Pagine 168
UN ESTRATTO:
-
… ed è con grande piacere che ho l’onore di consegnare
al nostro caro Tombini la targa di detective dell’anno. E’ grazie al suo
talento, al suo spirito di abnegazione, al suo gioco di squadra, al suo
rispetto per le regole e per la gerarchia, che i casi più intricati sono stati
risolti.
Sono veramente emozionato. Sapevo
che la vita spesso ti riserva delle piacevoli sorprese, ma di ricevere quella
prestigiosa targa non me lo sarei proprio aspettato. Sicuramente il commissario
Stocchetti ci ha messo lo zampino.
Ho le gambe molli. Ma io sono un
duro. Faccio il distaccato. Mi alzo. Mi avvicino al Sindaco. Mi do un contegno.
Allungo le braccia per acchiappare l’aurea onorificenza. Cerco di dire
qualcosa. Ma uno scrosciante applauso sommerge la mia voce. Poi improvvisamente
un rumore. Un rumore sempre più forte. Sempre più vicino.
Porca puzzola! Dev’essere quella
gialla palla di lardo del mio canarino che anche questa mattina ne ha studiata
una nuova per rapirmi dal mondo dei sogni.
Apro un occhio. Mi sono
sbagliato. Non è lui. Il ciccione è ancora nella sua gabbietta sprofondato in
un sonno letargico.
Ma il rumore è sempre lì. Sempre
più forte. Quasi palpabile.
Subito scatta il mio istinto di
segugio. Già sto indagando. Mi lancio alla finestra. Immediatamente ho le prove
che viene da fuori.
Un dannato corteo, con tamburi e
fischietti, sta passando sotto al mio davanzale.
Schiamazzano a più non posso. In
testa, una scialbetta mingherlina sembra spronare i compagni.
Vogliamo vederci chiaro, sbraita col megafono.
Anch’io vorrei continuare a
vederci chiaro. Ma una nube di pollini mi avvolge. Gli occhi cominciano a
bruciarmi come tizzoni. Mi manca il respiro. Comincio a starnutire.
Azz...! Anche quest’anno è
iniziata la primavera.
Inveisco contro quegli scalmanati
che mi hanno tirato giù dal letto e strategicamente batto in rapida ritirata.
-
Oh! Bene! Bene! Che sorpresa vederti tra noi! – mi
dice, col suo solito sarcasmo, quel raccomandato di Stocchetti – Già pensavo di
darti per disperso anche oggi. Tombini, io ti ho avvisato, fai ancora un minuto
di ritardo e ti sbatto a spolverare l’archivio fino alla fine dei tuoi giorni!
Hai capito?
Anche oggi avrei voglia di
prenderlo per il collo e di strapazzarlo quel tanto che basta. Ma è chiaro che
il perfido commissario sta cercando di provocarmi per mettermi fuori gioco
definitivamente. Ma io sono un duro. Mi controllo. Non muovo un muscolo e aspetto
che si sgonfi la sua boria.
-
Ma veniamo a noi! – continua paonazzo – Se tu non te ne
fossi stato a letto fino ad ora, sapresti che i dipendenti della Universal
Corporation hanno incrociato le braccia e bloccano la produzione. C’è d’andare
lì a calmare gli animi di quei contestatori. L’ha chiesto il Sindaco in
persona. Ma con discrezione. Molta discrezione. Il direttore della UC non vuole
scalpore. Ci andrei di persona, – prosegue il disgraziato – ma questa notte c’è
stato un furto al Catasto. Sono già impegnato in quella delicata indagine con
gli agenti scelti del distretto. Mi rimani solo tu. Alza i tacchi e datti da
fare … e non fare le solite cavolate! Ricordati che dobbiamo agire in modo
informale. Hai capito?
Azz...! Anche la balia ai
sovversivi mi tocca fare.
Non resisto un secondo di più.
Inviperito giro i tacchi e me ne vado. Quasi dimentico di salutare il fetente.
Ma provvedo subito. Non si è ancora richiusa la porta alle mie spalle che
immediatamente le mie mani si attaccano alle orecchie svolazzando a farfalla.
Ma lui già non mi vede più. E’ immerso nella sua delicata indagine.
Per prima cosa vado alle
macchinette. Mi sparo un triplo caffè nero. Ho bisogno di tirarmi su. Poi come
un condannato mi trascino a leggere i rapporti. Ma come al solito è solo tempo
perso. Decido di informarmi col Tribune. Quei gran segugi dei suoi reporter ne
sanno sempre una più del diavolo.
Non faccio in tempo ad aprirlo
che subito inizio a starnutire. Mannaggia, da quando è stato messo al bando
l’inchiostro al piombo, sfogliare un quotidiano è diventato un inferno. Da un
mese il nuovo inchiostro ecologico, a base di bacche di mirtillo, imperversa
sulla carta stampata. Una vera tortura per la sempre più numerosa schiera degli
allergici.
Ma io sono un duro. Quando il
dovere chiama, l’ispettore Santo Tombini non può tirarsi indietro. Neppure
quando dover leggere il giornale significa soffrire come un cane.
Tiro un bel respiro, mi tappo il
naso e mi butto in apnea.
Salto la pagina ippica. In questo
momento i cavalli non fanno per me. Come diceva quel vecchio ganzo di mio
nonno, se vuoi vincere cinque dollari evita di perderli alle corse.
Una prima notizia attira la mia
attenzione:
«Clamoroso furto al Catasto. Penetrando nella notte, i ladri hanno
sottratto il progetto di un nuovo parcheggio sull’area del Central Park. La
polizia ha indirizzato le indagini negli ambienti degli ecologisti verdi.»
Non mi soffermo. Vado oltre. Poi
alla fine trovo quello che cerco.
Un piccolo trafiletto da qualche
sparuta notizia sullo sciopero alla Universal Corporation. Ci sono solo
generici accenni. Strano per quei mastini di reporter.
Decido di saperne di più. Chiamo
Priscilla Scat, una mia vecchia fiamma. Da anni lavora al Tribune. Sicuramente
saprà darmi qualche notizia in più.
-
Tombini! Ma che piacere risentirti! – mi dice gioiosa –
Quanto tempo! Ma non sono cose che si possono dire per telefono. Vediamoci al
solito bar. Sarò tutta tua!
Quando la rivedo quasi ci rimango
secco. Sono passati anni, ma è sempre uno schianto.
Subito mi getta le braccia al
collo e inizia a sbaciucchiarmi.
Sapevo che la vita spesso ti
sottopone a dure prove. Ma questa è davvero ardua.
- Felice di rivederti bambina! –
le dico sforzandomi di fare l’indifferente.
Poi davanti ad una tazza di caffè
bollente il quadro si fa più chiaro.
Subito la mia ex mi dice che la
UC sta passando un momento difficile. Che ci sono problemi di produzione. Che
sta perdendo la sua fetta di mercato. Che è iniziato uno sciopero ad oltranza
perché si teme un trasferimento della fabbrica. Che il direttore della UC non
vuole che la stampa parli della crisi, perché vuole evitare ritorsioni
negative. Che il direttore del Tribune lo ha assecondato perché è un suo
carissimo amico.
Adesso si che la faccenda si è
illuminata quanto basta. Lascio una manciata di dollari sul tavolino e
ringrazio Priscilla.
-
Grazie a te! – mi dice – Sempre a tua disposizione!
Poi mi sfagiola un bacio che
quasi mi stende.
E’ proprio vero! Il vino più
invecchia e più diventa buono!
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