domenica 7 luglio 2019

“Vuoto” per i Bastardi di Pizzofalcone. Di Maurizio De Giovanni Recensione di Tiziana Viganò


recensione di Tiziana Viganò 
già pubblicata su


Uno scrittore che sa ricamare espressioni sulla carta, estensione di un barocco napoletano traslato nella modernità, con volute di penna che penetrano nei sentimenti delle persone e li elaborano con parole ricche e raffinate. 

Pennellate di colore danno vita e concretezza alle emozioni, scenografie seducenti  e magiche creano atmosfere in cui i personaggi mettono in scena i loro drammi umani, le fragilità, gli errori, amore e odio, violenza e dolcezza: i personaggi diventano vivi e balzano a tutto tondo nel corpo e nell’anima.
Il lettore non assiste soltanto allo spettacolo, ma è all’interno della scena, assieme ai personaggi, che, nella loro dolente umanità sono tra noi, con noi, nella vita quotidiana che conosciamo e viviamo. Suoni colori sensazioni accarezzano il lettore, che si sente coinvolto con la sua sensorialità. De Giovanni conosce bene i segreti della comunicazione.


Lasciato, si spera per poco, il commissario Ricciardi che è protagonista, al centro dei romanzi della sua serie, Maurizio De Giovanni intreccia racconti corali nella serie dei Bastardi di Pizzofalcone, dove ogni personaggio, pur descritto con una profondità psicologica che entra nel dettaglio dei gesti, delle espressioni, dei moti della psiche e del cuore, non sarebbe lo stesso avulso dal gruppo.
Un’abilità non comune quella di Maurizio De Giovanni, giallista che supera quel genere letterario: i suoi sono per prima cosa romanzi e in seconda battuta gialli, perché l’argomento è poliziesco. Non a caso: il delitto, il crimine in tutte le sue declinazioni è parte della realtà quotidiana, rispecchia ognuno di noi sotto le nostre maschere, le nostre proiezioni, rimozioni, negazioni... i meccanismi di difesa. Ci consola, vera fiaba moderna, perché alla fine il “cattivo” è perdente e la giustizia trionfa.

Il mistero di una donna scomparsa, forse uccisa dal marito? Alla scoperta di una realtà che è molto peggiore di qualsiasi incubo, sarà un’indagine complessa per gli otto “Bastardi” che bastardi non sono, ma hanno ereditato l’appellativo insultante dalla precedente squadra: si sono riscattati da un passato macchiato con la loro bravura, con l’intuito e l’azione di squadra. Ora c’è un elemento nuovo che rischia di destabilizzare gli equilibri, una donna del Nord dal carattere di ferro e dalla bellezza travolgente. 

Come in una costellazione senza la serenità lontana delle stelle, le relazioni tra i personaggi si fanno più complesse, in un momento critico della loro vita, mentre donne e uomini sentono il vuoto dentro, ognuno nella sua vulnerabilità...Vuoto di sogni, dolore nel vuoto, vuoto a colori – rosso della paura, blu della tristezza, giallo di dubbi, verde di angosce, nero di morte –: un vuoto che, come un felino, salta alla gola e li rende più fragili.

Un romanzo emozionante.