lunedì 8 luglio 2019

“Il cuoco dell’Alcyon” di Andrea Camilleri. Recensione di Tiziana Viganò


recensione di Tiziana Viganò
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Montalbano sogna spesso, ma è anche trascinato in una situazione che sembra o è paradossale: è realtà o incubo? È un momento della sua vita come un’eclissi di luna: quando il disco luminoso scompare nel buio e la Natura si ferma immobile, come morta, ad aspettare il ritorno della luce. 



Bih...che grannissima camurria! Montalbano è proprio pigliato dai turchi dall’inizio alla fine di questo libro, tanto che in chiusura non riesce neppure a ricordarsi quello che capitò in quella manciata di giorni febbrili, tra complotti, delitti, tragedie, viaggi e intermezzi ironici o umoristici in cui gli succede di tutto, dai grattacapi domestici e sentimentali al rischio di perdere il lavoro, la reputazione, la dignità, la casa, perfino la vita. Ed è meglio non ricordare alcune cose orrende, cancellarle del tutto. Eppure, all’inizio del libro sembrava che da tempo al commissariato di Vigata non ci fosse nulla da fare e il commissario si annoiava a morte...

Montalbano sogna spesso, ma è anche trascinato in una situazione che sembra o è paradossale: è realtà o incubo?
È un momento della sua vita come un’eclissi di luna: quando il disco luminoso scompare nel buio e la Natura si ferma immobile, come morta, ad aspettare il ritorno della luce. Ma, in agguato, compare una goletta fantasma, pronta a investire il commissario che non si sente più forte come un tempo, quando le vecchiaglie da sessantenne non l’avevano ancora un po’ indebolito (ma non tanto come si sente lui!).
L’Alcyon, è un veliero molto sospetto, che si ferma nei porti solo poche ore, circondato dal mistero, con guardie armate: una bisca per miliardari? un bordello con escort da urlo? o qualcosa di peggio?
Il questore di Montelusa Bonetti-Alderighi sembra deciso a far scomparire il commissariato di Vigata e soprattutto lui, Montalbano. Pura cattiveria? Vendetta? Chissà...Compare un nuovo commissario, compare pure l’FBI...e la storia si fa sempre più intricata, Montalbano e Fazio dovranno travestirsi e agire come infiltrati in una situazione molto pericolosa, mortale.

Salvo non ama le storie di spionaggio, di cui non riesce a capire nulla, né si sente in grado di imitare i poliziotti delle pellicole miricane che sparano e uccidono senza pensarci, corrono a destra e a manca con una velocità incredibile. Eppure per una volta si troverà costretto dalle circostanze a fare cose che mai avrebbe immaginato, che lo spaventano o gli fanno firriare i cabasisi.
Come ci informa lo stesso Camilleri in una nota, quest’avventura di Montalbano è nata una decina d’anni fa come soggetto di un film italo-americano che non è stato mai prodotto. Ora è stato ampliato e diventa un romanzo, diverso dagli altri per il ritmo accelerato dell’azione “all’americana” che si alterna ai momenti in cui Montalbano si sente preso in una rete ingarbugliata che solo il suo cervello sopraffino, come ci ha abituato, potrà districare.
Speriamo che diventi presto quel film! Nel frattempo godiamoci questa avventura insolita, la trentesima del commissario più amato d’Italia, come sempre all’altezza di un mito.

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