Recensione di Salvatore Argiolas per "Il libro giallo"
Cosa lega le morti di diverse donne trovate disposte come famose opere d'arte e con dei fiori incongruamente posti sui luoghi dei crimini?
Per il capitano Adelio Rusconi e la sua squadra di detective, il caso delle Veneri è un vero rompicapo perché tanti indizi portano sempre a vicoli chiusi e a ipotesi investigative prive di riscontri oggettivi. Quando il caso rischia di far desistere gli investigatori afflitti dalla sindrome del Burn-Out, in seguito a tanta violenza che non riescono a fermare, un dettaglio porta ad una conclusione sconcertante e immensamente dolorosa.
I femminicidi in particolare: "come se l'energia dell'amore che è propulsiva, diretta in avanti, si blocchi e deflagri, o come quando una ferita, e ed è facile ferirsi in un rapporto, s'infetta e il pus dilaga in tutto il corpo: ben presto si muore."
"Odio e amore, tortura perenne, diceva Ovidio. Troppe donne credono che l'uomo violento le ami e lo amano, anche di fronte all'ultima violenza, quella fatale."
Tiziana Viganò intreccia suggestioni artistiche e riferimenti culturali di grande livello in una trama serrata che pone in evidenza quanto ogni comportamento, volutamente violento oppure soltanto offensivo abbia conseguenze che si perpetuano e si moltiplicano nel tempo.
Thriller di grande densità e attualità "Quando il delitto è arte" è frutto di tanti studi sulla psicologia e sulla "psicopatologia della vita quotidiana" e rappresenta in modo plastico il nostro presente malato dove
"L'aggressività di troppe persone, anche di quelle che consideriamo "normali" è arrivata a livelli così alti che le spinge a far del male solo per il gusto di vedere la reazione che suscita o per il puro piacere di provocare dolore: può essere fisica o psicologica, ma la violenza e l'indifferenza nel nostro mondo sale a livelli sempre più allarmanti."
A queste illuminanti parole di Tiziana, aggiungerei anche la diseducazione sentimentale che ormai impedisce a tante persone di vivere un'esistenza serena e li pone a non capire che ogni azione dev'essere responsabile e comporta delle conseguenze, il che accade sempre più di rado.
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