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"Rebus
al bistrot" si presenta come un minuscolo libro che ricorda la
gloriosa collana delle “Millelire”. Un oggetto dalla veste semplice, ma raffinata,
che ben si presta ad attrarre sguardo e attenzione.
Al contrario di come
potrebbe far pensare il suo titolo, "Rebus
al bistrot" non è un libro giallo, bensì un libro di enigmistica, nonostante
il contributo ricevuto da chi i gialli li scrive.
Il libro propone una raccolta di rebus in cui si celano i nomi
di trenta ricette, dall’antipasto al dolce. Sono trenta tavole in bianco e
nero, la cui piacevole grafica ci riporta a stampe del passato e alle immagini
della gloriosa “Settimana Enigmistica”. Trenta
enigmi enogastronomici apparsi per la prima volta disegnati a pennarello sul
grande specchio di un bistrot torinese per attrarre l’attenzione dei suoi
avventori e ora riproposti su carta.
Arricchito da una
prefazione che, ricordando la semantica, ci fa comprendere quali siano gli
elementi su cui si fondono le regole per l’interpretazione dei rebus
enigmistici e da una ricca trattazione storica che ci racconta le origini del
rebus, è sicuramente un testo interessante per gli amanti dell’enigmistica e in particolare può
esserlo per quelli che per la prima volta vi si vogliono avvicinare.
Un libro pubblicato
nella collana “Superfluo Indispensabile”
che può trasformarsi in un momento di conoscenza, di svago e, perché no, in un
gradevole regalo.
…E se alla fine della
lettura qualcuno volesse cimentarsi in cucina, ci sono due menu completi da
“divorare”. Le ricette sono il risultato di alcuni dei trenta rebus. Oltre che per gli enigmisti, un libro anche
per aspiranti chef.