prova d'autore, un grand guignol in salsa romana per un Manzini del 2007, ironico, sarcastico e "cattivo"
Recensione di Tiziana Viganò
Un grand guignol
in salsa romana, bande di criminali da strapazzo che si scontrano e si uccidono
tra loro, un piano diabolico ordito dai più alti funzionari dello Stato e dell’INPS
per eliminare tutti i vecchietti “inutili” con l’eutanasia e far risparmiare
miliardi ai cittadini, un ragazzotto di quarant’anni maldestro e balordo, ma incazzato al
punto giusto da fare il gran salto
della sua vita e sistemarsi per sempre.
Come criceti che corrono nella ruota come impazziti senza neppur
sapere dove andare e quando smettere.
Il Manzini “grande”,
di cui ho letto l’opera omnia, non c’è
ancora in questo suo primo romanzo del
2007. Ma è una prova d’autore
che a tratti rivela che la mano dello scrittore sta allenandosi, e nel 2013,
quando uscirà “Pista nera” con Rocco Schiavone riuscirà a coniugare la
maestria di un grande narratore, capace di trascinare il lettore con la
suspence e l’intreccio giallo, alla capacità di creare personaggi che balzano
vivi dalle pagine del libro, con una caratterizzazione psicologica profonda e
appassionata, con quel sarcasmo, pessimismo, finta rassegnazione (o ribellione)
che commuovono e divertono allo stesso tempo.
Il tutto abilmente sorretto da una scrittura eccellente che
gioca con le parole e le usa per colpire l’attenzione e il cuore del lettore.
Un maestro della letteratura gialla e non solo: per me un maestro a tutto tondo.
LA GIOSTRA DEI CRICETI di ANTONIO MANZINI
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