per "Il Vizio di scrivere - Un giallo in venti righe la giallista Fiorenza Pistocchi ha regalato una detective story fulminante "Le mosche"
L'estate
milanese non si smentiva: l'aria era rovente, ma in ufficio c'erano i
condizionatori e da una settimana non tornava a casa. Qualche ora prima aveva
ricevuto una chiamata strana: "Segui la mosca bruna e fosca, proverai un
colpo al cuore, colpo al cuore, colpo d'amore". Non le aveva dato
importanza, era un cronista di nera ed era abituato alle telefonate anonime.
La mattina dopo Martini,
il vicequestore, lo aveva convocato: avevano trovato il corpo di una ragazza in
un cassonetto in via Porpora. Seminuda, uccisa a pugnalate. Era molto bella e somigliava
alla sua ex: bruna, magra, seni piccoli, vita sottile, gambe lunghe, aveva un
neo sul collo, proprio come Emily. Anzi no, un tatuaggio che raffigurava una
mosca. Come poteva una ragazza così bella, ornarsi di un tatuaggio tanto
sgradevole?
Martini aveva
detto: «Non è un tatuaggio, è un adesivo, su una pellicola di plastica».
Allora gli aveva
raccontato della telefonata.
Un'altra
chiamata il giorno dopo, la stessa frase. La mattina gli uomini di Martini
avevano trovato un'altra ragazza uccisa, sul bordo della piscina di via Ponzio.
Sul collo aveva una mosca adesiva.
Lui aveva scritto
degli articoli toccanti sugli omicidi, soffermandosi sui particolari:
l'efferatezza dei delitti, la bellezza delle vittime, la polizia che brancolava
nel buio.
L'indomani era
giunta un'altra chiamata, identica. L'assassino lo voleva coinvolgere. Ma perché?
E perché le ragazze assomigliavano a Emily? E la mosca sul collo?
Al terzo
omicidio Martini l'aveva chiamato e l'aveva voluto in auto con sé, per recarsi
nel luogo di ritrovamento.
La villetta in via
Vallazze l'aveva già vista. La ragazza, distesa a terra in giardino, non gli
sembrò una sconosciuta. Perché? Chi era?
Quando era
arrivato una mosca gli si era posata sulla fronte ed era stata seguita da altre.
Fu preso da un furore cieco nei confronti degli insetti. Cominciò a colpirsi il
viso per allontanarle.
Martini gli si
avvicinò: «In casa abbiamo trovato il coltello, il nastro con la registrazione per
le telefonate, nel computer il file di immagini di mosche, la stampante, la
pellicola adesiva e il cadavere... di Emily. Sei impazzito quando ti ha detto
che ti voleva lasciare, amico mio, e l'hai uccisa. È stata la prima della
serie, ecco perché ci sono tutte queste mosche. Questa è casa tua».
Svenne. Le
mosche si alzarono in volo dal cadavere di Emily e si posarono su di lui.
Forte!
RispondiElimina