lunedì 14 aprile 2014

Gabriel Garcia Marquez? lettera d'addio

Gabriel Garcia Marquez, 87 anni, è in cura a Città del Messico a causa di un’infezione ai polmoni e alle
vie urinarie. Il figlio dichiara «Nulla di grave, ha una piccola infezione. Abbiamo preferito ricoverarlo vista la sua età. Potrebbe essere dimesso martedì».
La fonte di questa notizia è La Repubblica. «Da tempo Garcia Marquez è in condizioni di salute cagionevoli e instabili. Da un paio di anni si dice che lo scrittore soffra di Alzheimer, ma anche su questo i suoi stessi familiari hanno dato versioni contrastanti. L’ultima apparizione in pubblico dello scrittore colombiano, da circa trenta anni residente in Messico, risale al 6 marzo scorso, quando si affacciò dalla sua casa per salutare i giornalisti accorsi per il suo 87esimo compleanno».

Qualche anno fa, il poeta colombiano, vincitore nel 1982 del premio Nobel per la Letteratura e autore di Cent’anni di solitudine, ha inviato una lettera d’addio ai suoi amici. Con essa, di fatto, Marquez si ritirava dalla vita pubblica? In realtà pare che lo scritto sia di Johnny Welch, e che Marquez ne abbia  negato la paternità...una contesa piuttosto divertente, in ogni caso vale la pena di leggere questo scritto!

Lettera d’addio
Se Dio, per un istante, dimenticasse che sono un pupazzetto di stoffa e mi donasse un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso, ma in fin dei conti, penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose non per quanto valgono, ma per quello che esprimono.
Dormirei poco, sognerei di più, capendo che per ogni minuto in cui chiudiamo gli occhi perdiamo sessanta secondi di luce.
Andrei quando gli altri si fermano, mi risveglierei quando gli altri si coricano.
Ascolterei quando gli altri parlano e… come saprei godermi un buon gelato al cioccolato!
Se Dio mi facesse dono di un ritaglio di vita vestirei senza fronzoli, mi butterei di pancia al sole, lasciando scoperto non solo il mio corpo, ma pure la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e attenderei così l’arrivo del sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh, sulle stelle, una poesia di Benedetti; e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Annaffierei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle loro spine, e l’incarnato bacio di quei petali…
Dio mio, se io avessi uno scampolo di vita…
Non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che la amo. Ad ogni donna e ad ogni uomo farei capire che sono loro i miei prescelti e vivrei innamorato dell’amore.
Agli uomini dimostrerei che sbagliano quando pensano che uno smette di innamorarsi perché invecchia, ignorando che uno invecchia proprio perché ha smesso di innamorarsi!
A un bambino darei le ali, ma lascerei che da solo imparasse a volare.
Ai vecchi insegnerei che la morte non è fatta di vecchiaia, ma di oblio.
Tante cose ho imparato, da voi uomini…
Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza capire che la vera felicità sta nel modo di salire quel pendio.
Ho imparato che quando un neonato afferra, per la prima volta, col suo piccolo pugno, il dito di suo padre, lo fa per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare un altro uomo dall’alto in basso soltanto quando si appresta ad aiutarlo a rialzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma in verità poco mi serviranno, perché quando mi metteranno dentro quella valigia starò, infelicemente, già morendo.
Di’ sempre quel che senti e fa quello che pensi.
Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedrò dormire, ti abbraccerei forte e chiederei al Signore di poter essere il guardiano della tua anima.
Se sapessi che è questa l’ultima volta che ti vedrò uscire da quella porta, ti darei un abbraccio, un bacio e ti chiamerei poi indietro per continuare a darteli.
Se sapessi che questa è l’ultima volta che sentirò la tua voce, registrerei ognuna delle tue parole per poter ascoltarle una e un’altra volta, all’infinito.
Se sapessi che sono questi gli ultimi minuti che mi restano per guardarti, ti direi “ti amo”, senza pensare, scioccamente, che tu lo sai da sempre.
C’è sempre un domani e la vita di solito ci offre la possibilità di rifare ogni cosa per bene, ma se mi sbagliassi e l’oggi fosse tutto ciò che ci rimane, mi piacerebbe dirti questo, che ti amo, e che non mi riuscirà di dimenticarti.
Nessuno, vecchio o giovane, ha il domani assicurato. Oggi potrebbe essere l’ultima volta che vedi coloro che contano per te.
Per questo non aspettare, fallo ora , perchè se quel domani infine non arriva, rimpiangerai il giorno in cui non trovasti il tempo di un sorriso, un abbraccio, un bacio; troppo occupato per concedere alla vita la sua ultima grazia.
Tieni coloro che ami vicino al cuore, sussurragli all’orecchio che hai bisogno di loro, amali, trattali bene, e trova del tempo per dire “mi dispiace”, “scusami”, “ per favore”, “grazie” , voglio dire, tutte quelle parole d’amore che hai in grembo.
Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi la forza e la saggezza per esprimerli. Dimostra ai tuoi amici quanto tieni a loro.

                                                                                                                                                   
Gabriel Garcia Marquez

4 commenti:

  1. non ho mai letto parole cosi belle cosi vere !!! ciao Gabriel riposa in pace !!!!

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  2. ho le lacrime agli occhi

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  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  4. Salve....parole molto profonde che è un piacere leggerle, fanno bene all'anima. Devo, mio malgrado, fare un appunto: come mai da un blog all'altro ci sono molte parole, che hanno lo stesso significato e vogliono esprimere la stessa cosa, ma sono scritte differenti tra loro. Per citarne un esempio, prendo a caso un pensiero, io l'avevo scritto così:" Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza". Su un'altro blog era scritto:" Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza". Su questo blog:" Ai vecchi insegnerei che la morte non è fatta di vecchiaia, ma di oblio". Diciamo che il significato è lo stesso, però non capisco come mai queste differenze. Non è stato scritto da una sola persona? Se riuscissi ad avere una spiegazione, vi direi Grazie!

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