martedì 7 luglio 2020

"Le mosche" di Fiorenza Pistocchi. Miniracconto per "Il Vizio di scrivere - Un giallo in venti righe" NUMERO SETTE


per "Il Vizio di scrivere - Un giallo in venti righe la giallista Fiorenza Pistocchi ha regalato una detective story fulminante "Le mosche"


L'estate milanese non si smentiva: l'aria era rovente, ma in ufficio c'erano i condizionatori e da una settimana non tornava a casa. Qualche ora prima aveva ricevuto una chiamata strana: "Segui la mosca bruna e fosca, proverai un colpo al cuore, colpo al cuore, colpo d'amore". Non le aveva dato importanza, era un cronista di nera ed era abituato alle telefonate anonime.
La mattina dopo Martini, il vicequestore, lo aveva convocato: avevano trovato il corpo di una ragazza in un cassonetto in via Porpora. Seminuda, uccisa a pugnalate. Era molto bella e somigliava alla sua ex: bruna, magra, seni piccoli, vita sottile, gambe lunghe, aveva un neo sul collo, proprio come Emily. Anzi no, un tatuaggio che raffigurava una mosca. Come poteva una ragazza così bella, ornarsi di un tatuaggio tanto sgradevole?
Martini aveva detto: «Non è un tatuaggio, è un adesivo, su una pellicola di plastica».
Allora gli aveva raccontato della telefonata.
Un'altra chiamata il giorno dopo, la stessa frase. La mattina gli uomini di Martini avevano trovato un'altra ragazza uccisa, sul bordo della piscina di via Ponzio. Sul collo aveva una mosca adesiva.
Lui aveva scritto degli articoli toccanti sugli omicidi, soffermandosi sui particolari: l'efferatezza dei delitti, la bellezza delle vittime, la polizia che brancolava nel buio.
L'indomani era giunta un'altra chiamata, identica. L'assassino lo voleva coinvolgere. Ma perché? E perché le ragazze assomigliavano a Emily? E la mosca sul collo?
Al terzo omicidio Martini l'aveva chiamato e l'aveva voluto in auto con sé, per recarsi nel luogo di ritrovamento.
La villetta in via Vallazze l'aveva già vista. La ragazza, distesa a terra in giardino, non gli sembrò una sconosciuta. Perché? Chi era?
Quando era arrivato una mosca gli si era posata sulla fronte ed era stata seguita da altre. Fu preso da un furore cieco nei confronti degli insetti. Cominciò a colpirsi il viso per allontanarle.
Martini gli si avvicinò: «In casa abbiamo trovato il coltello, il nastro con la registrazione per le telefonate, nel computer il file di immagini di mosche, la stampante, la pellicola adesiva e il cadavere... di Emily. Sei impazzito quando ti ha detto che ti voleva lasciare, amico mio, e l'hai uccisa. È stata la prima della serie, ecco perché ci sono tutte queste mosche. Questa è casa tua».
Svenne. Le mosche si alzarono in volo dal cadavere di Emily e si posarono su di lui.


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