domenica 12 luglio 2020

“Impronte digitali” di Tiziana Leone per "Il vizio di scrivere - Un giallo in venti righe" NUMERO DODICI


un errore fatale nel miniracconto di Tiziana Leone per "Il vizio di scrivere - Un giallo in venti righe"


Scassinare la porta non sarebbe stato un problema. Bastava avere gli strumenti giusti. E lui ce li aveva. Frequentare certa gente aveva i suoi lati positivi. Poche mosse e la porta si aprì davanti a lui. Era buio, come si aspettava che fosse, ma lui conosceva ogni centimetro di quella casa, orientarsi sarebbe stato uno scherzo.
Avanzò piano sul tappeto persiano, uno dei tanti che lei aveva piazzato in giro per casa. Li odiava, quei tappeti. Sempre tra i piedi. Andò a sbattere contro il divano. Diceva spesso che voleva cambiare la disposizione dei mobili in salotto. Non si aspettava che lo facesse proprio quel weekend, senza di lui.

Il parquet che rivestiva i gradini scricchiolò e lui si fermò un istante. Silenzio. Raggiunse la camera da letto: loro due erano lì, dormivano abbracciati. Dalla tasca del giubbotto tirò fuori la mano, tra le dita una pistola. Era stato facile procurarsela. Un po’ meno recuperare il silenziatore. Mirò alla testa di lei e sparò. Uno schizzo rosso brillante si dipinse sul muro bianco. Poi toccò a lui. Afferrò il lenzuolo e lo tirò via. Voleva vederli. Erano nudi, come si aspettava. Un moto di disgusto lo prese allo stomaco. Aveva bisogno di bere qualcosa di forte. Aveva ancora un’ora prima di ripartire. L’idea dell’Oktoberfest l’aveva avuta lei. Gli aveva detto che un fine settimana con gli amici gli avrebbe fatto bene. E con lui lontano, avrebbe avuto il letto libero. Stronza.
Tornò di sotto e accese la luce in cucina. Rossa. Da quando la loro cucina era rossa? Su un mobile c’era una foto e la prese. L’uomo che aveva appena ucciso teneva una sconosciuta tra le braccia. Lasciò cadere la cornice, il vetro si frantumò sul pavimento. Si guardò le mani: le impronte digitali… le aveva lasciate ovunque.


1 commento:

  1. Complimenti! Una manciata di righe per creare l’atmosfera. Il finale non è scontato.

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