sabato 11 luglio 2020

“Respiro” di Alex Miozzi. Miniracconto per Il vizio di scrivere - Un giallo in venti righe" NUMERO UNDICI


Un racconto che fa mancare il ...“Respiro” di Alex Miozzi per "Il vizio di scrivere -Un giallo in venti righe"

Lou uscì quasi di corsa dal portone. Si bloccò, con la schiena appoggiata al pesante manufatto ligneo, stendendo il braccio la cui mano reggeva l’arma a tamburo. Quest’ultima aveva esploso già un discreto numero di colpi, per cui soltanto un giocatore incallito avrebbe scommesso che potesse essere ancora carica. Si girò istintivamente, prima a sinistra e poi a destra, soltanto con la testa, mantenendo fermo il resto del corpo. Il suo respiro era calmo e controllato, nonostante il suo cuore rimbombasse a ogni battito. Il buio generale era lacerato qua e là dalle luci stradali dei lampioni, e da un paio di piccole insegne, una delle quali funzionava a intermittenza.
Il fuggitivo, che era uscito soltanto un attimo prima, doveva essere per forza ancora lì. Di fronte non c’erano auto dietro alle quali nascondersi, tale per cui l’uomo si doveva essere infrattato per forza all’interno di una piccola rientranza del palazzo. Le opzioni a sua disposizione erano procedere in una delle due direzioni, e, a seconda di dove si trovava l’altro, poteva lasciarselo scappare, o prendersi una pallottola in pieno petto.
Vide a terra, alla sua sinistra, un oggetto nero e lucido, che riconobbe essere il caricatore di una rivoltella automatica, con tutta probabilità esaurito. Poteva essere effettivamente caduto all’assassino durante la fuga, oppure questi aveva avuto tutto il tempo di lanciarlo in quella direzione, fuggendo in quella opposta, indicando così una falsa pista.
A quel punto Lou afferrò la propria arma con entrambe le mani, e attese, restando perfettamente immobile, rallentando ulteriormente perfino il proprio respiro.
Trascorse un lasso di tempo del tutto indefinibile, coperto da una pesante cappa di silenzio che ammantava ogni cosa.
A un tratto, alla sua destra, sentì un sinistro scricchiolio, mentre subito dopo vide una sagoma informe uscire da un’ansa buia dell’edificio per rimettersi in piedi. Il fuggitivo appoggiava entrambe le mani sulla propria gamba sinistra, stretta con una cravatta, con l’obiettivo di arrestare la circolazione sanguigna.
“Rico, alza le mani!” Tuonò Lou, puntandogli addosso l’arma. Un ordine secco, senza tentennamenti, scandito da una voce femminile che di solito si esprimeva con toni morbidi e gentili.
L’uomo alzò lo sguardo, diretto verso di lei, lasciando cadere a terra la propria arma. La donna aveva vinto.

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