Un uomo – un gangster
- e una donna in fuga, on the road sulla famosa route 66 degli Stati Uniti, con
due bambine e un cane al seguito. Un killer li insegue per uccidere l’uomo.
recensione di Tiziana Viganò già pubblicata su Milano Nera
Fin dalle prime pagine del bellissimo noir “November road” di Lou Berney (2018,
Harper & Collins) il lettore attento viene attratto dallo stile scarno ed
essenziale dove niente è di troppo e niente è casuale: soprattutto entra nel
ritmo dei dialoghi che rincorre l’azione, armonico o sincopato, con tempo largo
o andante o presto, . Subito viene catturato da un vortice che lo fa entrare
profondamente nella storia: non può limitarsi a seguire, vive e viaggia con i
protagonisti, accompagnato dalla colonna sonora di canzoni che sono già nella
sua mente, perché ascoltati tante volte nei film americani on the road.
Lou Berney è scrittore,
musicista e compositore: nell’edizione originale distingue i vari accenti e i
vari slang secondo la provenienza dei
personaggi. Questo farebbe apprezzare ancor di più la musicalità del testo,
anche se l’ottima traduzione permette di intuire questa differenza.
1963. Hanno ammazzato John Fitzgerald Kennedy e tutti gli
Stati Uniti sono in preda a uno shock senza precedenti: in un paese dove la
gente sogna in positivo e crede nel futuro tutto si blocca, è successa una cosa che
sembrava impossibile, l’innocenza di una nazione è persa per sempre.
I personaggi sono affascinanti nella loro verità: ispirati
all’autore da persone vicinissime a lui o da altre realmente esistite vivono
intensamente nelle pagine.
Charlotte Roy abita in una piccola città dell’Oklahoma, ha
una vita troppo tranquilla, noiosa, schiacciata da meschine abitudini, idee
retrograde e da un marito alcolista: vuole di più dalla vita, un domani aperto
a nuove speranze per sé e per le figlie e una nuova terra meravigliosa, come
quella del suo film preferito, “Il mago di Oz”. Il suo mondo, però, potrebbe
cambiare solo se lei stessa prendesse in mano la sua vita decidendo un
cambiamento radicale.
Frank Guidry è un gangster di New Orleans che opera per un
potentissimo e sanguinario boss, Carlos Marcello: è un uomo di successo, ma gli
viene dato un incarico che deciderà la sua condanna, così Frank inizia la fuga
verso il mitico West e la Città degli Angeli.
Lungo la strada incontra Charlotte e le bambine: nonostante il suo
“lavoro” e gli errori della sua vita l’anima di Frank non è del tutto marcia. Sociopatico,
ma non spietato, con ancora sentimenti e cuore, inspiegabilmente s’innamora e
sogna una vita normale come padre di famiglia.
Carlos Marcello è un personaggio realmente esistito, è il
mafioso che odia Jack e Bob Kennedy che l’hanno combattuto ed espulso in
Guatemala. Ha deciso che il tempo di Guidry è scaduto, perché sa qualcosa di
troppo sull’assassinio del presidente e gli sguinzaglia contro il suo peggior
killer.
Anche le due bambine hanno un ruolo importante nel romanzo:
osservano gli adulti e le loro azioni con un occhio puro e disincantato, vicino
ma differente; con le loro emozioni e il loro entusiasmo fanno innamorare Frank
che si sente responsabile e vuole diventare il loro padre.
Un romanzo che è thriller, storia d’amore, di viaggio e di
cambiamento.
Lo scenario è in movimento: c’è il French Quarter di New
Orleans, con i suoi colori e odori, la gente di ogni risma, c’è il grigio e
squallido Woodrow in Oklahoma, c’è “la strada” per antonomasia, la route 66,
con paesi, case sparse e vecchi motel, ci sono il Grand Canyon e Las Vegas, il
deserto e poi la fantastica Los Angeles.
Il percorso è costellato di cadaveri e di sangue, tra
suspense e colpi di scena, fino all’ultimo lascia senza respiro. E Frank Guidry
è un gangster che si farà ricordare, suscita simpatia con la sua voglia d’amore
e di riscatto: chi sarà l’attore che ne indosserà la maschera nel film che
Lawrence Kasdan girerà prossimamente con la sceneggiatura dello stesso Berney?
Nessun commento:
Posta un commento