18/05/2020 - Incontro
dei Bookbloggers con Maurizio De Giovanni per l’uscita di “Una lettera per
Sara” (Nero Rizzoli).
Articolo di Tiziana Viganò già pubblicato su Milano Nera
Ascoltare le parole di De Giovanni è sempre un piacere e un insegnamento: avvince con la maestria di giocoliere delle parole e della narrazione, proprio come nei suoi libri, dallo stile originale e inconfondibile, dalla costruzione attenta e studiata in ogni dettaglio.
Il nuovo libro di Maurizio De Giovanni, “Una lettera per Sara” avrebbe dovuto uscire per marzo, ma l’autore desiderava aspettare la riapertura delle librerie, di cui non si deve mai dimenticare il ruolo importante per la diffusione della cultura e la fidelizzazione dei lettori. Così, a causa della pandemia, anche l’incontro con i bookbloggers, organizzato da Rizzoli, è stato spostato dalla Mondadori di Segrate al web.
Nel nuovo
capitolo della serie politica di Sara, per arrivare alla soluzione di
un cold case vecchio di trent’anni
l’autore inserisce molti racconti della stessa vicenda fatti da personaggi
diversi: sono tanti punti di vista che concorrono insieme, convergendo nello
stesso punto, a formare il quadro preciso su cui Sara, Pardo e Viola possono
lavorare, risolvendo finalmente il caso. Perchè Sara, non più attiva nei Servizi segreti, è diventata una giustiziera.
De Giovanni,
scrivendo, si fa trascinare dalla personalità dei suoi personaggi, li fa vivere,
vivendo dentro di loro e si è “innamorato di Sara, il tipo di donna che
qualunque uomo vorrebbe incontrare”. È uno scrittore che ama le donne,
sa penetrare nella loro complessa psicologia: dona figure femminili indimenticabili per passionalità, forza e
vitalità, sono oggetto o agenti di crimini, vittime o carnefici. Nella serie di
Sara la femminilità diventa corale, le donne sono focus nella narrazione: oltre
la protagonista, ci sono Teresa la Bionda e Viola, donne forti, speciali.
Perfino in Davide Pardo, ispettore un po’ comico, emerge la parte femminile,
perché con il figlio di Viola assume un comportamento materno, accogliente, che
neppure la madre e la nonna riescono ad avere: al punto che, grazie al suo
intuito salverà il neonato.
Sara vive del
passato e delle sue memorie, dell’amore per Massimiliano Tamburi, a cui ha
sacrificato tanto della sua vita, in primis il figlio, ma non ha rimorso per
quello che ha scelto, lo rifarebbe ancora: caso mai vive del rimpianto di non
averlo cresciuto, di averlo avuto contro, ma ora è consolata dal nipote, di cui
si senta davvero nonna, che l’ha rimessa in contatto con la vita. Ma lo
scrittore è “un tifoso dei rimpianti”, di
ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, di cui fa un tema importante nei
suoi libri, nei punti dove è soffusa una languida malinconia.
Il valore dei ricordi e del passato sono un filo conduttore nella nuova serie. Dove nella serie di Ricciardi c’è l’aspetto
intimo, soprannaturale, romantico del noir, nei Bastardi l’aspetto corale,
polifonico del poliziesco, nella
serie di Sara emerge l’aspetto
storico e politico, le vicende della storia italiana, le trame segrete, le
stragi nascoste e mai risolte, i cold
case. Infatti, in “Una lettera per
Sara”, lo scrittore prende spunto da un fatto realmente accaduto,
l’omicidio di Graziella Campagna e la tragica fine della sua famiglia. Era una
ragazza diciassettenne siciliana, uccisa a colpi di lupara dalla mafia nel 1985, colpevole di aver trovato un’agendina
nella giacca di un boss, presso la lavanderia in cui lavorava.
De Giovanni si
interessa delle vite degli altri,
non ama l’autobiografia, racconta storie di gente normale che si scontra con
passioni forti, soprattutto col dolore
e con l’amore in ogni sua forma: in
questo libro porta questi sentimenti in posti di sofferenza e di solitudine,
ospedali e carceri, si addentra in malattie che non lasciano scampo.
La sua passione per Napoli è raccontata in modo
diverso a seconda delle serie: dai colori odori e suoni potenti dalla città del
popolo, nel caos e la miseria dei vicoli nel periodo anteguerra, in Ricciardi; alla città del malaffare e
della criminalità del presente, nei Bastardi;
con Sara Napoli diventa uno
sfondo evanescente per la donna invisibile, perde la connotazione popolare per
spostarsi nei quartieri della borghesia.
Ambienti, stile, azioni, sensazioni diverse per
tre serie diverse e formidabili, che non si dimenticano e che regalano ore di
affascinante lettura.
Recensione di Tiziana
Viganò su https://tizianavigano.blogspot.com/2020/05/una-lettera-per-sara-di-maurizio-de.html
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