mercoledì 10 maggio 2017

“Il segreto degli angeli” di Camilla Lackberg. Recensione di Tiziana Viganò

Neonati massacrati e gli assassini decapitati nel 1908, una famiglia scomparsa nel 1974 nella colonia

dell’isola di Valö e nessun indizio mai trovato, misteriosi attentati oggi agli eredi della casa maledetta mettono in agitazione la polizia di Fjällbacka l’isola dell’arcipelago svedese dove vive Erika Falck,  la scrittrice che ama intrufolarsi nelle indagini del marito, Patrick Hedström   poliziotto valente, ma a cui manca il guizzo curioso e sagace della moglie, e la sua capacità di chiacchierare con la gente del posto per scoprire indizi, soprattutto nelle storie che riguardano il passato.
Struttura del romanzo giallo impeccabile, accurata traduzione e stile semplice e fluido, tutto rende avvincente la trama e la suspence certa. La storia è molto complessa perché ha radici lontanissime nel tempo e il flashback storico, che coinvolge anche il gerarca nazista Hermann Göring, come un filo di sangue e di follia lega i capitoli del romanzo; i personaggi coinvolti ancora oggi sono una galleria di nomi, di volti e di menti contorte. Un thriller di tutto rispetto.

Vorrei fare alcune riflessioni sulla letteratura gialla scandinava, di cui ho letto parecchi libri soprattutto di Henning Mankell, Stieg Larsson, Camilla Lackberg, Lars Kepler e Jo Nesbo.

In tutti ho notato una particolare atmosfera cupa e una tristezza devastante, una violenza che spesso travalica i limiti, una vena di follia che percorre le pagine dei romanzi, una sottile disperazione che non intravede mai  speranze, condita con alcoolismo, suicidi, sadismo… Quando non ci sono questi elementi estremi c’è sempre un’ inquietudine che serpeggia nelle pagine, accompagnata dallo sfondo di una Natura dove paesaggi bellissimi, laghi e ghiacci, aurore boreali spettacolari, architetture pulite e nitide sono in contrasto e sembra velare il male di vivere delle persone in quelle notti lunghissime e nei giorni senza fine. Gli investigatori sono personaggi molto comuni, afflitti da problemi quotidiani, dalla salute ai rapporti famigliari, dalla malinconia alla conclamata depressione, disillusi, spesso preda di droghe e alcoolismo: c’è anche molta psicosi, che non caratterizza solo i delinquenti.

Ingredienti di tutti i gialli? Sì e no: la letteratura di ogni paese riflette la società e la cultura da cui nasce e le atmosfere dei gialli Usa, più violenti e d’azione sono diversissime degli inglesi così intellettuali e razionali da quelli degli italiani o dei francesi, anch’essi legati al realismo e alla descrizione degli ambienti sociali. 
C’è una forte componente di critica sociale nei gialli Scandinavi,  che rispecchia il fallimento di una socialdemocrazia basata sull’idillio di un welfare state che faceva invidia al mondo… sembrava tutto così perfetto, benestante, ma è l’apparenza di una società che è al crollo del mito: ora è pervasa dal razzismo e dalla mai perduta ombra di incubi politici del nazismo o del comunismo  russo….
Affascinano questi gialli, ma lasciano sempre una sensazione di pugno nello stomaco come se una parte del grigiore abbia contaminato il lettore.

Se i gialli potrebbero essere considerati come e fiabe di un tempo antico, in cui il Bene vince e il Male è sconfitto dopo le prove superate dagli eroi, nel giallo moderno siamo spesso di fronte ad antieroi che combattono ma senza troppe illusioni nel contesto di una società malata, raccontandone le problematiche. La soluzione non sempre è consolatoria perché alcune volte si rimette a posto il caos prodotto dal delitto, ma in altre le sfumature rimangono molto meno rassicuranti.

Camilla Läckberg “Il segreto degli angeli” , 2015 Marsilio

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