questo brano di Tiziana Viganò verrà poi inserito nel libro "Viaggi di nuvole e terra" (2018) edito da Macchione
Sono affascinata dal cielo della notte.
Approfitto dei miei tanti viaggi per cercarlo continuamente, come in un appuntamento che si ripete al di là dei luoghi e dei tempi.
Ma lo cerco dove è più vero, lontano dai troppi bagliori artificiali dell’uomo, perché la luce che più desidero è quella delle stelle, che si proietta e si riflette nel blu scuro dell’infinito.
Quando posso fermarmi in un luogo buio voglio essere sola; accosto la macchina, scendo e guardo in su, cercando dapprima forme che conosco, aggrappata ancora a un orientamento che è conoscenza. Sirio, Orione, i due Carri…e poi vago nelle forme che non conosco, e che lascio tali, perché nel momento della scienza perderei la possibilità di immaginare quello che desidero.
Sale un’emozione profonda, come se l’occhio potesse andare oltre il visibile, guidato dalla polvere bianca della galassia che traccia una strada attrattiva verso una meta ignota.
L’emozione cresce e si fa materia, il cuore è rapido e il respiro breve.
Mi sento avvolta dal timore dell’infinito, di un silenzio e di una solitudine che pur sono cercati. Timore di perdermi in qualcosa che è troppo immenso e che, soprattutto, è fuori di me, altro da me, infinitamente lontano da me.
E’ come se il pensiero si dilatasse senza fine e senza limiti, trascinato dalle emozioni……..ma questo, invece di sopraffarmi, mi attrae e mi rende felice.
Com’è diverso da quando scendo nel mare, tanti metri sott’acqua, dove mi sembra di entrare in un mondo limitato e definito, anche se comunque immenso, un mondo interiore, dove la leggerezza del non peso e l’incognita di quello che non vedo, mi danno il senso di me, della mia profondità e della mia libertà.
Immagini e ricordi si rincorrono come onde.
Accostata alle falesie di Lampedusa, alte a strapiombo sul mare, ma bianche di pietra e di schiuma: nel buio un silenzio quasi assoluto, una vertigine sul vuoto…..
Vedo la Quebrada de Humahuaca sulle Ande, così alta a toccare il cielo: nell’aria rarefatta la perfezione della Cruz do Sur... che mi segue anche sui magici altopiani peruviani e dalla conca nera mi ritrova nel deserto africano, dove le quattro stelle sono così vicine da poterle sfiorare………
Sono sul passo di montagna ammantato da una neve che cambia il colore della notte o avvolta nella coperta sulla riva del lago di Como a contare le stelle cadenti del 10 agosto … o sulla vela che fugge nella fredda e ventosa primavera mediterranea….
Prosaicamente sto cercando l’ingresso dell’autostrada smarrito in mezzo agli argini e i canali della Valle del Po: quante stelle osservano con distacco l’atroce serpente di macchine….
Magia delle stelle. Sono stregata dalle stelle.
La luna a volte mi disturba.
La sua luce è invadente nel buio profondo e quando è troppo forte sbiadisce le stelle che cerco; eppure mi attrae, ma per altri motivi, il suo fascino è razionale e intellettuale, ne ammiro la bellezza ma la conoscenza abbatte l’emozione.
Una voce interna mi racconta favole e storie antiche, i miti e gli archetipi che amo, le dee lunari, la Grande Madre, l’”Anima”, il mistero della Donna.
O mi racconta della mia Luna nel segno del Cancro, molto femminile, materna e accogliente, mischiata a un pizzico di Urano maschile, moderno e rivoluzionario, fuori dal coro, lo stesso che mi fa cercare l’ignoto, il nuovo, in una evoluzione continua.
E c’è una notte più intima, la dimensione del rientro a casa, del tornare in me dopo l’immagine pubblica, dopo le tante parole dette e le tante facce incontrate; dopo la stanchezza dell’attività.
La luce del sole mi porta fuori, il buio mi fa rientrare in me, nelle profondità dell’inconscio, nei sogni e nelle immagini interne, alla ricerca di ciò che sono, che so, che so fare.
La notte mi accoglie come un nido caldo, accetta la mia pigrizia lunare, il non fare e l’essere ciò che voglio essere, come non mai, sotto il piumone morbido e leggero.
La notte è così femminile e ricettiva, mi protegge e mi coccola come una madre.
E in momenti diversi, di buia notte dell’anima quel piumone e quell’ombra mi hanno accolto, difeso, scaldato e medicato: mi hanno permesso di riposare sicura per poter riprendere le forze e la vita.
Notte affascinante.
Notte dove ondeggiano le paure e le ombre.
Notte dove si consumano le attese, le ansie, le angosce.
Notte come il buio dove un seme, sotto la terra, sta per lungo tempo a cercare in se stesso la forza generativa e poi si muove, cercando la luce che lo farà esplodere e vivere un’altra vita in un’altra dimensione.
Notte come nei miti antichi in cui la luna fecondava le donne e le rendeva madri, luna femmina e maschio insieme.
Notte come il luogo e il tempo in cui la sensitività, i sentimenti, la sensualità hanno sede, perché, dove gli occhi non vedono, gli altri sensi si sviluppano.
Notte affascinante……………
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