DALLA QUARTA DI COPERTINA
Un viaggio attraverso i secoli per scoprire le premesse e le motivazioni che hanno portato alla realizzazione della complessa rete idroviaria lombarda; una rete di canali, con fulcro Milano, che metteva in comunicazione il Lario con il Verbano, permettendo di navigare fino al Po e a Venezia.
L’avverarsi di un
antico sogno, quello di collegare il capoluogo lombardo all’Adriatico per mezzo
delle vie d’acqua, che paradossalmente si è infranto con la fine delle linee
navigabili interne, avvenuta poco dopo il loro completo utilizzo.
ESTRATTO PAG. 13-17
Con
la decadenza dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), a cui seguirono i
cosiddetti “secoli bui” del Medioevo, tutto il territorio risentì
dell’abbandono delle attività agricole e, conseguentemente, ricomparvero
foreste e paludi.
Idrografia della città di Milano al 1888. Era possibile contare più di un centinaio di
corsi d’acqua artificiali, navigabili o utilizzati per l'irrigazione e per
alimen- tare mulini ad acqua. |
Le popolazioni che si riversarono nella Penisola Italiana a partire dal V secolo erano per la maggior parte nomadi e quindi scarsamente interessate a creare insediamenti stabili nelle zone occupate o a realizzare tracciati viari, tanto meno fluviali.
Per
tutta la durata dell’Alto Medioevo l’agricoltura fu praticamente abbandonata e
non si manifestò così alcuna necessità di ideare forme artificiali di
irrigazione.
Nuove
bonifiche nei terreni attorno a Milano avvennero dopo il XII secolo, grazie ai
primi insediamenti monastici benedettini, spesso sorti in aree acquitrinose o
boschive. I monaci si dedicarono alla loro bonifica, realizzando una fitta rete
di rogge e fossati in grado di drenare i terreni impaludati e di irrigare
quelli aridi.
Tra la fine del secolo XI e l’inizio del XII, nacque il libero comune. Il movimento autonomista, che si sviluppò in quegli anni come reazione al controllo degli imperatori tedeschi, vide Milano assumere un ruolo centrale e il suo esempio fu subito seguito da molte altre città della penisola.
La Darsena |
Ben
presto, però, i Comuni iniziarono a combattersi fra loro, ciascuno per limitare
la potenza dell'altro. Furono inizialmente i borghi limitrofi a essere
assoggettati a Milano; subito dopo le mire degli ambrosiani si indirizzarono
alla conquista delle città più vicine. Lodi fu sottomessa nel 1111 e nel 1127
fu la volta di Como. Per l’Impero la situazione italiana era oramai divenuta
insostenibile.
Federico
Hohenstaufen, detto il Barbarossa, incoronato imperatore nel 1152, si preoccupa
così di ristabilire il prestigio imperiale sui territori periferici e
inevitabilmente le sue attenzioni si rivolgono alla Penisola Italica, nella
quale il fenomeno dei liberi comuni aveva implicato il progressivo rifiuto
dell’autorità del Sacro Romano Impero.
Il Naviglio Grande |
Negli
anni successivi al completamento dei lavori di ricostruzione della città, e
precisamente nel 1179, si
verificò un evento che era destinato ad assumere grande rilevanza nella vita,
soprattutto economica, milanese. Infatti, nell’agosto di quell’anno, erano
iniziati i lavori per la costruzione di un canale, il cosiddetto Tesinello (più noto con il nome di
Ticinello), che derivato dal Ticino (Tesìn in dialetto lombardo) avrebbe
permesso l’irrigazione della regione a Nord-Ovest di Milano (Fig. 2). Questo
canale probabilmente in parte ricalcava il tracciato di un altro canale (pure
chiamato Ticinello) che i milanesi avevano scavato nel 1152 per arginare
l’avanzata delle truppe pavesi, allora alleate del Barbarossa.
Dopo
svariati ampliamenti, prolungamenti e ristrutturazioni, il Tesinello, che già
era stato diramato ad Abbiategrasso per raggiungere Gaggiano nel 1233
(prendendo il nome di Naviglio di Gaggiano), nella seconda metà del XIII secolo
sarebbe giunto poco lontano dalla cerchia delle mura ambrosiane, al Laghetto di
Sant’Eustorgio, nei pressi della basilica omonima; nasceva così il Naviglio
Grande (Fig. 3).
Il Naviglio Pavese |
In
quegli anni Milano disponeva già di un discreto corso d’acqua, il Naviglietto, realizzato nel 1156 per
scopi irrigui all’interno delle stesse mura cittadine. Questo canale fu poi
allacciato alla Conca di Viarenna
(Fig. 5), realizzata nel 1439 per
superare il dislivello tra il Laghetto di Sant’Eustorgio e la Cerchia dei
Navigli. La Conca di Viarenna
venne poi demolita durante i lavori di costruzione delle mura spagnole e
successivamente ricostruita tra il 1551 e il 1558.
La
Fossa Interna, per alimentare la
quale erano state deviate le acque dei due fiumiciattoli che lambivano il
Nord-Est dell’abitato, il Nirone
e il Seveso, iniziò a vivere un
destino diverso da quello meramente difensivo, al quale era stata destinata nel
momento della sua ideazione, allorché la città fu raggiunta proprio dal Tesinello.
Macchione Editore (19 dicembre 2019)
Pagine 136
RECENSIONI: IBS - Hoepli - Labussolamagazine
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