giovedì 30 novembre 2017

“Pulvis et umbra” di Antonio Manzini. Recensione di Tiziana Viganò

La serie scritta da Manzini è il romanzo della vita di Rocco Schiavone prima ancora che il racconto delle sue indagini.


Con “Pulvis et umbra” (2017, Sellerio) Antonio Manzini ci regala il settimo straordinario romanzo con protagonista Rocco Schiavone. Un personaggio a tutto tondo, approfondito nelle pieghe sofferte della sua psiche, tormentato dalle ombre del passato, da rimorsi e rimpianti, da lutti dolorosi, da un presente insoddisfacente perché  quando l’anima è stretta e soffocata da una infelicità senza più desideri è impossibile aprire le porte al futuro e vedere il cielo sereno.
Rocco Schiavone è un vicequestore sempre fuori dalle righe, fuma marijuana, è collerico, anche violento, perennemente incazzato, segue le intuizioni e le rotte delle indagini secondo regole sue, a volte decisamente fuori dalle procedure…ma ha un senso della giustizia profondissimo, che lo porta a seguire il suo dovere, nonostante tutto e tutti, nonostante ormai si senta sporcato dal fango in cui è costretto a sguazzare, dentro e fuori la questura.
Il luogo in cui è stato mandato per punizione, Aosta, con i cieli grigi e burrascosi, l’aria fredda e gelida fa da sfondo appropriato alle indagini: i suoi sottoposti della questura, qualcuno valido, qualcuno vera macchietta, i magistrati che un po’ lo ammirano un po’ lo contrastano, i personaggi secondari, le vittime e i colpevoli sono un contorno alla sua figura che domina completamente la scena, con il suo loden, le sue Clarks e Lupa che saltella tra i suoi piedi, ma soprattutto con la sua affascinante, complessa personalità.
La serie scritta da Manzini è il romanzo della vita di Rocco Schiavone prima ancora che il racconto delle sue indagini.
In “Pulvis et umbra” si trova a districare due diverse inchieste, due vittime trovate ben lontane, una ad Aosta e una a Roma, un trans e un anonimo che porta in tasca un foglietto col suo numero di telefono: entrambe si legano alla sua storia personale. Si scontrerà questa volta con poteri occulti e invincibili, dovrà arrendersi a qualcosa più potente di lui e della sua idea di giustizia, proseguirà ostinatamente fino al momento in cui anche lui dovrà arrendersi  all’interesse supremo dello Stato.
Più che mai tormentato dalle ombre del suo passato e dalla sua Ombra, si ritroverà nelle mani la polvere amara del tradimento, del rifiuto di un amico, proprio quando il fantasma della moglie morta comincia a svanire dalla sua mente e dal suo cuore permettendogli finalmente di aprirsi di nuovo ai sentimenti teneri.

Buonanotte Mari’, buonanotte Rocco, ti rimarrà vicino, sempre fedele, la tua cucciola Lupa.

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