Recensione di Giancarlo Bosini
Sobrietà e delicatezza
Un racconto lungo, divertente e gustoso, che descrive le peripezie di un piccolo paese alla “clamorosa” notizia della costruzione di una moschea ad opera di laboriosi immigrati musulmani, che in quel paese già ci vivono da anni e anni; praticamente gli unici a sostenerne l’economia.
Una storia grottesca, che purtroppo corrisponde a quella
che frequentemente è la realtà che tutti i giorni abbiamo sotto gli occhi e che
mette in risalto l’ambiguo rapporto di convivenza con gli stranieri provenienti
da paesi distanti anni luce dalla nostra cultura, ponendo così l’accento sul
tema dell’immigrazione.
Con sobrietà e delicatezza la storia tocca un argomento
difficile, quello dell’accettazione del “diverso da noi”, mettendo in luce come
a mancare non sia la capacità di integrazione da parte di chi, per un motivo o
per un altro, è costretto a vivere in un
paese straniero. Quello che invece manca è spesso la capacità degli autoctoni
di riuscire a convivere con chi ha costumi assai differenti.
Il racconto ha un incipit simpatico, che da solo vale il libro, con le mille strampalate disquisizioni dei notabili del paese che si arrampicano sui vetri, indignati ed intimoriti dal fatto che la nuova moschea metterebbe a rischio la cristianità dell’intera comunità; cristianità che nella maggioranza dei casi si riduce al mero certificato di battesimo.
In un certo senso, a farne le spese, è il parroco del
paese, il povero Don Eusebio, tirato per i capelli in questa questione e che,
suo malgrado, dovrà destreggiarsi tra la difesa della fede cristiana,
ingiustamente reputata minacciata dalle “invasioni barbariche”, e il rispetto
del Vangelo col suo considerare tutti come fratelli.
Dovrà assistere alla guerra dei deboli, che forti si fanno solo con chi è più vulnerabile di loro.
Ne esce una delicata e ironica storia ricca di umanità,
che ci mostra come i più saggi siano sempre i bambini con la loro innocenza, e con
un finale quasi da colpo di scena che vede il riscatto del dubbioso Don Eusebio.
Divertentissima la scena alla “Ringo solo contro tutti”, in cui manca solo il tocco della Cavalcata
delle Valchirie, che vede il sacerdote trionfare sull’intero paese,
ristabilendo ordine e giustizia … peccato poi che tutto il mondo sia paese!
Un racconto lungo di piacevole lettura, sia per la
particolare forma narrativa, sia per come è stata sviluppata la trama e
interessante per come affronta “allegramente” un tema assai scottante.
La Moschea di Laura Vargiu
0111 Edizioni (21 gennaio 2016)
Pagine 57
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