Per "Il vizio di scrivere - un giallo in venti righe" Valeria Pisano ha scritto "Un sogno", sulla violenza contro le donne
Il sogno è stato
chiarissimo. Claudia correva in un bosco e, dietro di lei, Guido cercava di
afferrarla. Poco dopo la raggiungeva e la buttava a terra, percuotendola più
volte. Anche se lei non si muoveva più e, nella scena successiva, vedevo Guido
con in mano un badile che scavava una fossa, l’urlo di Claudia mi ha fatta
svegliare di soprassalto: “È stato Guido! È stato lui, diglielo, diglielo tu!”
Mi sono svegliata di
colpo, ho guardato l’ora e ho iniziato a preparami per andare al lavoro. Dovevo
sbrigarmi, al mattino il bar è sempre affollato per la colazione, e se fossi
arrivata in ritardo sarebbero stati guai. Sono saltata sul motorino e sgusciata
via in mezzo al traffico delle 7. Dopo dieci minuti, stavo già servendo i primi
caffè. Una mattina come tante. Fino a quando non è entrata Stefania. Noi tre
siamo amiche dai tempi della scuola.
“Hai sentito di
Claudia?” “Cosa?!” “È due giorni che non torna a casa. Guido ieri è andato a
sporgere denuncia di scomparsa.” “Davvero? Madonna mia, l’ho sognata stanotte!”
“E quindi?” “Quindi niente, un sogno brutto, molto brutto!” “Cazzo!” ha
risposto lei.
Ho finito di servire
il pranzo, con tutti i tavoli pieni, con l’urgenza delle ordinazioni e dei
caffè, poi ho chiesto un permesso per uscire prima. Ho deciso di andare alla
Polizia. Già mi immagino i commenti, mentre gli racconto il sogno. Ma non è
quello. Si tratta di tutte le volte che l’ho vista con un occhio nero, con i
lividi addosso, e della gelosia asfissiante di Guido. Glielo devo dire. Me l’ha
detto lei. Me lo ha urlato stanotte. Non posso ignorarla. È venuta apposta per
dirmelo. Cercatela. Non so se sia in un bosco oppure no. So solo una cosa: “È
stato Guido.”.
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