sabato 4 luglio 2020

"Colazione per tre" di Ferdinando Salamino. Miniracconto per "Il vizio di scrivere - un giallo in venti righe" NUMERO QUATTRO

per "Il vizio di scrivere - un giallo in venti righe" il giallista-psicologo Ferdinando Salamino ha preparato una pericolosa "Colazione per tre"

Chiara apparecchiò per tre, come sempre. Uova e pancetta per Andrea, un croissant con burro e marmellata a parte per Agata e mezzo pompelmo per sé. Andrea era scontento, se ingrassava, e quando Andrea era scontento Agata diventava spietata. Versò il caffè nelle tazze e aggiunse la soluzione di acqua Tofana in una delle tre. Ne aveva soltanto per uno. Stamattina qualcuno sarebbe morto, restava solo da decidere chi. Aveva pensato ad Andrea, per primo. Le umiliazioni e la violenza di questi anni sarebbero stati cancellati, quando lo avesse visto contorcersi sul pavimento con le budella in fiamme. Oppure Agata. Immaginò l’orrore negli occhi di Andrea, privato in un colpo della sua cara mammina e dell’alleata più fedele. Colei che aveva coperto negli anni ogni bruttura, ogni nefandezza. Il carcere, però, la terrorizzava. No, non tanto il carcere, ora che ci pensava. L’alone di colpevolezza, il fatto che gli altri avrebbero guardato il suo viso e visto un’assassina. La vergogna, quella non la poteva sopportare.
Non la meritava. Allora perché non bere lei stessa il veleno? Lasciare che la sua morte denudasse i segreti che si celavano tra quelle mura perfette. La passione di suo marito per le ragazzine e i soldi che Agata sganciava ai genitori, per chiuder loro la bocca. Agata e Andrea sotto il fuoco delle domande, accecati dai fotografi. La punizione più crudele per chi, come loro, amava l’ombra e il silenzio. Chiuse gli occhi e mosse le tazze. Che fosse il destino a scegliere. «Andrea, caro, la colazione è pronta. Va’ a chiamare tua madre.»

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