Ironia e umorismo percorrono tutta la narrazione, conferendo una leggerezza che sorprende, nonostante la drammaticità, i tormenti interiori della protagonista e le profonde emozioni messe in campo.
recensione di Tiziana Viganò
Attraverso le non facili vie del ricordo, il romanzo conduce
la protagonista Cloe Damiani, a ritrovare, dopo tanti anni di lontananza, la
gente del paese di origine della sua famiglia in occasione della morte della
nonna. Adagiato presso un’ansa del Piave nel bellunese, Vas è un microcosmo
dove tutti si conoscono e hanno vissuto le stesse vicende da tempi immemorabili.
La collettività, le famiglie, i singoli personaggi prestano
la loro voce, uscendo in scena di volta in volta e contribuiscono, anche quando
sono reticenti, a mettere insieme i pezzi di una tragica storia del passato,
mai dimenticata. Un cold case, che lega
una giovane madre uccisa, il marito, che perde la vita due giorni dopo nello
scoppio nella miniera di Marcinelle
in Belgio, e la prozia della protagonista, Virginia, morta suicida nel fiume.
Cloe è una professoressa di Storia dell’arte precaria,
instabile anche nella vita, caotica e casinista, pessimista e insicura, noir
nel vestito e nell’umore, ma anche provvista d’ironia e della capacità di
uscire dalle impasse con una battuta
fulminea e una scollata dei capelli. Ora, a trentotto anni, ha bisogno di
scoprire quello che è successo nel lontano 1956 tra i suoi famigliari e parenti,
per uscire finalmente da quella tristezza, da quei sensi di colpa che hanno
condizionato il suo carattere e tutta la sua esistenza.
Se fino a quel momento ha rimosso le questioni irrisolte,
ora è tempo di far riemergere la verità, per poter uscire dal pantano
esistenziale, per evolvere...e anche ”per
smetterla di sguazzare nei ricordi”.
Il romanzo, che dapprima ha sfiorato altri generi, diventa
un giallo: Cloe, appassionata di gialli e crime
tv, ha bisogno di una spalla per l’indagine, l’ex brigadiere Fabrizio Demaria,
suo grande amore di bambina che scatena ancora emozioni dirompenti, anch’esse
da risolvere per poter vivere un amore maturo.
Le voci della comunità di Vas sono restie a svelare i
segreti e non bastano per chiarire i fatti. Mentre svuota la casa della nonna
defunta, Cloe trova, in una vecchia scatola di latta nascosta sotto un
pavimento, una roncoletta macchiata di sangue, un fazzoletto ricamato da chissà
chi e un foglio di giornale del 1956, poi una busta con fotografie dell’epoca. Di
notte la perseguitano incubi dove si identifica con la prozia Virginia, cui
assomiglia in modo incredibile, di giorno la turba lo sgradevole ricordo della
nonna Clotilde, che la trattava con durezza e la spaventava.
“Ho la sensazione di aver aperto un vaso di Pandora, colmo di miseria e
di disperazione. Mi chiedo se l’ostinazione del mio scavare alla ricerca della
verità abbia avuto un senso”.
Il contributo fondamentale alla soluzione arriverà
dall’abile zampa del gatto persiano
Pablo, simpatico e amatissimo, deus ex machina e inseparabile
compagno di vita della protagonista. Lo immaginiamo quando assume la posa della
dea Bastet o è raggomitolato a fare le fusa in grembo a Cloe che lo coccola, mentre
lei si scalda con una coperta e una cioccolata calda, tre veri antidepressivi
per lei: Pablo è una vera macchietta, oltre a essere personaggio importante per
la soluzione del caso.
L’abilità di Sonia
Sacrato, al suo romanzo d’esordio, sta nell’aver raccontato una storia complessa e tragica, alternando
con disinvoltura i salti temporali tra il 1956 e il 2016, dipingendo nei dettagli
la psicologia dei molti personaggi e soprattutto della protagonista, Io
narrante che cattura il lettore e lo porta a condividerne le vicende, al punto
che è difficile staccarsi dalle pagine, ma soprattutto dalla stessa Cloe. Ironia e umorismo percorrono tutta la
narrazione, conferendo una leggerezza
che sorprende, nonostante la drammaticità, i tormenti interiori della
protagonista e le profonde emozioni messe in campo.
Con abile disinvoltura, le battute di Cloe alleggeriscono i momenti drammatici, mitigano
la tensione con un sorriso, evitano abilmente quella pesantezza che non piace a
chi non ama particolarmente il genere giallo. Invece “La mossa delgatto” piacerà proprio a tutti, giallisti accaniti e non, perché la lettura
è piacevole e veloce, dona al lettore qualche ora di passatempo intelligente,
interessante e anche divertente.
Un’autrice da tenere d’occhio, Sonia Sacrato, di cui è appena uscito in libreria il sequel “Controcanto”
(Golem edizioni, giugno 2020) con una nuova avventura di Cloe e Pablo. Da
leggere subito!
La mossa del gatto
di Sonia Sacrato
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