venerdì 10 aprile 2020

"Il profumo della mia terra": racconto di Rosalba Di Pierro per Il vizio di scrivere


Per  Il vizio di scrivere, edizione di gruppo online il 5 aprile 2020, Rosalba Di Pierro ha scritto questo nostalgico racconto

"Il profumo della mia terra"

Mi misi in viaggio perché la nostalgia del profumo della mia terra mi consegnava all’insonnia di notti sempre uguali e assenti, senza profumo.
Mentre tornavo alla terra del Sud ricordavo il canto delle cicale di un pomeriggio assolato, il loro verso concertato mi parlava di un tempo di vita dinnanzi che aveva il gusto dell’infinito.
La distesa delle viti brillava sotto il sole e i loro chicchi erano preziosi orecchini di una dama gentile che prometteva l’oblio degli affanni prima di recarsi al ballo.
Gli ulivi frondosi stavano immobili, custodendo i segreti che bisbigliavo loro, giovane donna che riordinava il desiderio.
La terra bruna screpolata accoglieva i miei passi che allora non scorgevano sentiero da scegliere, poiché la vita sembrava essere tutta lì, distesa e tranquilla davanti ai mio sguardo innocente.
Ma di tutto ciò non ricordavo più il profumo, tanto vasta era la distanza che avevo messo fra me e loro.
Come non ricordavo più il profumo del pane appena sfornato dal forno alla fine del vicolo che mi accoglieva in una nuvola calda quando entravo spensierata fra lieviti silenziosi e il colore rosso dei pomodori.
La polvere della strada mentre giocavamo a Mondo, ragazzini scalzi, nascosti dietro ai carretti degli asini che le mosche corteggiavano sulle loro magre anche.
Quanto era meravigliosamente profumata quella terra del Sud da cui mia madre mi aveva allontanata per l’odore di acciaio delle fabbriche padane che profumavano invece di sudore di lavoro, di lacrime salate, di umide nebbie.
Ma quando arrivai, scendendo da quel treno che finalmente mi riportava a casa, in quel mondo lontano, lo sentii, emozionata lo ritrovai il profumo della mia terra. Aveva quello stesso profumo gustato in un raro sogno delle mie notti insonni, in cui arrivavo e placando la mia sete alla fontana antica custodita dagli oleandri in fiore, con gli occhi abbassati, sussurravo “Il profumo della mia terra…”.

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