Per Il vizio di scrivere, edizione di gruppo
online il 5 aprile 2020, Rosalba Di Pierro ha scritto questo nostalgico
racconto
"Il profumo della mia terra"
Mi misi in viaggio perché la
nostalgia del profumo della mia terra mi consegnava all’insonnia di notti
sempre uguali e assenti, senza profumo.
Mentre tornavo alla terra del
Sud ricordavo il canto delle cicale di un pomeriggio assolato, il loro verso
concertato mi parlava di un tempo di vita dinnanzi che aveva il gusto
dell’infinito.
La distesa delle viti
brillava sotto il sole e i loro chicchi erano preziosi orecchini di una dama
gentile che prometteva l’oblio degli affanni prima di recarsi al ballo.
Gli ulivi frondosi stavano
immobili, custodendo i segreti che bisbigliavo loro, giovane donna che
riordinava il desiderio.
La terra bruna screpolata
accoglieva i miei passi che allora non scorgevano sentiero da scegliere, poiché
la vita sembrava essere tutta lì, distesa e tranquilla davanti ai mio sguardo
innocente.
Ma di tutto ciò non ricordavo
più il profumo, tanto vasta era la distanza che avevo messo fra me e loro.
Come non ricordavo più il
profumo del pane appena sfornato dal forno alla fine del vicolo che mi
accoglieva in una nuvola calda quando entravo spensierata fra lieviti
silenziosi e il colore rosso dei pomodori.
La polvere della strada
mentre giocavamo a Mondo, ragazzini scalzi, nascosti dietro ai carretti degli
asini che le mosche corteggiavano sulle loro magre anche.
Quanto era meravigliosamente
profumata quella terra del Sud da cui mia madre mi aveva allontanata per
l’odore di acciaio delle fabbriche padane che profumavano invece di sudore di
lavoro, di lacrime salate, di umide nebbie.
Ma quando arrivai, scendendo
da quel treno che finalmente mi riportava a casa, in quel mondo lontano, lo
sentii, emozionata lo ritrovai il profumo della mia
terra. Aveva quello stesso profumo gustato in un raro sogno delle mie notti
insonni, in cui arrivavo e placando la mia sete alla fontana antica custodita
dagli oleandri in fiore, con gli occhi abbassati, sussurravo “Il profumo della
mia terra…”.
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