"Viaggi di nuvole e terra: taccuini tra realtà e fantasia" 2018, Macchione editore
pagg 65-66
L’umidità è minima, il calore intenso, le resine e
gli oli essenziali danno il meglio di sé, in certi momenti mi sembra di
concentrarmi sul mio olfatto, di essere solo naso per cogliere tutte le
sfumature di questo straordinario bouquet, ma è talmente variegato che non sono
capace di distinguere le essenze.
Incredibile, una meraviglia continua per tutti i
cinque sensi.
Non ricordo di aver mai provato sensazioni del
genere, eppure le isole sono la mia passione e ne ho visitate tantissime dal
Mediterraneo all’Atlantico.
Anche la vista può godersi il massimo della
bellezza: girando per strade e stradine, con la agilissima Pandina affittata,
in alcuni momenti vedo scorci ombreggiati, sembra di essere in Trentino, perché
i pini alti trenta, quaranta metri hanno un impatto visivo prevalente, poi, facendo
una curva si apre all’improvviso una baia a mezzaluna, bianchissima di sabbia e
cobalto di mare, un’improvvisa luce accecante del sole…una scossa emotiva.
Me la godo, nuotando lentamente, esplorando il fondo
o semplicemente galleggiando portata da onde così lente e piatte da ricordare
l’acqua di un lago. Per me è una sensazione preziosa: lascio andare tutti i
muscoli nel più completo rilassamento, faccia al sole, occhi chiusi, mi sento come
un’alga e come questa ho un vuoto mentale che ripulisce il cervello da
qualunque pensiero possa inquinarlo.
E’ il momento in cui davvero mi sento parte della
Natura, la Madre, non c’è momento più intimo, l’acqua è davvero il mio elemento
insieme all’aria, così libera. Mi sento una creatura d’Acqua e d’Aria: la mia
natura è di Fuoco, leonina, impulsiva e irruente, combattiva…mi manca un po’ la
solidità della Terra, immobile, eterna ma pratica e razionale. Acqua e Aria
sono il mio equilibrio.
Come le stelle attorno alla bella luna
pronte ritraggono il fulgido sembiante
quando quella piena più risplende
sopra la terra bruna
(Saffo)
C’è solo la musica ritmica del mare stasera sotto
una luna piena enorme e bianchissima: all’orizzonte il mare fluisce nel cielo
in un blu così intenso da sfiorare il nero.
Fluire: anche il suono di questa parola scorre
lentamente, mille momenti di sospensione si uniscono per un moto così lento ma
continuo e incessante, cui nessuna energia può opporsi, “panta rei” diceva Eraclito, perché ogni nostro istante non è mai
uguale al precedente e noi non siamo mai uguali mentre passiamo da un tempo
all’altro.
Tutto
muta dentro e fuori di noi, cambia nasce e muore, fluendo…ogni cellula ogni
respiro ogni pensiero ogni ricordo in un continuo divenire.
La
filosofia è nell’aria in quest’isola dimenticata dal tempo, sembra che i
ricordi vicini e lontani si aprano continuamente, lampi che mi confortano
perché, purtroppo, vivo in un mondo così lontano da quello dei pensatori, di
chi fa del pensiero una ragione di vita. Ora è Eraclito l’oscuro, ora è la
vista della Natura che qui si trasforma in personaggi mitici, che dà sembianze
umane alle piante, agli animali e agli astri…In Grecia è così.
E mi
piace guardare la Natura pensandola madre e anche matrigna, dispensatrice di
benessere, ma anche superiore, indifferente e non partecipe agli umani destini,
così come la vedevano gli antichi greci, o Leopardi, così come l’hanno sempre
vista gli abitanti di queste isole devastate da periodici, intensi terremoti.
Nell’ambivalenza
c’è un senso del limite e della finitezza che l’uomo oggi sembra aver perduto,
perché si sente onnipotente, diventato un dio grazie alla tecnologia e alla
scienza, capace di penetrare alle radici della vita nel DNA, di manipolare i
geni di creare nuove forme di vita, anche se stesso, teso alla perfezione del
corpo e al rifiuto della mortalità. Un’idea pericolosa quella della nostra
cultura cristiana che la Natura sia sempre buona, perché donata da Dio al
servizio dell’uomo che può usarla e sottometterla: e com’è ridicolo di fronte
alla sua potenza, l’uomo/dio che rifiuta l’idea della morte, è così fragile e
misero…
"Viaggi di nuvole e terra", 2018, Macchione editore,