Recensione di Tiziana Viganò.
Con il secondo libro che ha come protagonista Sara Morozzi, dopo “Sara al tramonto” (2018, Rizzoli),
Maurizio De Giovanni
propone ai lettori un sfida: riuscire a svincolarsi dagli amatissimi grandi
personaggi delle serie del commissario Ricciardi e dei Bastardi di
Pizzofalcone, per seguirlo in questa nuova avventura letteraria.
In linea con le caratteristiche dei nuovi personaggi, cambia
il registro narrativo, adotta un linguaggio e una forma diversi, come diverse
sono le atmosfere di una Napoli sottotono, non più scenografica e coprotagonista,
ma ingrigita e anonima, ridotta a sfondo. Il gusto del teatro che
caratterizzava i romanzi precedenti si perde in un lessico più scarno, semplice,
che si adatta perfettamente alla storia raccontata, cupa e drammatica, al
contesto e ai personaggi. Ritorna al suo stile abituale, caldo, ricco di
emozioni e di colori, quando nei flashback i ricordi invadono e scuotono le
anime.
E non potrebbe essere altrimenti, perché questi personaggi,
soprattutto le donne, sono come congelati in un momento attuale estremamente
doloroso, dove la separazione e la perdita non riescono ad essere elaborate,
dove enigmi che sembrano senza soluzione li ossessionano, dove la ricerca della
verità potrebbe lenire in parte sofferenza, angoscia e senso di colpa. L’autore
s’immerge nelle figure che ha creato e si adegua a loro.
Sara è una donna precocemente invecchiata, malmessa, grigia
e a prima vista banale, una donna invisibile: solo chi sa come guardarla nel
profondo trova in lei una bellezza e una forza che l’apparenza nasconde. Nella
sua anima però c’è un deserto freddo, percorso da venti implacabili che
impediscono alle ferite del cuore di rimarginarsi, la tragica morte del suo
grande amore, la perdita del figlio non le danno tregua...l’amore è un inferno. Per Sara come per Teresa Pandolfi, suo capo
in un’Unità dei Servizi per la sicurezza dello Stato, innamorata perdutamente
di un giovane stagista che viene ucciso. Insieme daranno la caccia agli
assassini.
Sono donne esperte e capaci, la Mora e la Bionda: Sara ha l’abilità
non comune di leggere il linguaggio non verbale, ne coglie i minimi dettagli e
nel suo lavoro di analisi e d’intercettazione è imbattibile, riesce a
smascherare la menzogna in tutte le sue espressioni, a intercettare le
intenzioni reali, decifrare ogni segno, leggere nel pensiero.
Teresa, una donna forte, una lupa, chiede aiuto alla vecchia
amica e collega: è diventata fragile e vulnerabile, ha bisogno di aiuto, ma
anche Sara ha bisogno di lei, per sentirsi di nuovo viva. Loro due insieme, lo Yin e lo Yang della sorveglianza segreta,
si completavano a vicenda, Mora vedeva al di là delle maschere e conosceva le
emozioni, Bionda intuiva le ragioni delle menzogne.
Trovare la verità non sarà facile: gli interessi sono alti, gli
individui estremamente pericolosi, Roma e la politica più sporca entrano in
gioco, la “strategia della tensione” dopo tanti anni ha solo cambiato nomi, ma
è rimasta la stessa di quarant’anni fa. Nuovi sono i metodi usati dall’Unità
dei Servizi segreti, software capaci di rilevare cose incredibili,
intercettazioni, informazioni, eventi capaci di orientare l’opinione pubblica
nella nuova tremenda industria del crimine. Ma Sara e Teresa andranno
fino in fondo, perché solo la verità e la vendetta potranno ridare significato alla loro vita.
ni fa. Nuovi sono i metodi usati dall’Unità dei Servizi segreti, software capaci di rilevare cose incredibili, intercettazioni, informazioni, eventi capaci di orientare l’opinione pubblica nella nuova tremenda industria del crimine. Ma Sara e Teresa andranno
fino in fondo, perché solo la verità e la vendetta potranno ridare significato alla loro vita.
ni fa. Nuovi sono i metodi usati dall’Unità dei Servizi segreti, software capaci di rilevare cose incredibili, intercettazioni, informazioni, eventi capaci di orientare l’opinione pubblica nella nuova tremenda industria del crimine. Ma Sara e Teresa andranno
L’ispettore Davide Pardo, che l’autore condanna a essere
maltrattato e sottomesso alle intemperanze canine di Boris, un Bovaro del
Bernese fuori taglia, è il baby sitter innamorato del piccolo Massimiliano,
nipote di Sara: strappa al lettore qualche sorriso da macchietta, ma è anche valido
aiuto nelle investigazioni. Viola, la nuora vedova di Sara, fotografa, abile
nelle ricerche in rete, è riuscita a leggere negli occhi di Sara, a capire
quello che ha ancora dentro, a capire le parole che può ancora dire dopo tutti
gli anni in cui si è trincerata dietro il silenzio.
La narrazione segue le abilità di Sara, spiegando con tono
didascalico il significato del linguaggio non verbale così importante per
svelare segreti e misteri come per interpretare la comunicazione tra esseri
umani. La trama, complessa e interessante, lega il lettore alle pagine del
libro, propone interpretazioni a trame e verità nascoste in eventi delittuosi
d’attualità, perché la storia si ripete in forme sempre uguali e sempre diverse.