Giallo. Il colore della copertina del prossimo libro che leggerò. Duecentocinquanta pagine per rilassare la mente nel tragitto casa lavoro e viceversa.
Ho bisogno di questo tempo di riposo mentale, fra meno di un mese partirò alla volta del Cammino di Santiago e di conseguenza, i pensieri e le emozioni aumenteranno di tono e di intensità lasciando sempre meno spazio a tutto il resto.
Giallo è anche il colore delle indicazioni sul Cammino, saranno di questo colore le conchiglie che mi indicheranno la strada giusta, mi terranno compagnia e cattureranno la mia attenzione passo dopo passo.
Giallo, come la linea della metropolitana dove qualche settimana fa ho scoperto la vera utilità della tecnologia. Era un giovedì, più o meno verso le 19, passò il biglietto nel tornello, percorro in discesa una rampa di scale e poi una in salita ed eccomi al livello dei binari.
Il treno è già li, porte aperte e sospirando salgo pregustando venticinque minuti di rumori e chiacchiere più o meno moleste.
Mi siedo e appena il treno parte la noto. Una ragazza che parla al telefono muovendo le mani in modo veloce e apparentemente insensato.
La guardo sbigottito, ma dopo pochi secondi vedo che quello che sta facendo è una video chiamata, con il suo compagno credo, anche lui intento ad usare le mani per comunicare.
Mi si apre il cuore e un sorriso si allarga spontaneamente sul viso.
Ho sempre avuto un rapporto di odio e amore con la tecnologia, senza dilungarmi in teorie più o meno condivisibili, la trovo necessaria ma credo anche che la usiamo in modo superfluo.
Ma quello che ho visto non è superfluo, anzi è potente, quasi miracolosa nel permettere a due persone non udenti di comunicare anche se distanti fra di loro.
Arrivo alla mia fermata e scendo, mentre la loro conversazione sta andando avanti.
Sono felice, tante volte do per scontate cose che non lo sono affatto e riscoprirle così per caso è un dono da saper cogliere al volo.
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