già uscita su
Un affresco medievale
che racconta il mondo del popolo nella quotidianità delle imprese di un famoso
chef d’altri tempi, Mastro Chiquart,
e della sua brigata di cucina, tra gli intrighi politici dei nobili nelle
stanze dei castelli e sulle impervie strade che collegavano la Savoia alla
bassa Valle d’Aosta.
Trasportati nel 1416 alla corte di Amedeo VIII duca di Savoia, nel suo castello di Chambéry e nel castello del maresciallo Bonifacio di
Challant a Fènis, non ci troviamo in mezzo a gesta eroiche ed epiche come
più avanti nel tempo saranno descritte con le
donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese: in
questo mondo di montanari rudi e astuti anche i personaggi famosi, i nobili e
le loro corti appaiono grezzi e comuni proprio come dovevano essere nella
realtà.
L’abilità della scrittrice e lo studio approfondito dell’età
medievale che ricorre in tutti i suoi libri ci rende partecipi di quella realtà,
ci immerge in essa, facendoci esplorare splendide dimore e toccare con mano i
vestiti e i mantelli, ci fa respirare l’atmosfera e la vita quotidiana di
quella affascinante valle circondata da altissimi monti. Ma soprattutto ci fa
assaporare con l’immaginazione i cibi forti e speziati, ci mostra i piatti
elaborati, presentati in modo stupefacente durante i banchetti: dal cinghiale
sputafuoco ai cigni cotti che muovono la testa...Perfino le pagine profumano
delle esotiche spezie che si usavano a profusione.
Potrà Marion, nuova aiuto cuoco, realizzare ricette così
raffinate e difficili? Forse copiando
e rielaborando proprio le ricette del suo Maestro o per la sua abilità
personale?
Chiquart, chef de cuisine – che per molti versi ci ricorda quelli dei nostri
giorni - sta dettando le sue ricette da tramandare ai posteri, ricche di
esperimenti di gusto e azzardati accostamenti: elemento chiave di tutto il
romanzo, il manoscritto su pergamena
esiste realmente, nella biblioteca di
Sion, e la sua accurata lettura ha permesso a Valeria Montaldi di ideare il romanzo e costruirlo proprio attorno
a questo libro importante, uno dei primi ricettari scritti e arrivati ai giorni
nostri.
Una storia attuale fa da contrappunto a quella antica, il maresciallo dei carabinieri
Giovanni Randisi e la sua assistente Claudia Lucchese, del Comando Carabinieri di
Aosta, sono alla caccia dell’assassino di una ristoratrice, il cui marito, chef
appassionato di ricettari antichi, ha comprato il famoso manoscritto di Chiquart (o forse no?).
I capitoli storici si alternano a quelli moderni e un filo
rosso lega avvenimenti e delitti, perché nel corso dei secoli si conferma
puntualmente la coazione a ripetere azioni ed errori. Gli esseri umani sono
accomunati nell’eterna lotta tra Bene e Male, tra i cattivi e i buoni, tra chi
domina e chi subisce, ma i confini tra gli opposti non sono netti, sfumano
l’uno nell’atro.
Le donne del Medioevo
lottavano contro i pregiudizi e la subordinazione al maschio, dovevano
difendersi con l’astuzia, gli inganni, le arti della seduzione e quelle della
mente: le figure femminili del romanzo sono alle prese con questi problemi in
due mondi, l’antico e il moderno, e cercano un loro spazio di autoaffermazione.
Vincono alla fine, ma devono sudare sangue. Da donna, la scrittrice sottolinea
questo tema che le è caro, per meditare sul passato e sul presente, solo
apparentemente lontani.
Dall’amore per la Valle d’Aosta e dalle sue prime ricerche
di storia medievale sui Walser sono nati gli otto libri di Valeria Montaldi: “Il pane del diavolo” in uscita il 18
settembre per le edizioni Piemme, è un
romanzo che oscilla tra il romanzo storico e il giallo senza poter essere
classificato rigidamente né in un genere né nell’altro.
Interessante nella sua veste storica, intrigante come un poliziesco classico, si divora grazie all’abilità narrativa della scrittrice, giornalista di fama che con la fluidità delle acque della Dora Baltea ci fa spaziare dal Quattrocento ai giorni nostri,...
.......continua a leggere su
http://www.milanonera.com/pane-del-diavolo/
Interessante nella sua veste storica, intrigante come un poliziesco classico, si divora grazie all’abilità narrativa della scrittrice, giornalista di fama che con la fluidità delle acque della Dora Baltea ci fa spaziare dal Quattrocento ai giorni nostri,...
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