martedì 19 giugno 2018

“Noi e il Sessantotto” antologia a cura di Tiziana Viganò (2018, Macchione Editore). Recensione di Tiziana Viganò.

Il Sessantotto è mito e simbolo: un modello che va preso con la giusta dose di senso critico e con la capacità di vederne lucidamente i limiti, ma che rappresenta ideali intramontabili per l’essere umano e per la società.

recensione di Tiziana Viganò
già pubblicata su
https://www.sololibri.net/Noi-e-il-sessantotto-Vigano.html


Un mito. Tanto potente che nell’immaginario collettivo suscita emozioni contrastanti e opposte. Ha due facce come Giano, una in luce e una in ombra, una positiva e una negativa.
È anche simbolo importante di un desiderio di cambiamento che fu talmente intenso da coinvolgere e mettere in movimento un’intera generazione di giovani (almeno nei paesi occidentali e nel Nordamerica) con una passione totale e pervasiva, come raramente si è visto e come, sicuramente, non si è più visto da allora.
Uno di quei momenti della Storia che fanno da spartiacque tra un prima e un dopo completamente diverso.

Poi abbiamo assistito alla caduta verticale dei valori, degli ideali e della passione di portare avanti le proprie convinzioni: distrutti dalla violenza degli anni Settanta, dal consumismo sfrenato degli Ottanta, dal riflusso dei Novanta, dalla crisi dopo il Millennio. Le conquiste di allora non sono state portate avanti, anzi, sono state perfino rinnegate. Pensiamo all’articolo 18, alla categoria di insegnanti impreparati e demotivati, alla violenza sulle donne, al modo di relazionarsi sempre più individualista, dietro lo schermo informatico, esattamente il contrario del “fare gruppo” di allora.

Chi ha vissuto in quegli anni sa bene che quegli ideali di pace, di libertà e di giustizia sociale gli hanno formato la mente e il cuore e sono rimasti immutati nel tempo:  tutti hanno subito dure prove di fronte al crollo di quegli ideali causato dall’escalation di violenza, al terrorismo che li ha trasformati in ben altra cosa, nel contrario, e alla successiva repressione dei movimenti da parte dello Stato che doveva riportare l’ordine.
Tutti hanno nostalgia di quel vento di cambiamento che ha trasformato la società e delle passioni che hanno infiammato la loro gioventù: ma perfino i tre giovani autori del libro, che guardano al passato con gli occhi di chi vive oggi, vedono nel Sessantotto un modello ispirante per mettere un fermento di dinamismo in questa società che presenta molte falle e molte regressioni.

Il Sessantotto è un modello che va preso con la giusta dose di senso critico e con la capacità di vederne lucidamente gli errori per capirli e non ripeterli.
Il senso della Storia sarebbe questo, imparare dal passato per migliorare sempre, ma la Storia stessa ci ha insegnato che gli esseri umani hanno la coazione a ripetere i propri sbagli.

Scopo di questo libro, “Noi e il Sessantotto” è raccontare le storie della gente comune, negli anni dal 1968 al 1978, storie private che si innestano nel collettivo, di ragazzi e ragazze che vivevano la vita di tutti i giorni e avevano esperienze diverse a seconda del contesto sociale, della città, dello studio, del lavoro.
Diversi i punti di vista, ma un filo comune nelle piccole e grandi rivoluzioni quotidiane. Rompere gli schemi cercando vie nuove nella politica; manifestare e combattere per le proprie idee; lottare per i diritti del lavoro; lottare per i diritti delle donne ad avere un ruolo nella società; sentire fortemente l’appartenenza a una collettività; opporsi a una società retriva, autoritaria, immobile; o anche solo  conquistarsi la libertà di uscire di casa sole o accorciare le gonne; scegliersi il corso di studi e la vita desiderata; amare senza remore…
Alla base di tutto il desiderio infinito di essere liberi, liberi di essere, liberi di fare, liberi di pensare.

Non mancavano le contraddizioni: si lottava contro il consumismo, l’imperialismo e i modelli dominanti della società borghese, ma si accettava un altro tipo di uniformazione legato ai nuovi gruppi che si erano formati, cadendo quindi da un conformismo all’altro; si rifiutava la libertà di pensiero di chi era diverso, criticando anche la Sinistra storica, colpevole di essere legata al sistema, cadendo quindi in altre forme di oppressione, di chiusura e di dogmatismo; si voleva applicare un modello collettivo anche al privato dimenticando che non tutti gli esseri umani possono avere gli stessi obiettivi; si accettava o si celebrava la violenza e la lotta armata cadendo in una spirale di sangue che ha finito per determinare la reazione e la repressione e travolgere anche gli aspetti positivi dei cambiamenti ottenuti.

Emerge chiaro nei racconti degli autori dell’antologia, il desiderio di raccontare il Sessantotto in positivo, la capacità di vivere con passione, con ideali e valori forti, e di tramandare il sogno di poter cambiare il mondo, che, arrivati a una certa soglia di maturità, vuol dire anche saper cambiare se stessi e avere una visione più moderata e tollerante rispetto ai fuochi giovanili.

“Noi e il Sessantotto” (Macchione editore) coordinati da Tiziana Viganò dodici autori che rivivono il passato, tre giovani d’oggi che lo giudicano, quindici storie come mattoni che, insieme, costruiscono l’edificio della Grande Storia. Il libro si chiude con una cronologia degli eventi degli anni Sessanta e Settanta, che inquadrano il contesto magistralmente aperto dalla acuta prefazione di Carlo A. Martigli, lo storico autore di tanti best&long seller.

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