sabato 27 gennaio 2018

“Silenzio di tomba: tutti morti tranne il becchino” racconto di Tiziana Balestro per Il Vizio di scrivere

Il cimitero acattolico di Roma
in un dipinto di E.Munch
Biblioteca di Rescaldina, 21 gennaio 2018: con l'argomento sorteggiato "Silenzio" Tiziana Balestro ha scritto un racconto che ricorda le atmosfere dell' "Antologia di Spoon River" di E. Lee Masters


Qui dove mi trovo, nessuno parla. Non per snobismo, ma perché non possiamo più parlare con gli altri. Un silenzio di tomba per la maggior parte del tempo. Poche chiacchiere, troppo poche. Tutti morti tranne il becchino. La voce di Glauco, il becchino,riecheggia nel lungo viale da cui riposo da diciott’anni. Lui è un tipo solare, mi fa compagnia al contrario dei miei vicini di tomba. Accanto a me giace Anselmo Ferretti nato a Roma il 6 aprile del 1933 e morto il 26 giugno 2011.Alla mia destra c’è  una bambina: Virginia Pontera nata il 9 gennaio 2005e morta il 12 ottobre 2012. E poi ci sono io: Claudio Marini nato il 18 marzo del 1942, morto il 4 maggio 2000.Siamo tutti nati e morti a Roma. E che morti! Anselmo è morto d’infarto, Virginia in un incidente d’auto. Di entrambi l’ho saputo dai loro cari. Quanti pianti! Lo ammetto, ho
pianto anch’io quando hanno portato quella bara bianca. Le bare bianche sono un colpo al cuore, anche se il mio non batte più da tanto tempo. Morto, silenziosamente morto, vivo nei sentimenti.
Che dici?” rispondo a Virginia.
Non piangere, Claudio. Lasciami riposare.”
Ci proverò, ma mi commuove sempre la tua storia. Lo vedi come piange pure questa signora di fronte a te?”
Silenzio, di nuovo. Si dev’essere addormentata. Dormi, piccola, dormi. Non racconterò più di te che hai sbattuto la testa sul vetro. Un’imprudenza di tuo padre costata cara. Ma ora dormi, sarai stanca.
E di me non dici nulla?”
Certo Anselmo, certo.”
 Anselmo è morto d’infarto. Non si pensi che sia stata una morte brutta. Dormiva e durante il sonno ha proseguito verso quello eterno. Il cuore pompava bene, era un uomo in salute.
Anselmo, non è che hai fatto qualche stravizio negli ultimi tempi?
Che mi ricordi, no. Ma è passato troppo tempo, non sono sicuro.
Hai ragione. Anch’io comincio a dimenticare qualche particolare.”
E pure Anselmo torna in silenzio. Io vorrei parlare di più. Forse potrei farlo con il becchino.
 Che male c’è a sfogarsi un po’? Sono morto, mica asociale. Oggi non si vede, cosa sarà successo? Ho imparato a capire che orario fosse attraverso le ombre delle lapidi e non solo. La signora  Nilde Meniconi vedovaSebastiani la conoscobene; era una mia compagna di classe.
Precisa, tutti i giorni passa dal marito, solita ora e solito mazzo di fiori. Poverina! Almeno io non ho lasciato nessuno a piangermi, né genitori, né moglie e si spera nessun figlio. Non mi risulta nessuna richiesta di paternità.Avrei tanto voluto diventare padre, invece non ho trovato la compagna giusta. La mia vita non è stata una favola. Avevo un lavoro fisso come operaio in una fabbrica che lavora l’acciaio. Proprio quel posto di lavoro che mi ha ucciso. Sul referto dell’autopsia hanno scritto esalazione da azoto.Ancora qualche anno e sarei andato in pensione. Non voglio pensare alle cose brutte. Ho altro perla testa come sapere dov’èGlauco.Mi preoccupa questa assenza. Qui è un mortorio senza di lui e i miei vicini di bara non mi aiutano a ingannare l’attesa. Glauco, invece, mi fa sorridere con le sue battute al vetriolo. La domenica ascolto le partite insieme a lui, so tutto di sua moglie; Glauco ha il vizio di parlare da solo. So pure di certi intrallazzi. Bocca mia, taci! Per forza: non posso parlare con i viventi, solo ascoltare e vedere. Ad esempio: chi è questo signore con in mano la scopa e la paletta che pulisce? Glauco, non facciamo scherzi, dove sei?
È morto. afferma Anselmo ridestandosi.
È morto? Ma quando? Non sapevo niente. Chi te l’ha detto?
Mia moglie.
Se l’ha detto sua moglie, ci credo. Non le sfugge niente. Ma…
Quando te l’ha detto, Anselmo.
“Ieri mattina.

Ecco, lo sapevo. Per una volta che mi sono appisolato, è successo di tutto. Che tristezza! Mi aspetteranno lunghi periodi di silenzio. Qui sono tutti morti, pure il vecchio becchino.

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