lunedì 18 maggio 2020

“Una lettera per Sara” di Maurizio De Giovanni. Recensione di Tiziana Viganò


Con la serie di Sara, dedicata all’aspetto politico nel noir, De Giovanni apre spiragli segreti della storia italiana recente.
In uscita il 19 maggio 2020 nella collana Nero Rizzoli. 

Recensione di Tiziana Viganò


Leggere un libro di Maurizio De Giovanni è sempre un regalo, sia dal punto di vista della storia che l’autore ci narra, sia per la qualità letteraria della scrittura, che va sempre molto al di là di un classico libro nero o giallo, sia per le emozioni che trasmette attraverso i suoi personaggi.
Amore e dolore sono al centro della narrazione, i personaggi sono tormentati dai ricordi, dal passato crudele o angoscioso, da eventi che sembrano gestiti da un Fato maligno: la felicità è transitoria e si paga sempre a caro prezzo. Eppure non c’è atteggiamento negativo, l’autore racconta le storie dei suoi personaggi accogliendoli con empatia, vivendo con loro le emozioni, senza giudicarli, accompagnandoli nella loro malinconia a volte dolce a volte rassegnata, oppure pervasa di passione cupa e violenta, sempre velata da ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.

Rispetto ai libri dei Bastardi di Pizzofalcone e del commissario Ricciardi, nella serie di Sara manca lo sfondo della città di Napoli: se là era ben più che una scenografia, viva e pulsante protagonista, con odori suoni colori movimenti, ora è appena accennata, e si addice perfettamente a lei, la donna invisibile.
Sara non mente mai, è vera nel suo sembrare quella che è, senza maschere, senza trucchi, la sua abilità è quella di captare pensieri,  sentimenti e menzogne altrui attraverso la lettura finissima del linguaggio del corpo, tanto da entrare nella mente e nel cuore degli interlocutori, penetrando fin nelle anime.

Un’altra differenza con le serie precedenti: dove là prevaleva l’aspetto sociale e psicologico, con Sara, De Giovanni apre le porte all’aspetto politico nel noir e alla storia italiana recente.

Sara, che non lavora più nei Servizi Segreti, esamina un cold case, un omicidio di trent’anni prima mai risolto, su cui è necessario far giustizia: indaga con le sue capacità eccezionali e con i suoi due aiutanti, il simpatico ispettore Pardo e Viola, la compagna del defunto figlio.
I fili da intrecciare sono labili, c’è solo una lettera perduta, dei dossier scomparsi dal 1991, ma il lampo di un ricordo, un’immagine di trent’anni prima, il suo istinto formidabile insinuano un doloroso dubbio sul comportamento di Massimiliano Tamburi, il capo dei Servizi e suo amatissimo compagno, morto da qualche anno.
Sara continua l’indagine per dipanare il mistero nascosto sotto responsabilità politiche gravi, corruzione, insabbiamento, ricatti, tangenti, rapporti tra politici, Intelligence e mafiosi: non è tanto per aiutare l’amico Pardo, ma per chiarire a se stessa l’orribile sospetto sul ruolo di Massimiliano in una vicenda oscura. Chi era in realtà l’uomo che aveva tanto amato e per cui aveva addirittura abbandonato suo figlio?

All’interno della trama l’autore inserisce molte storie raccontate dai personaggi, punti di vista diversi che concorrono a rivelare una sola storia, quella parte di verità che aveva dato il via all’indagine di Sara e di Pardo.

L’autore osserva alla fine con indulgenza i suoi personaggi sconfitti dalla vita, accoglie il loro dolore, stimola la memoria dei lettori a ripercorrere una storia collettiva densa di tracce tragiche e sospese, mai del tutto chiarite.

leggi anche su questo blog
"Le parole di Sara" 

"Incontro e intervista a Maurizio De Giovanni"

Ascolta il primo capitolo letto da Maurizio De Giovanni


“Una lettera per Sara”
di Maurizio De Giovanni
Nero Rizzoli
pagg 336
euro 19,00

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