Con la serie di Sara, dedicata all’aspetto politico nel noir, De Giovanni
apre spiragli segreti della storia italiana recente.
In uscita il 19 maggio 2020 nella collana Nero Rizzoli.
Recensione di Tiziana Viganò
Leggere un libro di Maurizio De Giovanni è sempre un regalo,
sia dal punto di vista della storia che l’autore ci narra, sia per la qualità
letteraria della scrittura, che va sempre molto al di là di un classico libro
nero o giallo, sia per le emozioni che trasmette attraverso i suoi personaggi.
Amore e dolore sono
al centro della narrazione, i personaggi sono tormentati dai ricordi, dal
passato crudele o angoscioso, da eventi che sembrano gestiti da un Fato
maligno: la felicità è transitoria e si paga sempre a caro prezzo. Eppure non
c’è atteggiamento negativo, l’autore
racconta le storie dei suoi personaggi accogliendoli con empatia, vivendo
con loro le emozioni, senza giudicarli, accompagnandoli nella loro malinconia a
volte dolce a volte rassegnata, oppure pervasa di passione cupa e violenta,
sempre velata da ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.
Rispetto ai libri dei Bastardi
di Pizzofalcone e del commissario
Ricciardi, nella serie di Sara
manca lo sfondo della città di Napoli: se là era ben più che una scenografia,
viva e pulsante protagonista, con odori suoni colori movimenti, ora è appena
accennata, e si addice perfettamente a lei, la donna invisibile.
Sara non mente mai, è vera nel suo sembrare quella che è,
senza maschere, senza trucchi, la sua abilità è quella di captare pensieri, sentimenti e menzogne altrui attraverso la
lettura finissima del linguaggio del corpo, tanto da entrare nella mente e nel
cuore degli interlocutori, penetrando fin nelle anime.
Un’altra differenza con le serie precedenti: dove là
prevaleva l’aspetto sociale e psicologico, con
Sara, De Giovanni apre le porte all’aspetto politico nel noir e alla storia
italiana recente.
Sara, che non lavora più nei Servizi Segreti, esamina un cold case, un omicidio di trent’anni
prima mai risolto, su cui è necessario far giustizia: indaga con le sue
capacità eccezionali e con i suoi due aiutanti, il simpatico ispettore Pardo e
Viola, la compagna del defunto figlio.
I fili da intrecciare sono labili, c’è solo una lettera
perduta, dei dossier scomparsi dal 1991, ma il lampo di un ricordo, un’immagine
di trent’anni prima, il suo istinto formidabile insinuano un doloroso dubbio
sul comportamento di Massimiliano Tamburi, il capo dei Servizi e suo amatissimo
compagno, morto da qualche anno.
Sara continua l’indagine per dipanare il mistero nascosto
sotto responsabilità politiche gravi, corruzione, insabbiamento, ricatti,
tangenti, rapporti tra politici, Intelligence e mafiosi: non è tanto per
aiutare l’amico Pardo, ma per chiarire a se stessa l’orribile sospetto sul
ruolo di Massimiliano in una vicenda oscura. Chi era in realtà l’uomo che aveva
tanto amato e per cui aveva addirittura abbandonato suo figlio?
All’interno della trama l’autore inserisce molte storie
raccontate dai personaggi, punti di
vista diversi che concorrono a rivelare una sola storia, quella parte di
verità che aveva dato il via all’indagine di Sara e di Pardo.
L’autore osserva alla fine con indulgenza i suoi personaggi
sconfitti dalla vita, accoglie il loro dolore, stimola la memoria dei lettori a
ripercorrere una storia collettiva densa di tracce tragiche e sospese, mai del
tutto chiarite.
"Incontro e intervista a Maurizio De Giovanni"
Ascolta il primo capitolo letto da Maurizio De Giovanni
“Una lettera per
Sara”
di Maurizio De
Giovanni
Nero Rizzoli
pagg 336
euro 19,00
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