Per Il Vizio di scrivere edizione online del 4-4-2020 Giancarlo Bosini
ha scritto questo racconto poetico che ispira associazioni
con immagini d'arte divina
Il suono del mare
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Battello a vapore al largo di Harbour’s Mouth di William Turner (1842) |
Il monaco il riva al mare di Caspar David Friedrich (1808-1810) |
Sapevo che il mare è pericoloso e le tempeste terribili,
tutti i pescatori lo sanno, ma io non ho mai considerato quei rischi come un motivo
per rimanere a terra. Avrei potuto lasciare la barca in porto, al sicuro, ma è
per sfidare il mare, con i pericoli che nasconde, con la sua immensità e le sue
profondità ricche di mistero, che le barche sono state costruite.
Mi ha sempre affascinato il mare, esercita su di me un
richiamo a cui non so resistere. Il suo rumore sovrasta i miei pensieri.
Ascolto la sua voce e il suo suono mi parla sino a raggiungere l’anima; penso
che solo la musica lo possa eguagliare.
Lo guardo, è l’immagine dell’infinito, imprevedibile come la
vita; prima era una tavola blu sconfinante nel cielo, poi è ritornato mare
vivo, iniziando dapprima a incresparsi con onde quasi stanche e ciascuna con
una luce differente, poi più agitate, fino a diventare sempre più grandi,
sempre più grandi, sembrava quasi volessero innalzarsi sino al cielo, per poi
abbassarsi fino a toccare l’abisso e qualcuna sembrava una creatura mostruosa
tanto era alta. Uno spettacolo straordinario e ci si chiede se è possibile possa
tornare di nuovo calmo, come quando si è partiti. Poi d’improvviso un’onda con
il suo suono terribile e tutto quell’infinito diventa solo fragore, un urlo assordante
che non puoi spegnere, nel quale vado a perdermi; non mi è stato più possibile
vedere, pensare, solo il suono del mare, mentre rivivo la mia esistenza nell’attimo
infinito dell’onda che mi avvolge.
Il mare è dolce e meraviglioso, ma può essere crudele. Il
mare incanta, genera tempeste, divora navi, regala ricchezze, è dolce, è
potente e imprevedibile, ma soprattutto il mare chiama e continuerà a
chiamarti, senza spiegare nulla, senza dirti dove, ovunque il suo suono ti
chiamerà. Il mare uccide.
Ed ecco, il mio corpo se ne va, come sono venuto; sul
mare, un’immensa acqua che non avrà mai pace.
La Grande Honda di Hokusai (1832) |
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