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Le parole sono la traduzione materica
dei contenuti dell’anima:
volano nell’aria o si fermano scritte, esprimono emozioni e sentimenti, dolore
ed angoscia, felicità o disperazione…e molto molto altro.
Guai a non
far emergere questi contenuti, Shakespeare, da grande poeta ci dice
«Dà voce
alla sofferenza. Il dolore che non parla imprigiona il cuore agitato e lo fa
schiantare»
Proprio come
Mauro Montalto, che si è trovato ad affrontare uno dei più spaventosi momenti
di dolore che possano capitare a un essere umano, più doloroso perché
viscerale, intimo, di carne, oltre che di anima.
E’ riuscito
a trasdurlo fuori di sé, nel senso di
portare una forma di energia in un’altra, a guardarlo dall’esterno, nelle
sue mille e mille sfaccettature, proiettandolo su uno schermo che gli ha fatto
comporre e scomporre i dettagli della sua anima: contemporaneamente li ha
comunicati a chi vuole accogliere le sue riflessioni, i suoi lamenti, le sue
grida, riflettendoli a sua volta verso altri specchi.
Se i versi
scorrono liberi, molto spesso si richiudono in rime. Esigenza forse di
ingabbiare per un attimo in uno schema razionale questo schiumoso emergere di
emozioni forti che potrebbero sommergerlo. La
scrittura è catarsi, fa pensare e non pensare, nel contrasto e nella
contraddizione sopravvive, e può resistere ancora.Percorso non facile
quello del poeta: fronteggiare
l’emersione dell’inconscio e portarla su altri piani, dove il lutto
elaborato, manipolato e poi plasmato diventi altro senza perdere se stesso,
lasciando comunque alla coscienza e ai contenuti più profondi la possibilità di
vivere ancora, nonostante ciò che è avvenuto.
I temi del
rimpianto e della nostalgia, frustrazione disperazione amarezza lucida freddezza, fino alla
disperazione difficilmente narrabile di vivere con la morte in agguato, sempre
presente: se il poeta vede il mondo che lentamente muore, vede anche che solo
l'amore può salvarlo e donargli, sempre un passo alla volta, la speranza di un
nuovo giorno, mentre la
Natura silenziosa assiste o partecipa in onde lente e sempre più larghe,
sfumando o poi intensificando il dolore. Eppure
proprio in questo andare e tornare c’è l’inizio della guarigione che
sottilmente sfiora le pagine del libro, ci sono gli spiragli di luce che forano
le oscurità, piano piano, come nebbia che si dirada, perché senza amore come
senza sole non si può stare.
Quasi tutti
nella vita siamo stati di fronte a situazioni di separazione, perdita e lutto e
nei pur diversi ambiti e livelli abbiamo rischiato di schiantarci.....
....continua a leggere su
Mauro Montalto, è nato a Roma nel luglio del 1959; si
trasferisce a Pavia e lì termina gli studi.
Conduce un intensa attività teatrale, entra a far parte del Laboratorio Teatrale
del Teatro Fraschini di Pavia, dove recita per tre anni sotto la guida di Ida Marinelli al Teatro dell'Elfo di Milano e con Angela Amalfitano, attrice e regista del
DAMS di Bologna. In seguito interrompe l'attività di attore e comincia a scrivere
poesie. Nel 2016 pubblica una raccolta dal titolo “Appunti di viaggio”
edita da Aletti Editore.
Mauro
Montalto, “Appunti di viaggio”
Genere:
Poesia
Pagine: 64
anno: 2016
Editore:
Aletti
Prezzo:
12,00
ISBN
978-88-591-2820-5
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