Piccolo
vademecum in quattro parti
Attualmente nel mercato editoriale è possibile distinguere tre categorie di CE. Quelle che pubblicano a loro spese, ossia che si assumono il rischio d’impresa (che è quello che un editore, inteso nel vero senso della parola, dovrebbe fare), quelle che chiedono contributi all’autore, magari tramite forme ingegnose, e quelle che a seconda dei casi optano per la prima o per la seconda di queste due strategie (case editrici a doppio binario).
Ricordiamoci che un libro pubblicato da una piccola casa
editrice (in Italia ce ne sono migliaia) probabilmente non arriverà in molte
librerie e quindi le vendite saranno scarsissime. Un buon risultato si
attesterebbe sulle 250-300 copie vendute (un target non sempre facile da
raggiungere).
In genere, come spiegato nella parte 1 di questo post, è
l’autore che si deve organizzare per far conoscere la propria opera, perché non
sempre le CE si occupano efficacemente della promozione del libro.
Per quanto riguarda i guadagni, le CE (si sta parlando
delle piccole) in genere concedono all’autore dal 3 al 10% del prezzo di
copertina (poi bisogna togliere l’IVA e pagare le tasse), ma è più frequente
vedersi offrire percentuali attorno al 5%. In ogni caso è facile non percepire
nemmeno un euro, perché la provvigione potrebbe essere subordinata al numero di
copie vendute e, guarda caso, spesso quel numero corrisponde a 250-300 copie.
Inutile dire che sarebbe auspicabile una riforma
normativa che possa mettere chiarezza nel variegato mondo delle CE (magari
classificandole secondo le tre casistiche sopra illustrate e per le attività
svolte a supporto della pubblicazione: correzione bozze, editing,
distribuzione, ecc.) e stabilisca per legge quali debbano essere le percentuali
dovute come compenso agli autori (le royality), chiaramente vietando le
franchigie.
Nota: Articolo già pubblicato in NoiScrittoriNoiLettori
A
seguire:
Parte
3 - “Come selezionare un casa editrice”
Parte
4 - “Come farsi conoscere dai lettori”
Articolo precedente:
Parte
1 – “Il mercato editoriale”
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