mercoledì 22 luglio 2020

NUMERO VENTIDUE "Lo sbaglio di Agatha" di Annamaria Blogna. Miniracconto per "Il vizio di scrivere - Un giallo in venti righe"


per "Il vizio di scrivere - Un giallo in venti righe" un saporito piatto di pasta con ragù speciale servito da Annamaria Blogna

La donna stava lì in piedi e fissava il suo uomo con la faccia immersa nel piatto di spaghetti al ragù. Lo aveva davvero fatto? Il trillo del telefono la raggiunse, svegliandola come dal torpore in cui era caduta. Si asciugò le mani sul grembiule in maniera meccanica, si avvicinò all’apparecchio e sollevò la cornetta. 
“Pronto?” disse. Dall’altra parte una voce squillante e gioviale chiedeva di suo marito.
“No, il professor Raviola non c’è, ma può lasciar detto a me se crede. Sono la moglie”. Si stupì della risposta pronta. Ormai dopo aver servito il piatto fumante “con tanto ragù” (come si raccomandava sempre Lorenzo) con un sorriso degno della migliore casalinga nelle pubblicità della Knorr, si sentiva un’attrice consumata.
“Sì, certo! Allora signora dica cortesemente a suo marito che i problemi che ci sono stati oggi con la documentazione li abbiamo risolti. Era colpa del server, purtroppo in questi giorni di esami la piattaforma del Miur è rovente e a volte si inceppa… Ci scusi ancora col professore per avergli fatto perdere tempo per l’appuntamento delle 13. Arrivederci”. Nella cucina calò il gelo.
La donna non rispose al saluto della segretaria e lasciò cadere la cornetta del loro telefono vintage a terra. Lo aveva ucciso per una piattaforma inceppata? Ah, quando dicono che la burocrazia uccide! Suo marito era sempre così pignolo e metodico, batteva i tempi come un orologio svizzero: alle 12.58 girava la chiave nella toppa e alle 13 in punto doveva sedersi al tavolo e avere il suo bel piatto di pasta davanti per aggredirlo con tutta la fame che aveva in corpo. Quel giorno però lei lo aveva aspettato fino alle 13 e quando alle 13.04 aveva girato la chiave nella toppa i suoi sospetti erano diventati certezza: l’aveva tradita! Era rientrato sudato e paonazzo in volto, col fiatone per la mole che si portava appresso. Quattro minuti ormai erano la durata dei loro rapporti e il tempo esatto per far scuocere i bucatini. E poi, non si era ricordato neanche della solita telefonata per avvisarla di buttare la pasta! Così aveva pensato di arricchire il sugo col veleno per topi che teneva sotto il lavello: erano stati i bucatini più conditi di tutto il loro matrimonio e anche gli ultimi.
Insomma due coincidenze fanno un indizio ma tre fanno una prova. E non lo diceva lei ma Agatha Christie. Quel pomeriggio alle 14 in punto, la moglie del professor Raviola comprese che anche Agatha Christie poteva sbagliarsi.

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