per "Il vizio di scrivere - Un giallo in venti righe" un saporito piatto di pasta con ragù speciale servito da Annamaria Blogna
La donna stava lì in piedi e fissava il suo uomo
con la faccia immersa nel piatto di spaghetti al ragù. Lo aveva davvero
fatto? Il trillo del telefono la raggiunse, svegliandola come dal torpore in
cui era caduta. Si asciugò le mani sul grembiule in maniera meccanica, si
avvicinò all’apparecchio e sollevò la cornetta.
“Pronto?” disse. Dall’altra parte una voce
squillante e gioviale chiedeva di suo marito.
“No, il professor Raviola non c’è, ma può lasciar
detto a me se crede. Sono la moglie”. Si stupì della risposta pronta. Ormai dopo
aver servito il piatto fumante “con tanto ragù” (come si raccomandava sempre
Lorenzo) con un sorriso degno della migliore casalinga nelle pubblicità della
Knorr, si sentiva un’attrice consumata.
“Sì, certo! Allora signora dica cortesemente a suo
marito che i problemi che ci sono stati oggi con la documentazione li abbiamo
risolti. Era colpa del server, purtroppo in questi giorni di esami la
piattaforma del Miur è rovente e a volte si inceppa… Ci scusi ancora col
professore per avergli fatto perdere tempo per l’appuntamento delle 13.
Arrivederci”. Nella cucina calò il gelo.
La donna non rispose al saluto della segretaria e
lasciò cadere la cornetta del loro telefono vintage a terra. Lo aveva ucciso
per una piattaforma inceppata? Ah, quando dicono che la burocrazia uccide! Suo
marito era sempre così pignolo e metodico, batteva i tempi come un orologio
svizzero: alle 12.58 girava la chiave nella toppa e alle 13 in punto doveva
sedersi al tavolo e avere il suo bel piatto di pasta davanti per aggredirlo con
tutta la fame che aveva in corpo. Quel giorno però lei lo aveva aspettato fino
alle 13 e quando alle 13.04 aveva girato la chiave nella toppa i suoi sospetti
erano diventati certezza: l’aveva tradita! Era rientrato sudato e paonazzo in
volto, col fiatone per la mole che si portava appresso. Quattro minuti ormai
erano la durata dei loro rapporti e il tempo esatto per far scuocere i
bucatini. E poi, non si era ricordato neanche della solita telefonata per
avvisarla di buttare la pasta! Così aveva pensato di arricchire il sugo col
veleno per topi che teneva sotto il lavello: erano stati i bucatini più conditi
di tutto il loro matrimonio e anche gli ultimi.
Insomma due coincidenze fanno un indizio ma tre
fanno una prova. E non lo diceva lei ma Agatha Christie. Quel pomeriggio alle
14 in punto, la moglie del professor Raviola comprese che anche Agatha Christie
poteva sbagliarsi.
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