giovedì 9 luglio 2020

“Il kamikaze di cellophane” di Ferdinando Salamino. Recensione di Tiziana Viganò


Un noir originale di altissimo livello: più che mostrare com’è, lo scrittore fa vivere il lettore dentro la psiche di Michele. Un rischio e una sfida a comprendere il profondo della malattia mentale.


Per quelli come me arriva sempre il giorno. Quello in cui uccidi o ti fai ammazzare, o entrambe le cose. Perché alla fine è tutta una questione di impulsi, capite? Di impulsi e di controllo.

Michele Sabella, diciassette anni, racconta la sua storia tragica, partendo dalla famiglia disfunzionale: padre alcolizzato e violento, madre vittima designata, lui che fin da bambino assiste e diventa a sua volta vittima dei bulli della scuola. Ma studia, legge, cresce, vola basso... poi si butta allo sbaraglio, come un kamikaze.
A poco a poco, come in una corazza che lo protegge dalla paura, dal dolore, avvolge il suo cuore nel cellophane, strato dopo strato: finché questa difesa lo rende insensibile, distaccato, non teme più nulla, non sente neppure il dolore delle ferite che si autoinfligge per retroflettere l’onda di violenza che ha dentro. È solo, con il suo daimon* la sua voce interiore, la guida spirituale che lo distoglie da certe azioni, che gli sussurra verità scomode.

Tutti gli psicologi e psichiatri che l’hanno in cura fanno diagnosi diverse e la sua psicosi gli apre prima il Trattamento Sanitario Obbligatorio e poi il manicomio moderno, anche se oggi si usano termini meno scioccanti - Comunità protetta, Centro Psicosociale, Unità di Riabilitazione Psichiatrica -. Michele chiama questo luogo Escape room: ne capisce i suoi meccanismi, si adegua, segue i gruppi. Perfino s’innamora di una bella anoressica, “ la sua dea di ossa”. Un amore potenzialmente distruttivo, che invece, forse, li salverà perché di fronte ai crolli della ragazza, Michele indaga e alla fine riuscirà a liberarla dal suo carnefice.

Mi innamorai di lei perché, nel momento stesso in cui i suoi occhi si posarono su di me, Elena mi fece sentire normale...Non importa quanto danneggiate fossero le nostre menti, o quanto straziati e fetidi i nostri corpi potessero diventare, ci saremmo amati con la stessa disperata fame, fino alla fine.
 
Michele alterna il racconto del suo passato tormentoso con un adesso che lo vede nel momento di una tragica epifania, nella risoluzione finale in cui uccidere risolve i conflitti interiori.

Niente è senza movente. Si tratta solo di guardare abbastanza lontano, scavare abbastanza a fondo.

Ferdinando Salamino, psicoterapeuta e scrittore, al suo esordio regala un noir di altissimo livello. La sua scrittura è dura e spigolosa, percorsa da un sarcasmo amaro, da brivido, con una ricca scelta di parole che pungono e tagliano, di metafore e similitudini elettriche. Ogni parola si adegua al protagonista, alle sue azioni e all’argomento, si intuisce che è studiata con la massima cura e colpisce il segno, colpisce il cuore.
Il valore più grande di questo lavoro, e l’originalità che lo distingue, sta nel condurre il lettore in un viaggio nella mente di una persona con disturbi psichici, raccontando dall’interno di questa sua mente pensieri, contrasti e conflitti, gorghi e ingorghi, violenza e fragilità.
Più che mostrare com’è lo scrittore fa vivere il lettore dentro la psiche di Michele. Un rischio e una sfida a comprendere il profondo della malattia mentale.

Quante vittime, quanti colpevoli: le vittime diventano carnefici, oppure soccombono, il confine tra il Bene e il Male, tra il giusto e l’ingiusto è labile e permeabile. Compromesso e apparenza nascondono fogne emotive, i detentori del potere più pericoloso tradiscono.
Alla fine Michele, il pazzo, è l’Eroe. O Antieroe.

*nel significato socratico

Ferdinando Salamino è nato nel 1971. Laureato in Psicologia Clinica a Torino, la sua vita si divide tra Milano, dove è nato, e il Regno Unito, dove esercita come psicoterapeuta e insegna Psicologia all'Università di Northampton. "Il Kamikaze di Cellophane" è il suo primo romanzo, inizialmente pubblicato con Prospero, nel 2019, e ora entrato a far parte della collana Ombre di Golem Edizioni. Il suo racconto breve "Sangue Bianco" compare nell'antologia "Il Tallone di Achille': curata da Massimo Tallone (Golem Edizioni). Nel gennaio 2020 vede la luce il suo secondo romanzo, "Il Margine della Notte" (Golem Edizioni).

 “Il kamikaze di cellophane”

di Ferdinando Salamino
genere: noir
editore: Golem, maggio 2020
pagg 288


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