Notevoli le pagine dedicate al giornalismo, come quelle delle sequenze del processo e la descrizione acuta della società dell'epoca (1916)
Recensione di Tiziana Viganò
“La signora Balfame aveva deciso di
commettere un omicidio”.
Un incipit fulminante che racconta un
libro intero e delinea un personaggio con un solo verbo.
Siamo
nel 1916. Durante una conferenza, in un lampo, Enid Balfame aveva deciso, dopo ventidue anni di matrimonio, di
uccidere il marito, un nauseante grassone, un politico ubriacone e volgare. Lei
invece, era una donna riservata, molto perbene,
ambiziosa, furba, dalla volontà di ferro, che negli anni aveva conquistato con
la sua personalità un posto di rilievo nella cittadina di Elsinore, vicino a
New York. Il suo carattere forte e deciso era mascherato da un comportamento
dolce ma fermo, disponibile e cortese; perfino le donne della comunità ammiravano
la sua composta eleganza e la signorile bellezza, senza gelosie, così era
diventata la leader della comunità e del Circolo femminile cittadino, dove si
parlava di argomenti serissimi come la guerra in Europa, il voto alle donne e
la loro condizione nella società.
Per Enid non era il caso di prendere
in considerazione il divorzio: la società perbenista e puritana di cui faceva
parte l’avrebbe condannata senza pietà, mentre la condizione di vedova sarebbe
stata perfetta per mantenere il suo status.
Aveva pensato, progettato e scelto l’arma
adatta: il veleno. Ma non poteva immaginare che qualcuno, nello stesso momento
in cui lei aveva preparato la bevanda fatale, avrebbe sparato al superfluo
marito, liberandola dall’impiccio. Oppure no, inguaiandola nell’accusa di
omicidio e precipitandola nell’incubo di un processo? Ma era stata lei a
sparare, cambiando modus operandi all’ultimo
momento?
Attorno alla protagonista, che ci
sembra di conoscere da vicino, perchè descritta nei minimi particolari, l’autrice
tratteggia, con grande abilità e gusto per l’approfondimento psicologico dei
personaggi, tante figure che fanno parte della società di Elsinore. Eccellente
la descrizione delle donne amiche di Enid, pettegole pronte a voltare le spalle
alla vecchia amica oppure solidali con lei, gli uomini tra colpevolisti
e innocentisti, il fascinoso e giovane avvocato Rush Dwight innamorato della
sua assistita, ben più matura, l’amica medico Anna Steuer, la governante
tedesca Frieda, la disegnatrice e aspirante giornalista Alys Crumley,
innamorata dell’avvocato.
Gustosissima la descrizione dei media
di allora, il gruppo di giornalisti d’assalto e il famoso giornalista investigativo
Jim Broderick, che tentano in tutti i modi di condizionare l’opinione pubblica e di sovrapporsi al lavoro della
polizia. Da sempre il lavoro del giornalista è quello di dare al pubblico,
senza troppi scrupoli, gli scoop più interessanti, creando anche piste false o
indizi non verificati, provando ogni
trucco per suscitare emozioni forti nei lettori avidi di suspense e di oscure
trame. La povera Enid Balfame, col suo atteggiamento freddo e distaccato,
così poco simpatico, sembra incarnare la perfetta colpevole, il capro
espiatorio.
Molto interessanti le pagine dedicate al giornalismo, come
quelle delle sequenze del processo: assieme
alla descrizione acuta della società
di Elsinore catapultano il lettore indietro nel tempo, più di cento anni fa nella
provincia americana, comparsa di un film in cui può vivere facilmente la realtà
di quegli anni.
Una scrittrice di grandi qualità, Gertrude Atherton, con un suo stile
accurato, preciso nei dettagli, ma mai fuori luogo, anzi piacevolissimo e
scorrevole, percorso com’è dall’ironia: interessanti le sue idee politiche e il
suo femminismo nell’epoca delle suffragette e della lotta per il diritto di
voto alle donne. Intrigante il suo modo di portare il lettore alle ultime
pagine del romanzo e rovesciare il finale con un coup de théâtre.
Fa
sorridere l’incrollabile fede patriottica per gli Stati Uniti d’America, le generalizzazioni sul carattere degli
americani, le battute sulle meravigliose e sempre positive qualità dell’uomo
moderno americano, della donna americana che si sta emancipando: stereotipi che,
se a noi ormai sembrano ingenui, sono frutto della mentalità del tempo.
Catturano sempre il lettore questi
gialli della collana Vintage che le Edizioni Le Assassine sta pubblicando dal 2017: una collana rivolta al passato, ormai
all’ottavo titolo, alla scoperta di scrittrici che a vario titolo sono state
pioniere della letteratura gialla. La affianca la collana Oltreconfine, ora al nono titolo, dedicata a donne di tutto
il mondo che scrivono gialli ambientati in territori esotici.
L’autrice
Gertrude Franklin Horn Atherton (1857-1948) fu una prolifica scrittrice americana
dal carattere forte e indipendente: oltre ai romanzi, ci restano racconti,
saggi e articoli riguardanti la politica, la guerra e la condizione femminile.
Alcune sue opere sono servite come trame di film muti, tra queste anche “Mrs
Balfame”, che apparve nel film diretto da Frank Powell nel 1917 e ora è pubblicato
per la prima volta in versione italiana da EdizioniLe Assassine (2020).
di Gertrude Atherton
giallo
pagg 316
edizioni le Assassine, collana Vintage
1916/ edizione italiana maggio 2020
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