mercoledì 7 marzo 2018

“Il pensiero della semina” di Dino Azzalin. Recensione di Tiziana Viganò


Nel nostro mondo così prostrato a terra, aderente alla materia e poco incline a volare al di là di essa, la poesia nutre lo spirito di chi sa apprezzarne il valore


recensione di Tiziana Viganò

Dove nasce la poesia? Forse da una sorgente misteriosa da cui  fluisce un’acqua, un nutrimento che trasforma le cose, da un seme che diventa altro da sé, da un pensiero che si fa materia in divenire…

“Fan parte di elfi, labbra, ali, voli/ e prima di entrare nella ruga, i semi/ fanno lunghi viaggi e s’infilano tra le spighe./I semi sono maestri naturali della dispersione/ figli della terra e del suo ventre, fratelli del vento/ e dei colori. Loro padre è il polline, per madre/ hanno l’aria, come letto nuziale il fiore/ e per follia l’amore.”

Ma la poesia è anche traduzione in parole dell’esperienza di emozioni: i contenuti della psiche di un poeta si trasformano in immagini, metafore, suoni e poi in segni grafici che li rendono entità fruibili universalmente, e nutrono lo spirito di tutti quelli che sanno apprezzarne il valore.
Il pensiero della semina, la perfezione che sta nella speranza.
“Sarà ancora la parola/ a sbigottire chi non ama/ e non sa/ che la bellezza è la dischiusa glottide/  del silenzio”

Nel nostro mondo così prostrato, aderente alla materia e poco incline a volare al di là di essa, ciò che è immateriale e spirituale riesce a donare momenti vicini al sublime e alla bellezza pura.
È proprio cogliendo le emozioni che emergono in noi leggendo una poesia che potremo vedere il mondo con altri occhi e avere un rapporto diverso con la Natura e con le cose. Così è un piacere spirituale, intellettuale ed estetico leggere e assaporare poesie scritte con amore e con passione di vivere come quelle che Dino Azzalin ci ha regalato con le sue opere e con la sua ultima raccolta “Il pensiero della semina”.
Un regalo che ha fatto prima di tutto a se stesso in occasione del suo sessantacinquesimo compleanno, lui che da sempre scrive versi alternando a racconti di viaggio e d’amore, dove la profondità del pensiero e dell’espressione corrono insieme con la perfezione della forma e della tecnica. Un uomo di multiforme ingegno Dino Azzalin che se di giorno veste i panni pratici e scientifici del medico e dell’editore, all’interno di sé non nasconde ma comunica agli altri mille altre facce e possibilità e contenuti di pensiero, ben diversi, spesso opposti, magnificamente espressi attraverso la poesia. Altro da sé? No, il Sé.
“…Scrivo versi come se l’ultimo respiro/ restasse per sempre dentro al cuore/ prima di vincere il corpo ancora furente/ di folgori, di urla e di sputi dagli spalti”

La Natura è presente ovunque in ogni immagine o metafora e dà veste terrestre e carnale a questa raccolta che, partendo dal pensiero, si svela attraverso il mistero e  l’ineffabile che diventa espressione e comunicazione di sentimenti, di emozioni, di eros e di vita, di ricerca della felicità: in un’alternanza di solarità e crepuscolarismo, di luci e di ombre.
 “E la morte, stanotte, sognerà la vita/ il silenzio di te, amore che non scompari/  che sei acqua non più viva di una scia celeste/caduta chissà dove, venuta da chissà dove…”


Dino Azzalin
Nato a Pontelongo (PD) nel 1953, vive a Varese dove esercita la libera professione di medico-odontoiatra e ed è fondatore e animatore della casa editrice NEM, con cui ha pubblicato i libri di viaggio “Diario d’Africa”, “Mani Padamadan”(2001)  e “Viaggi di sola andata”(2007). Con l’editore Crocetti sono usciti quattro libri di poesia “I disordini del ritmo” (1985) “Deserti” (1994) e “Prove di memoria” (2006), vincitori di premi letterari, e, nel 2018, “Il pensiero della semina”. Del 2016 è la raccolta di racconti “Nel segreto di lei” (Es editore). Ha fondato l’APA onlus (Amici per l’Africa) che si occupa della salute orale nei paesi a basso reddito e compie numerosi viaggi in Africa.

“Il pensiero della semina” di Dino Azzalin (2018, Crocetti editore)


Nessun commento:

Posta un commento