Un grande scrittore come
Maurizio De Giovanni, ha definito
Sara Magnoli «una nuova, straordinaria voce nel romanzo
nero italiano.»
Quando si dice “Un bel libro!”,
che soddisfa dalla prima all’ultima pagina, che interessa, intriga e lascia il
piacere di una lettura intelligente. Così Sara
Magnoli, penna di elegante e consumata abilità, raffinata e affilata tra le
pagine di grandi giornali, conduce il lettore dentro la trama gialla di “Se un cadavere chiede di te” (Morandi
editore, 2013).
Le emozioni forti, l’amore, o meglio, il malamore hanno una parte fondamentale nella vicenda, come le
tortuose vie della psiche e del cuore dei protagonisti, incapaci di vivere
pienamente i sentimenti, di superare ferite e disillusioni, rancori e odi. Un giallo dove è più importante l’analisi
psicologica dei motivi di un delitto piuttosto che l’incalzare dell’azione e
del sangue che scorre. A fronte di donne tormentate, ma alla ricerca di sé,
gli uomini sono fragili sotto la maschera, paiono ombre labili al paragone
delle figure femminili. ll mistero della morte della famosa cantante, Hannelore
von Drier, si svela a poco a poco da un groviglio di errori e di orrori
famigliari: l’amore malato porta solo
all’esasperazione, al risentimento, alla follia. Spesso, troppo spesso, alla
morte.
Lorenza Maj, ex giornalista reduce da un matrimonio fallito, si lecca
le ferite da ben sei anni, odia tutto quello che le ricorda ciò che è finito,
compresa la città dove aveva vissuto e da cui è scappata, accettando di fare la
centralinista in nome di un quieto vivere che quieto non è affatto. Un delitto
la richiama proprio nel posto che detesta: una donna morta lascia un messaggio
che la coinvolgerà nell’indagine del vicequestore Luciano Mauri, mettendola
inevitabilmente a confronto con fantasmi del passato da cui non riesce ancora a
liberarsi.
Si rotola ancora nel vittimismo e nel rancore, nella rabbia e nella
frustrazione, mendica ancora briciole d’amore che le scivolano dalle dita,
finge di essere soddisfatta e realizzata della sua nuova vita così banale, ma quel tragico evento le fa capire che ha
ucciso per sei anni se stessa, fuggendo invece di affrontare le paure, credendo
di rinascere e morendo un po’ per giorno.
Con Luciano Mauri c’è
un’amicizia che sfiora l’amore ma non lo approfondisce, rimane un legame
profondo di condivisione e collaborazione che continuerà nel tempo; il destino le ha fatto incontrare un uomo
fascinoso, Maximilian, che comincia a far traballare il suo cuore… come andrà a
finire?
La “schifosa, impietosa, maledetta”
città, solo apparentemente tranquilla, non solo fa da scenario, ma irrompe
nella vita dei personaggi, rispecchiando le emozioni di Lorenza, è un non-luogo che potrebbe essere qualunque luogo: rispecchia i vizi e
le virtù della vita di provincia, ipocrisia, pettegolezzi, segreti, meschinità
e vigliaccheria.
L’Io narrante dà risalto al monologo interiore di Lorenza, mentre il
percorso dell’indagine, in terza persona, crea il necessario distacco e la
lucidità per trovare il bandolo della matassa. Le pagine scorrono veloci, con uno stile che è sempre in sintonia con i
momenti diversi della vicenda, con i colori e le tonalità dei sentimenti,
con le differenti voci dei personaggi. Questo variare le intensità rende sempre viva l’attenzione del lettore che
difficilmente riesce a staccarsi dalle pagine di “Se un cadavere chiede di te”.
Niente paura: è appena stato pubblicato il sequel, con Lorenza Maj e Luciano Mauri protagonisti di una
nuova indagine, con Lorenza di nuovo giornalista, aperta finalmente a nuove
esperienze.
“Se il freddo fa rumore” è appassionante come il primo…e anche
di più!
Per citare il commento di un grande scrittore come Maurizio De Giovanni, Sara Magnoli è «una
nuova, straordinaria voce nel romanzo nero italiano.»
“Se un cadavere chiede di te”
(Morandi editore, 2015)
“Se il freddo fa rumore” (Damster,
2017)
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