mercoledì 21 giugno 2017

“Se un cadavere chiede di te” di Sara Magnoli. Recensione di Tiziana Viganò

Un grande scrittore come Maurizio De Giovanni, ha definito Sara Magnoli «una nuova, straordinaria voce nel romanzo nero italiano.»

Quando si dice “Un bel libro!”, che soddisfa dalla prima all’ultima pagina, che interessa, intriga e lascia il piacere di una lettura intelligente. Così Sara Magnoli, penna di elegante e consumata abilità, raffinata e affilata tra le pagine di grandi giornali, conduce il lettore dentro la trama gialla di “Se un cadavere chiede di te” (Morandi editore, 2013).

Le emozioni forti, l’amore, o meglio, il malamore hanno una parte fondamentale nella vicenda, come le tortuose vie della psiche e del cuore dei protagonisti, incapaci di vivere pienamente i sentimenti, di superare ferite e disillusioni, rancori e odi. Un giallo dove è più importante l’analisi psicologica dei motivi di un delitto piuttosto che l’incalzare dell’azione e del sangue che scorre. A fronte di donne tormentate, ma alla ricerca di sé, gli uomini sono fragili sotto la maschera, paiono ombre labili al paragone delle figure femminili. ll mistero della morte della famosa cantante, Hannelore von Drier, si svela a poco a poco da un groviglio di errori e di orrori famigliari: l’amore malato porta solo all’esasperazione, al risentimento, alla follia. Spesso, troppo spesso, alla morte.


Lorenza Maj, ex giornalista reduce da un matrimonio fallito, si lecca le ferite da ben sei anni, odia tutto quello che le ricorda ciò che è finito, compresa la città dove aveva vissuto e da cui è scappata, accettando di fare la centralinista in nome di un quieto vivere che quieto non è affatto. Un delitto la richiama proprio nel posto che detesta: una donna morta lascia un messaggio che la coinvolgerà nell’indagine del vicequestore Luciano Mauri, mettendola inevitabilmente a confronto con fantasmi del passato da cui non riesce ancora a liberarsi.
Si rotola ancora nel vittimismo e nel rancore, nella rabbia e nella frustrazione, mendica ancora briciole d’amore che le scivolano dalle dita, finge di essere soddisfatta e realizzata della sua nuova vita così banale, ma quel tragico evento le fa capire che ha ucciso per sei anni se stessa, fuggendo invece di affrontare le paure, credendo di rinascere e morendo un po’ per giorno.
Con  Luciano Mauri c’è un’amicizia che sfiora l’amore ma non lo approfondisce, rimane un legame profondo di condivisione e collaborazione che continuerà nel tempo;  il destino le ha fatto incontrare un uomo fascinoso, Maximilian, che comincia a far traballare il suo cuore… come andrà a finire?

La “schifosa, impietosa, maledetta” città, solo apparentemente tranquilla, non solo fa da scenario, ma irrompe nella vita dei personaggi, rispecchiando le emozioni  di Lorenza, è un non-luogo che potrebbe essere qualunque luogo: rispecchia i vizi e le virtù della vita di provincia, ipocrisia, pettegolezzi, segreti, meschinità e vigliaccheria.

L’Io narrante dà risalto al monologo interiore di Lorenza, mentre il percorso dell’indagine, in terza persona, crea il necessario distacco e la lucidità per trovare il bandolo della matassa. Le pagine scorrono veloci, con uno stile che è sempre in sintonia con i momenti diversi della vicenda, con i colori e le tonalità dei sentimenti, con le differenti voci dei personaggi. Questo variare le intensità rende sempre viva l’attenzione del lettore che difficilmente riesce a staccarsi dalle pagine di “Se un cadavere chiede di te”.

Niente paura: è appena stato pubblicato il sequel, con Lorenza Maj e Luciano Mauri protagonisti di una nuova indagine, con Lorenza di nuovo giornalista, aperta finalmente a nuove esperienze.
“Se il freddo fa rumore” è appassionante come il primo…e anche di più!
Per citare il commento di un grande scrittore come Maurizio De Giovanni, Sara Magnoli è «una nuova, straordinaria voce nel romanzo nero italiano.»


“Se un cadavere chiede di te” (Morandi editore, 2015)

Se il freddo fa rumore” (Damster, 2017)

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