domenica 4 giugno 2017

“La rete di protezione” di Andrea Camilleri. Recensione di Tiziana Viganò

Una tonalità minore permea di malinconia questo ultimo romanzo dove il protagonista Montalbano riflette la stanchezza del suo creatore, dopo vent’anni di romanzi meravigliosi e appassionanti. 
Sarà che lo scrittore non scrive più, non può più farlo da solo, deve dettare, e non è certo la stessa cosa…è come camminare su un filo teso su un abisso, senza la rete di protezione.


Protezione è la parola chiave del libro in molti sensi

“C’era ‘na gana diffusa di protiggirsi da ogni cosa: da quello che non s’accanosci, da quello che potrebbi essiri e che non è ditto che sarà, da quelli che venno dal mari, da quelli che hanno un Dio diverso, da quelli che hanno macari lo stesso Dio ma lo pregano differenti. E comunque sempre meglio quartiarisi. Epperciò le forme di protezione si moltiplicavano”

 Si parla della “Rete” del web, di cui Montalbano continua a capire ben poco, ma di cui sa per certo una cosa: che la maggiore comunicazione grazie a internet, social, cellulari, tablet ecc produce una solitudine maggiore della solitudine stessa.

“…la riti, allo stesso modo del mari, se non l’accanosci bono, può fariti pigliari ‘na rotta sbagliata, sbattiri contro un basso fondali, macari ‘ntrappolariti”

…e Catarella invece, che col pc è geniale in modo inversamente proporzionale alla sua intelligenza da picciriddu chiede Help o meglio Lelp e riesce a entrare dove il suo capo non sa neppure vedere una strada.
Mentre Vigata è sconvolta dall'arrivo della troupe televisiva italo-svedese che deve girare una fiction ambientata negli anni Cinquanta, con codazzi di attrici svedesi che fanno perdere la testa ai masculi siculi,  Salvo insofferente al caos e alle falsità, si isola, mugugna e rimurgina.
 Si trova a confrontarsi con il linguaggio dei giovani d’oggi, che non capisce: si trova inadeguato, ma riuscirà comunque a trovare la chiave giusta per comunicare con loro e risolvere, grazie a loro, l’indagine relativa al bullismo, complicato da una sparatoria, nella scuola di Vigata. La sua capacità di intuire ciò che passa nell’anima umana, anche in quella di un ragazzo di tredici anni, lo metterà proprio sullo stesso piano dell’adolescente, con una capacità empatica che non pensava neppure di possedere. Contemporaneamente si trova ad affrontare l’enigma di un cold case, un apparente suicidio di cinquant'anni prima, una storia dolorosa e amara.

Camilleri, ormai novantaduenne, dice “Ancora due o tre romanzi con Montalbano e poi ci sarà la dirittura d’arrivo”: è sereno e lucido come sempre, ma non pretendiamo da lui la zampata leonina che ha sempre avuto con la sua scrittura potente e originale. 
La malinconia ci assale perché ci mancherà, tantissimo…


“L a rete di protezione” di Andrea Camilleri, 2017, Sellerio

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