giovedì 15 dicembre 2016

"Bellissima, di pelle nera": racconto di Tiziana Viganò tratto da "Come le donne"

incipit di un racconto della raccolta "Come le donne", 12 racconti ispirati da storie vere di donne simbolo di una condizione femminile contemporanea.

Questa donna nigeriana ha un passato molto duro e sofferto, ma come tutte le altre protagoniste del libro, troverà il modo di superare le difficoltà ricostruendosi una vita migliore. Altri racconti trattano figure ben diverse, donne italiane oppure straniere, ma tutte accomunate da una grande voglia di vivere e di rivivere.



Tutti mi dicono che sono bellissima, non solo gli uomini, anche le donne. Sono bellissima, ma ho la pelle nera e un passato durissimo che mi grava sulle spalle come un macigno.
Non è facile essere donna, bella, giovane e con la pelle nera: ognuno di questi attributi costituisce una difficoltà in più alla già difficile condizione femminile. Così abbiamo bisogno di tanta forza per trovare un nostro spazio nel mondo, per essere noi stesse, per superare i mille ostacoli della vita. Le più fortunate riescono a trovare un compagno di viaggio che cammini vicino, mano nella mano, con amore e rispetto. Ma quante devono nascondersi nell'ombra dell'uomo che hanno scelto o che è stato imposto per tradizione, qualche passo indietro, spesso chiuse in un velo reale o metaforico, fatto di umiliazioni, di sottomissione e di abusi. Noi donne africane abbiamo storie così, quasi sempre: e penso che sia importante raccontarle,  e condividerle per trovare aiuto e sostegno, ma anche e soprattutto comprensione.

Sono nata trentacinque anni fa in una tribù di pastori seminomadi che viveva nella savana della Nigeria: nel corso degli anni è stata raggiunta da una pista di terra battuta e da un gruppo di preti e suore italiani che prima hanno fondato la chiesa e la missione, poi una scuoletta e un dispensario medico. Così la popolazione ha cominciato a fermarsi, a costruire tukul, a organizzare un mercato, a inventarsi attività  nuove, e lo stile di vita è cambiato.
Mio marito mi ha comprata per trenta mucche, un prezzo altissimo, perché ha pagato la mia bellezza - i bianchi ridono sempre per questa usanza, ma è così da sempre, tra i popoli  pastori -: era un uomo ricco, e io gli ho dato subito tre figli. Nel frattempo il villaggio è cresciuto, trasformandosi in una piccola città e mio marito è diventato commerciante. Sembrerebbe una storia ideale nella triste miseria africana: invece mio marito beveva molto, mi picchiava, mi violentava. Avevo solo vent'anni e non ce la facevo più. Un giorno ho rubato un po' di soldi e sono fuggita, un camionista, a carissimo prezzo, mi ha nascosto nel suo automezzo diretto nella capitale Lagos e, come tutti i migranti sono finita nel suo ventre infernale, lo slum, la baraccopoli.

Ho vissuto giorni terribili, vi prego, non fatemeli rievocare. Quando ero ormai giunta al limite della disperazione, un giorno, vagando per le strade in cerca di cibo, ho visto su un portone una targa che indicava la sede di suore missionarie italiane: ho suonato il campanello e sono entrata in un altro mondo. Mi hanno accolta, sfamata, lavata, vestita e curata.

Non ho più voluto uscire di lì per molti mesi, perché mi sentivo finalmente protetta e considerata come un essere umano, le ho aiutate nel loro lavoro: quando la Madre Superiora si è ammalata gravemente, l'ho accompagnata nel viaggio per aiutarla e assisterla e così sono giunta a Roma. Ho avuto molta fortuna: non son giunta in Italia attraversando il tremendo deserto libico né il mar Mediterraneo con i "barconi della morte", non ho rischiato la vita come tanti miei fratelli africani che muoiono nel viaggio verso la speranza di un mondo migliore. Ho viaggiato in aereo e sono stata accolta dalle suore della congregazione di Roma: una volta guarita, Madre Superiora è tornata a Lagos e io sono rimasta a Roma, mi hanno trovato un lavoro come colf in una famiglia di gente perbene e poco dopo ho ottenuto il permesso di soggiorno.

continua....... 

questo racconto è tratto dal libro "Come le donne" PMedizioni

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