lunedì 5 settembre 2016

Intervista a "IL FIUME": gruppo rock emergente

Sonorità sporche, melodie struggenti… L’energia de IL FIUME, GRUPPO ROCK EMERGENTE ci riporta al rock anni ‘90 trascinandoci nella sua onda. Sono in tre, parlano poco, ma si fanno sentire con la loro musica! 

(intervista e foto di Selene G. Rossi)   



Nel corso di questi mesi ho avuto modo di conoscere e apprezzare Il Fiume, band emergente dell’hinterland milanese formata da Roberto, Luca e Matteo. I ritmi e le sonorità delle canzoni, la voce graffiante, quasi ruvida, ma a tratti morbida e suadente, mi hanno riportata indietro nel tempo, rievocando la mia passione per il grunge. Ciò che più mi ha colpita è stata l’intensità dei testi e la potenza che fluisce ininterrottamente per tutta la durata di Silenziosi baccani, loro primo album pubblicato a settembre.

Dopo qualche insistenza, sono riuscita a convincere il front man del gruppo a rilasciarmi quest’intervista, e, devo ammettere, di aver vissuto un’esperienza unica; poliedrico e dissacrante, Roberto esce dagli schemi precostituiti cantando ciò che vede, tessendo vere e proprie poesie grazie alle quali si riesce ad abbandonare il mondo in cui viviamo per ritrovarci in una sorta di universo parallelo in cui malinconia e frustrazione trovano uno sfogo naturale, cedendo il passo alla funzione consolatoria della musica in cui sembra di assistere allo sbocciare di un fiore.

Tutto in voi sembra evocare forza, a partire dal nome del gruppo, Il Fiume. Da dove nasce questa scelta?
Il fiume ci ha ispirato proprio per la sua potenza, ma anche per tutti i significati che racchiude in sé. In moltissime culture è fondamentale, è essenziale, è linfa. Il fiume è sacralità, tranquillità, ma anche forza, violenza, capacità di dare la vita e capacità di toglierla. Nello spirito della nostra musica c’è tutto questo: rispetto per l’ambiente, le cose, le persone, potenza, fiumi di parole, ma anche tranquillità, calma, pace.

In controtendenza a una società che corre troppo forte, che si allontana eccessivamente da quelli che sono i nostri veri bisogni, gli istinti primitivi…
Sì, brava...

Quanto di te c’è di un fiume? O quanto di un fiume c’è in te?
Il fiume scorre in tutti noi, ascoltalo e permettigli di farlo. Senza il fiume non ci sarebbe vita…

E quanto c’è di te nelle tue canzoni?
Quando compongo spesso vivo un’emozione. Non sono sempre cosciente di quel che scrivo perché mi lascio andare all’istinto, ma quando rileggo i testi trovo ciò che stavo vivendo in fase di composizione. Mi rappresentano, ogni sensazione che canto proviene dalle profondità del mio essere.

C’è qualche artista che ti ha ispirato non soltanto in campo musicale?
La Natura è la prima fonte d’ispirazione. Poi la gente che incontro, le persone che frequento mi permettono di trasformare in musica ogni sensazione che provo.
Ho ascoltato diversa musica rock, anche se non sono un’enciclopedia. Ci sono brani che, a volte, mi aiutano a concentrarmi e a trovare idee. Shine On You Crazy Diamond è uno di questi, per esempio.

Ascoltando alcune tue canzoni mi è sembrato che utilizzi spesso dei "nonsense" per esprimere ciò che vivi. Questo uso che ne fai da cosa è determinato? È una decisione conscia o nasce spontaneamente?
Forse è un modo un po’ introspettivo e astratto che ho di esprimere i concetti, ma no, non parlerei di nonsense; ognuno può trarne l’emozione di cui ha bisogno.

La musica de Il Fiume riesce a scavare nelle profondità dell’animo delle persone. Come ti senti nel sapere che riuscite in quello che per molti è invece impossibile?
La musica è emozione; rendere tangibile un’emozione e riuscire a trasmetterla, è già un successo. Penso sia aver fatto un buon lavoro.  

La tua voce cambia dal parlato al cantato; diventa più ruvida e ferina, come se stessi tirando fuori qualcosa dalle profondità del tuo essere che, di solito, è celato al mondo. Sembra che il tuo lato selvaggio emerga con forza e potenza e che tu, in quel momento, stia per conquistare l’universo intero, trascendendo ciò che sei e diventando un’altra persona.
Beh, sia la calma sia l’irruenza compongono la persona.  Perché reprimerne una anziché gestirla? E poi, sai che palle se parlassi cantando?
A volte nei tuoi testi si percepisce una malinconia quasi mai dichiarata esplicitamente ma spesso sottesa. Altre volte, invece, si ha l’impressione che, come nel caso di Moderno, tu muova una critica a questa società nella quale pare che tutti abbiano una compulsione a essere brillanti, in cui si debba essere sempre conformi a ciò che viene richiesto e sembra che tu stia scrivendo un “manifesto” della tua volontà di volerti distaccare dall’essere parte di un gregge.
Capita che trovi ispirazione per le canzoni in momenti di rivolta interiore o disapprovazione verso qualcosa. Moderno critica una società ai miei occhi un po’ “violenta” nelle intenzioni, negli usi e nei costumi.
   
Ascoltando Ne porto il ricordo sono rimasta molto colpita dalla parte in cui canti che “la sofferenza insegna a non dimenticare.” Di quale tipo di sofferenza parli?
Spesso, razionalmente, si tende a dimenticare le situazioni negative; ma questo solo razionalmente perché, poi, il corpo e l’animo se le portano sempre dentro, nella spina dorsale, nel modo di camminare, fino a diventare parte integrante di te. La tendenza delle persone è rimuovere i brutti avvenimenti per non soffrire, per cercare di andare avanti. Chi prova un dolore molto forte istintivamente tende a non provarlo di nuovo. È per questo che “la sofferenza insegna a non dimenticare”.

A volte sembra che tu canti di un disagio di fronte al quale pare non esserci speranza. Poi però passa una canzone come Sole al vento e tutto assume una nuova luce.
C`è bisogno di un po’ di Sole al vento Eh eh... Questa è una società completamente basata sul consumismo e sullo sfruttamento delle risorse del pianeta senza rispetto per fiumi, animali, piante, persone... Se vedi, non puoi  che essere sensibile.

Qual è la tua canzone preferita tra quelle che hai composto?
Sarà banale ma mi piacciono un po’ tutte. Ogni canzone ha qualcosa. Magari ce n’è qualcuna in cui riesco a esprimere un po’ meglio quello che provo, che preferisco per come gira ma, tendenzialmente, mi piacciono tutte. Ognuna ha qualcosa da dare a modo suo.

A questo punto non vi resta che ascoltare i pezzi de Il Fiume su Bandcamp (https://ilfiume.bandcamp.com/track/karmarmonico).
E se per caso voleste acquistare il loro album, potrete trovarlo a breve in vendita su Facebook (https://www.facebook.com/IlFiumeGrungeRock).


6 commenti:

  1. Ho ascoltato il brano. E' come una poesia. Complimenti Tiziana per averci fatto conoscere tre ragazzi che sicuramente faranno strada.
    Adriana

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  2. Grazie Adriana per esserti lasciata coinvolgere dalla nostra onda, continua a seguirci

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  3. Risposte
    1. Certamente Tiziana, ci fa molto piacere.
      Scrivici a: ilfiume@outlook.com
      grazie

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  4. Vi auguro tanto successo perchè musica e parole sono coinvolgenti.
    Martina

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  5. Grazie Martina sei benvenuta.
    Stiamo facendo più che del nostro meglio per lanciare l'onda del Il Fiume

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