foto Marina Fichera |
Il vizio di
scrivere, 3 luglio 2016
sull'argomento estratto "Di mare, di vento, di sole, di terra" Marina Fichera ha scritto un racconto che ci conduce nel fascino dei Caraibi
Partita senza particolare convinzione e aspettative, lasciai Malpensa la mattina, con sedici gradi sotto zero, per atterrare a L’Havana alle nove di sera. Spirava un vento caldo e umido e mi accorsi subito che quello era un luogo davvero speciale.
Il mio non era
il solito viaggio stile villaggio turistico, tutto mare e relax, blindati dentro un mondo dorato quanto finto. Al
contrario, stavo per immergermi totalmente nella vita della popolazione cubana.
Avrei vissuto nelle loro case, girato l’interno dell’isola per toccare la sua
fertile terra rossa, mangiato
pizzette in baracchini lungo polverose strade di minuscoli paesi e ballato fino
a tarda notte in piazze gremite di gente sudata.
foto Chiara Chizzini |
Il sole del Tropico del Cancro, con
quella sua luce calda, mai troppo bassa sull’orizzonte, che annulla le ombre,
fa sembrare tutto più dolce. Il profumo dei fiori e delle piantagioni di
tabacco portato dal vento caldo che spira dall’interno dell’isola. L’abbraccio
del mare caraibico che si stempera su bianchissime spiagge punteggiate da
frondosi alberi e allampanate palme. Qui la natura è vita e presenza
quotidiana, in una perfetta unione con la cultura cubana.
foto Chiara Chizzini |
foto Marina Fichera |
La musica suonata a ogni angolo di strada con una passione e una professionalità che non ho trovato in alcun altro luogo del mondo. E poi casette dai mille colori pastello, antichi palazzi dai fasti negati, ormai ridotti a scorticate gabbie vuote, accanto a quelli magnificamente restaurati del centro città. Enormi automobili americane degli anni cinquanta che sfrecciano rumorose per le strade.
Un Cuba libre
fatto con la Coca Cola cubana o un mojito bevuto all’angolo di una piazza,
forse per rinfrescarsi dalla calura ma forse per darsi quel tono un po’
misterioso e retrò che pervade profondamente l’isola. Ho quasi l’idea che da un momento all’altro
possa apparire Hemingway nella sua magnifica villa in collina o sulla terrazza
dell’hotel National.
L’isola di Cuba
è davvero tale. E’ un’isola nel senso di isolata, fuori dal tempo, fuori dalla
storia ufficiale. Dalla rivoluzione
castrista a oggi ha vissuto in una sorta di universo parallelo fatto di ideali
socialisti e cultura umana.
Mare, vento,
sole, terra. In fondo il mio viaggio non è stato poi così diverso da quanto mi
ero inizialmente proposta. Cuba è un luogo laicamente mistico, dove in ogni
attimo di quotidianità si celebrano l’umanità e la natura in tutte le forme di
arte e bellezza.
foto: Chiara Chizzini e Marina Fichera
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