martedì 12 luglio 2016

"Cuba la dolce" di Marina Fichera per Il vizio di scrivere

foto Chiara Chizzini
foto Chiara Chizzini
foto Marina Fichera





















Il vizio di 
scrivere, 3 luglio 2016
sull'argomento estratto  "Di mare, di vento, di sole, di terra" Marina Fichera ha scritto un racconto che ci conduce nel fascino dei Caraibi

Nel febbraio del 2012, mentre Milano era ricoperta di ghiaccio e io ero presa da una strana vena spirituale, avevo prenotato un viaggio in uno dei luoghi più mistici dell’Asia. Ma dato che le cose non vanno quasi mai come vorremmo, per uno strano gioco del destino mi ritrovai esattamente dall’altra parte del Globo.
Partita senza particolare convinzione e  aspettative, lasciai Malpensa la mattina, con sedici gradi sotto zero, per atterrare a L’Havana alle nove di sera. Spirava un vento caldo e umido e mi accorsi subito che quello era un luogo davvero speciale.

Il mio non era il solito viaggio stile villaggio turistico, tutto mare e relax, blindati dentro un mondo dorato quanto finto. Al contrario, stavo per immergermi totalmente nella vita della popolazione cubana. Avrei vissuto nelle loro case, girato l’interno dell’isola per toccare la sua fertile terra rossa, mangiato pizzette in baracchini lungo polverose strade di minuscoli paesi e ballato fino a tarda notte in piazze gremite di gente sudata.
foto Chiara Chizzini
Tutto era come avevo immaginato, anzi, a dir la verità, era molto, ma molto, meglio. Cuba è un luogo dove ci si può nutrire di aragoste e musica, di rhum e sabbia, di tabacco e mare. Dipende solo da quanto sei disposto a lasciarti il quotidiano alle spalle e farti trasportare dai sorrisi del suo popolo e dalle note delle sue sensuali melodie.
Il sole del Tropico del Cancro, con quella sua luce calda, mai troppo bassa sull’orizzonte, che annulla le ombre, fa sembrare tutto più dolce. Il profumo dei fiori e delle piantagioni di tabacco portato dal vento caldo che spira dall’interno dell’isola. L’abbraccio del mare caraibico che si stempera su bianchissime spiagge punteggiate da frondosi alberi e allampanate palme. Qui la natura è vita e presenza quotidiana, in una perfetta unione con la cultura cubana.  
foto Chiara Chizzini


foto Marina Fichera

















La musica suonata a ogni angolo di strada con una passione e una professionalità che non ho trovato in alcun altro luogo del mondo. E poi casette dai mille colori pastello, antichi palazzi dai fasti negati, ormai ridotti a scorticate gabbie vuote, accanto a quelli magnificamente restaurati del centro città. Enormi automobili americane degli anni cinquanta che sfrecciano rumorose per le strade.
Un Cuba libre fatto con la Coca Cola cubana o un mojito bevuto all’angolo di una piazza, forse per rinfrescarsi dalla calura ma forse per darsi quel tono un po’ misterioso e retrò che pervade profondamente l’isola.  Ho quasi l’idea che da un momento all’altro possa apparire Hemingway nella sua magnifica villa in collina o sulla terrazza dell’hotel National.
L’isola di Cuba è davvero tale. E’ un’isola nel senso di isolata, fuori dal tempo, fuori dalla storia ufficiale. Dalla rivoluzione castrista a oggi ha vissuto in una sorta di universo parallelo fatto di ideali socialisti e cultura umana.
Mare, vento, sole, terra. In fondo il mio viaggio non è stato poi così diverso da quanto mi ero inizialmente proposta. Cuba è un luogo laicamente mistico, dove in ogni attimo di quotidianità si celebrano l’umanità e la natura in tutte le forme di arte e bellezza.
foto: Chiara Chizzini e Marina Fichera

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