Un affresco storico di grande respiro fa da sfondo alla storia di una donna e della sua grandefamiglia. Simonetta Agnello Hornby, nel suo ultimo romanzo edito da Feltrinelli nel 2016, “Caffè amaro”, secondo una tradizione che ha illustri esempi in Elsa Morante e Dacia Maraini, dipinge con maestria panorami, personaggi, architetture, avvenimenti con un linguaggio lento, solenne e prezioso, un vero classico.
L’incipit è “un innamoramento d’altri tempi” in cui la bellissima quindicenne Maria Marra lancia “lunghe taliate oblique” in direzione del barone Pietro Sala che ne rimane stregato e sedotto.
La storia continua con la rievocazione dei fatti del 1893, la “strage di Vuttara” un momento cruciale che vede i Fasci dei lavoratori siciliani in lotta per l’assegnazione della terra ai contadini fallire miseramente e si chiude nel secondo dopoguerra con la “strage del pane” del 1944 a Palermo.
La storia della vita e degli amori di Maria si intrecciano a quella della Storia e così l’autrice dichiara un interesse sociale che le è congeniale nella descrizione delle condizioni di vita delle famiglie aristocratiche e borghesi da una parte e dall’altra di quelle dei contadini, dei proletari di Palermo, dei lavoratori delle miniere – molto forte la descrizione della visita della protagonista alla miniera di zolfo della famiglia, dove i carusi, bambini di 8 anni, sono i minatori, con tremendo destino di malattie e morte –.
L’arrivo dei piemontesi sgretola tradizioni antiche e pone le basi per la creazione di un nuovo ordine che tale non sarà mai, sottomesso a clientele, discriminazioni, illegalità, miseria, ignoranza e a una politica che non avrà mai un’evoluzione degna di questo nome.
Gli eventi della storia, della società e della politica trovano un terreno fertile nella protagonista, Maria,una donna moderna, figlia di uno dei primi socialisti italiani, che si stacca dal mondo ristretto dell’aristocrazia isolana per aprire la mente e il cuore ad avere una coscienza sociale, sia nel rapporto con le classi disagiate, sia nel rapporto con se stessa, che con gli anni si evolve in donna forte ed emancipata, anche fuori dai canoni che la società le imporrebbe.
Il libro ne racconta gli amori immensi per due uomini molto diversi, il marito Pietro, il barone, e Giosuè, compagno d’infanzia e di vita. Una vita felice, attraversata da grandi sofferenze, che lei beve come quel caffè amaro che ancora ragazzina le avevano offerto come punizione per aver osato conquistare un barone con la sua bellezza. Ma anche una vita intensa, vissuta con passione e con amore.
La scrittrice conduce il lettore con sé, facendogli percepire colori e immagini, suoni e profumi della Sicilia d’altri tempi. Chi conosce bene questa isola meravigliosa si ritroverà perché, se gli anni contemporanei hanno portato infiniti cambiamenti, una parte dell’anima siciliana è rimasta sempre la stessa, solare e oscura, tragica e gioiosa, nel dramma e nella rinascita, con certe atmosfere che si vedono e si sentono tuttora.
come sempre Tiziana colpisci nel segno.
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