recensione di Tiziana Viganò
Quando una penna femminile scrive un giallo si inoltra
spesso nelle vie contorte della psiche per raccontare storie di trame oscure,
ambiguità, enigmi, passioni e peccati che portano al delitto.
Così Ornella Nalon dà eleganza e profondità alla sua trama
gialla raccontando le vicende umane del maresciallo Giovanni Colucci alle prese
con una serie di omicidi. Il protagonista è ben delineato con la sua capacità
di intuizione che lo guida nelle indagini, le emozioni che lo rendono così
reale e vicino a noi, i suoi problemi famigliari, la sua infanzia e adolescenza
napoletana che hanno creato in lui la sete di giustizia.
Un libro adatto a tutti, anche a chi non ama il genere,
perché racconta fatti di sangue senza staccarsi dalla vita reale: non sarà
apprezzato da chi ama i particolari orripilanti, le pagine che grondano sangue,
il linguaggio volgare, gli eccessi. Un giallo classico, in cui la
caratterizzazione dei personaggi ha un ruolo centrale nella narrazione e il
perché delle azioni conta più dei colpi di scena eclatanti o dello shock finale. La
scrittura fluida rende questo libro una lettura piacevolissima.
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