Leggere “Le morose” di Mario Alzati (Piero Macchione Editore) è come bere in piena estate
un bicchiere d’acqua fresca – o, ancora meglio, della “Gazzosa Brianza” che compare nel testo -: un libro frizzante,
ironico, scacciapensieri che ci trasferisce con un colpo d’ala nel 1936, quando
l’Italietta aveva preso il suo posto
nel mondo conquistando l’Etiopia e facendo riapparire “l’Impero sui fatali colli di Roma”.
L’immaginaria Olonia, che si può
individuare benissimo nell’alta pianura padana, collocata sulla via Varesina, lungo il corso del fiume
Olona,
è popolata da personaggi variegati che si muovono sul palcoscenico della rappresentazione con il realismo tipico della gente di una zona laboriosa dove restare con i piedi ben saldi a terra non è solo virtù ma un modo di vivere.
è popolata da personaggi variegati che si muovono sul palcoscenico della rappresentazione con il realismo tipico della gente di una zona laboriosa dove restare con i piedi ben saldi a terra non è solo virtù ma un modo di vivere.
C’è un
fascismo gradasso, sentito dal popolo solo perché è utile accodarsi al
vincitore, giusto per tutelare i propri interessi: in paese non sono mai
successi fatti incresciosi, c’è una politica da opera buffa, perfino il podestà
è diventato fascista dopo aver militato nel partito socialista, come il ben più
illustre Duce, del resto. E tutti sono pronti a cambiare bandiera come cambia
il vento.
Far politica ad Olonia è cosa semplice:
più che curare che non si dicano barzellette su Mussolini e che non si canti
Bandiera rossa non c’è molto. Anche la Vittoria sugli abissini è occasione
di mangiate e bevute in compagnia.
da fare, a parte organizzare le Adunate del Fascio dove peraltro i giovani vanno per ammirare e farsi ammirare dall’altro sesso e gli uomini si concentrano sulle parti posteriori della Antonietta, la bellissima del paese. Anche la
da fare, a parte organizzare le Adunate del Fascio dove peraltro i giovani vanno per ammirare e farsi ammirare dall’altro sesso e gli uomini si concentrano sulle parti posteriori della Antonietta, la bellissima del paese. Anche la
Così il segretario del partito pensa che il
fascismo sia un lavoro come un altro da fare durante la settimana: già, perché
la domenica Ambrogio Brianza ha ben altro per la mente… A dire la verità le
donne sono sempre nella sua mente, passa
da un amorazzo a un altro e ne ha più di uno contemporaneamente, ma una in
particolare, Armida detta la Friulana, gli ottenebra il cervello: una donna
libera, e perciò bizzarra – forse un
po’ puttana per i benpensanti – che non vuole rendere conto a nessuno delle sue
azioni, tantomeno a un marito come il Brianza.
Sembra di
sentire le chiacchiere alla Locanda del Cavallino, i pettegolezzi all’uscita
della chiesa o attorno al pozzo dove si va a prendere l’acqua, i sermoni moralisti
del parroco Don Torriani, i maneggi per maritare le ragazze, il rombo della
Balilla del segretario del Fascio: in quel di Olonia tutto scorre come l’acqua
del fiume omonimo, finché….
Mario Alzati indaga su “Le morose del segretario del fascio di
Olonia”, ispirandosi a un fatto realmente avvenuto, componendo un quadro
d’epoca e d’ambiente con la sua competenza
di storico del territorio: non gli sfuggono i particolari della vita del
paese, la lingua, i costumi, i vizi e le virtù, il folclore. Come in un film in
bianco e nero scorrono le vicende e il lettore è lì, sulla strada centrale di
Olonia che osserva e partecipa, divertendosi un mondo.
Mario
Alzati è stato insegnante e autore di libri di
storia locale “Alla ricerca delle radici” (2009), “Come eravamo” (2012) e
“Giuseppina e le donne di Gorla Maggiore” (2014). Curatore dell’archivio
storico del comune di Gorla Maggiore, dove vive, si è dedicato alla narrativa
con “Le morose del segretario del fascio di Olonia” (Macchione
Editore, 2015), il suo primo romanzo e con “Il notaio libertino di
Olonia” (Macchione Editore, 2016).
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