10 gennaio 2016 - Seconda
giornata tra scrittori a Rescaldina (Mi) IL VIZIO DI SCRIVERE –Sull’argomento “Extraterrestri”
Luigi Cerrato ha scritto il racconto “A volte credo che esistano gli
extraterrestri”
pagina facebook: Il vizio di
scrivere (prossima giornata in marzo, seguiteci!)
Giulio guidava; era una delle cose che più lo rilassava, l’asfalto
dell’autostrada che sfilava sotto la vettura, l’autoradio sintonizzata sui 107
FM o, in alternativa, sulla “radio mamma” per ascoltare “Tutto il calcio minuto
per minuto”. Aveva una direzione, non una meta; viaggiava verso le Alpi quasi
in solitaria visto che era Agosto e il traffico era tutto diretto verso sud, in
direzione del mare.
Non era mai stato in montagna Giulio, ma stavolta ci teneva ad
andarci, sentiva di averne la necessità fisica dopo mesi di stress lavorativi e
tensioni nelle mura di casa.
Si fermò solo una volta durante il viaggio, una breve sosta per
rifornire di benzina la macchina e sgranchire le gambe, poi ripartì e decise di
fermarsi una volta arrivato a Mattarello, paese alle porte di Trento adagiato
sulla riva del fiume Adige.
Era sera inoltrata, chiamò casa, rassicurò i genitori e li salutò
promettendo loro di farsi sentire presto; poi entrò nella locanda che aveva
scorto uscendo dall’autostrada del Brennero e dopo una veloce doccia andò a
letto senza cenare e spegnendo lo smartphone: non lo aveva mai fatto.
Al mattino si alzò presto, poco prima dell’alba, preparò lo zainetto
da escursione, noleggiò una bici e partì pedalando sulla ciclabile che
costeggia il fiume, diretto verso nord. Voleva arrivare a Cles, in Val di Non e
vi giunse dopo quattro ore ininterrotte di pedalata; la fatica fu
immediatamente premiata da ciò che poteva vedere: le cime delle Alpi che
sovrastavano i boschi, i campi di mele ordinati e tanto verde a circondare
basse casette coi tetti spioventi.
Ma ciò che più stupì Giulio era quello che poteva sentire: il
silenzio. Il silenzio che regnava in quel paese, interrotto discretamente dai
passi di uomini che si muovevano senza frenesia, dai discorsi fatti a bassa
voce delle donne, era qualcosa a cui non era più abituato.
Decise di trascorrere li la sua vacanza di sette giorni, prima di
tornare nel caos da cui era fuggito il giorno prima. Trovò alloggio in un
ostello e fece presto amicizia di persone vere, non virtuali, e con loro imparò
a riscoprire il piacere delle cose chiamate piccole, ma che in fondo piccole
non sono.
La natura, la sua bellezza e le sue diversità, il cielo limpido e
terso che la notte regalava splendide visioni degli astri; si riscoprì curioso
Giulio e desideroso di imparare e conoscere e si ripromise di studiare le
stelle non appena tornato a casa.
Si divertiva mentre cenava in osteria, quando tra un piatto di
minestra e un bicchiere di buon vino, ascoltava i racconti degli abitanti della
valle: uomini capaci di lavorare in condizioni dure ma che a sera rientravano a
casa regalando baci alle mogli, carezze ai figli e bicchieri di vino agli
amici.
Capì di essere un piccolo uomo Giulio, al loro confronto, sempre
nervoso e spesso scontroso quando tornava a casa dal lavoro, propenso alla
solitudine, solo virtuale, che Facebook sa regalare.
I sette giorni finirono e Giulio ridiscese prima a Mattarello, poi
verso casa. La riassettò, fece il bucato, riempì la dispensa con la spesa fatta
al mercato rionale e non nel solito supermarket. A sera accese la radio e si
sedette sul divano con un libro di Margherita Hack tra le mani.
Così lo trovai al mio rientro, sette giorni al mare con le amiche per
dimenticare i giorni di litigi a casa. Giulio si alzò mi venne incontro e mi
abbracciò e baciò come mai prima e come mai dimenticherò.
Mi raccontò dei suoi sette giorni e di come aveva scoperto la voglia
di cambiare e di migliorare e sfidò se stesso per riuscirci.
È passato un anno e Giulio è cambiato davvero, anche nelle giornate
pesanti rientra a casa salutandomi con un bacio, invita gli amici a cena o al
pub per parlare e non più chattare con loro.
Nel tempo libero coltiva nuovi hobby, nutre il cervello e il corpo con
passeggiate e gite nella natura; è bello passeggiare con lui e gustare insieme
le piccole gioie, con la lentezza che solo un cuore leggero e sereno può
permettersi di avere.
È contagioso Giulio ed è anche una calamita per persone a lui simili.
Sono ancora poche o forse si nascondono e mimetizzano in mezzo alla
folla, ma è grazie a loro che a volte credo che esistano gli extrarrestri.
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