I loa, gli spiriti
di quella strana religione che è il vudù, aleggiano in ogni pagina del libro di
Isabel Allende, insuperabile narratrice di storie in cui intreccia, con atmosfere
dipinte a colori forti e materici, le vicende dei suoi personaggi alla realtà
storica. La sua narrazione scorre sempre veloce, piana, semplice, ma coinvolge
emotivamente il lettore e lo trascina in territori lontani o vicini dove può
vivere le sue avventure assieme ai protagonisti.
Leggendo si può immaginare la sua voce che affascina il
pubblico, riunito attorno a lei che parla di mondi passati e presenti, di amori
appassionati, ma anche di drammi, violenze e tragedie: amore e dolore si
alternano nella danza della vita, accompagnati da quell’afflato di magia che
permea le sue opere, come quelle di tanti altri autori della letteratura
sudamericana.
Erzouli, loa dell’amore,
della sensualità e della gelosia, ma anche madre, spirito protettore dei sogni
e delle speranze, patrona delle acque profonde protegge la schiava mulatta Zaritè:
venduta bambina a un padrone bianco, il francese Valmorain, che la viola subito
e la rende madre, cresce come domestica in una piantagione di canna da zucchero
di Haiti, alle fine del Settecento. Un periodo turbolento che vede da una parte
i Grands Blancs, proprietari terrieri
bianchi di origine francese, conservatori e monarchici, che con atroce violenza
dominano gli schiavi strappati alla loro terra
d’Africa, i Petits Blancs, mulatti ricchi, repubblicani, dall’altra i neri liberati, gli Affranchis, che chiedono democrazia e uguaglianza, e infine la massa dei neri schiavi che, sottomessi con la forza o fuggitivi sulle montagne, iniziano l’insurrezione, capitanata da uno di loro, Touissant Louverture. Si odiano e si temono, “l’un contro l’altro armato”, nel contesto di una società multiforme popolata di soldati, pirati, ribelli e rivoluzionari, cocottes, frati cattolici e streghe vudù, arrivisti e fannulloni.
d’Africa, i Petits Blancs, mulatti ricchi, repubblicani, dall’altra i neri liberati, gli Affranchis, che chiedono democrazia e uguaglianza, e infine la massa dei neri schiavi che, sottomessi con la forza o fuggitivi sulle montagne, iniziano l’insurrezione, capitanata da uno di loro, Touissant Louverture. Si odiano e si temono, “l’un contro l’altro armato”, nel contesto di una società multiforme popolata di soldati, pirati, ribelli e rivoluzionari, cocottes, frati cattolici e streghe vudù, arrivisti e fannulloni.
La terra finirà inzuppata di sangue, la violenza dilagherà
ovunque, avranno inizio regimi più feroci del precedente, ma la ribellione degli schiavi porterà
nel 1804 alla nascita della prima nazione nera indipendente, seconda solo agli
Stati Uniti, la repubblica di Haiti, all’abolizione della schiavitù ma anche all’inizio di una storia nazionale segnata da
atrocità e drammi, che continua ancora oggi.
Zaritè-Tété segue la sua z’étoile,
la stella del suo destino, con il suo padrone in Louisiana, terra di creoli e
di americani, ma conoscerà la libertà, l’amore e avrà la capacità di costruirsi
una nuova vita da donna libera e indipendente.
L’isola sotto il mare,
come il paradiso degli altri popoli, accoglierà gli spiriti dei suoi cari morti
e la attenderà alla fine di una lunga vita per darle un rifugio sicuro per
sempre.
Consiglio
Una lettura interessante e coinvolgente, una storia che si
legge senza fermate, che insegna la storia di un mondo poco conosciuto da noi
attraverso la vita di un personaggio affascinante, una donna che con la sua
resistenza e resilienza agli avvenimenti più dolorosi insegna il valore della
dignità personale, del riscatto e della libertà. Bellissima.
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