Recami ha vinto il Premio Chiara 2015 con Piccola
enciclopedia delle ossessioni (Sellerio). A lui sono andati 61 voti, contro i
55 di Mauro Covacich (La sposa,Bompiani) e i 24 di Alberto Nessi (Milò,
Casagrande).
Ansia, irritazione, commiserazione, senso di superiorità, ma
anche aperte risate, qualche volta sincere, qualche volta a denti stretti.
Leggendo questo libro è impossibile non lasciarsi catturare da emozioni
contrastanti, non sempre piacevoli. Ci sono momenti in cui avrete voglia di
chiudere il libro e buttarlo via, o pensare di riportarlo in libreria o in
biblioteca, altri in cui lo troverete fantastico, altri in cui penserete che
Recami è un grande indagatore della psiche umana e l’effetto che produce in voi
è esattamente quello che voleva ottenere. Bravissimo!
Un libro che colpisce di sicuro: molti lettori si
riconosceranno nei personaggi come in uno specchio – e rideranno poco – molti
riconosceranno persone del loro mondo, amici parenti e conoscenti – e qui
rideranno, parecchio -.
Recami sviluppa “una satira comica e feroce dei vezzi e dei
vizi, dello snobismo e del
pressapochismo di quell’affollato condominio a forma di stivale in cui
farsa e tragedia si alternano senza
interruzione”….ma non direi solo italiani, se teniamo conto che il
disturbo ossessivo-compulsivo è una delle patologie psichiatriche più diffuse
nel nostro mondo “evoluto”.
Ruminare, ruminare tutto il giorno, vergognarsi e
nascondersi, idee e immagini intrusive che rotolano nella mente senza un attimo
di tregua, e quelle complusioni, quei rituali, quegli atti per neutralizzare
ansie e paure….Una fatica terribile, un gran mal di testa, una
stanchezza…piccola o grande follia, a
certi livelli non troppo grave, ma che fa male a chi ce l’ha e logora quelli
che gli stanno vicino; abbastanza ridicola per chi non ne è affetto, per grazia
ricevuta.
Con penna di letterato acuto e abile, ma con satira
spietata, l’autore ci mostra, in nove racconti, personaggi che si muovono in un
mondo reale, proprio il nostro mondo, con meschinità, paranoie, ansie,
intolleranze, fissazioni, compulsioni, banalità, ridicolaggini, manie di
controllo… che si riuniscono nella parola “ossessioni”.
C’è il racconto La cena estiva (Doxa), dove un gruppo di
amici sono riuniti a sparare cretinate di ogni genere o il Gruppo di
lettura dove emergono conflitti, rancori
e meschinità. C’è l’ipocondria (ECG con prova da sforzo) o l’ossessione per
l’alimentazione sana e naturale, un vero incubo per i figli della protagonista
di Ortoressia. C’è l’idea fissa di essere notati, di non perdere tempo, di fare
in fretta al caffè come al Pronto Soccorso (Fatti vedere) o quella di avere
sempre il meglio, di essere il primo e unico, esibendo beni materiali di lusso
per suscitare invidia (Il gommone dominante) o quella del padre spiantato che
vuol essere un padre perfetto a tutti i costi per suo figlio a cui invece basta
una bravata fuori dagli schemi (L’evaporazione del padre). E che dire di quel
tipo che cronometra ogni secondo della sua giornata e perfino della sua gita al
mare? (Una gita a Castiglioncello) e del fallito che diventa genio di marketing
per articoli religiosi ispirandosi a…Lapo Elkann!?! (Personal belongings)
Consiglio
Ridere di questi personaggi ci aiuta a scappare da una
realtà che non ci piace o da gente che, obbiettivamente, è meglio evitare come
la peste! Riconoscere le nostre ossessioni e quelle della nostra società ci
permette di affrontarle con maggiore distacco e magari, se non sono troppo
radicate, darci un taglio…
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